5 per mille: schiaffi in faccia al No Profit

Pubblicato il 29 Giu 2013 - 7:48pm di Redazione

Mancano 9 milioni di euro del 5 per mille: un prelievo forzoso ai danni del no profit

5 per milleGrazie a un interpellanza del Sen. Bobba abbiamo scoperto che è stato ulteriormente ridotto l’importo che dovrebbe essere corrisposto alle organizzazioni non lucrative che  ne hanno diritto. Stiamo parlando del 5 per mille, quel meccanismo contributivo che lascia libera scelta al cittadino di indicare l’ente da finanziare. Un meccanismo che, a 6 anni dalla sua istituzione, ancora non è chiaro. Ogni anno viene limitato da un tetto deciso unilateralmente dal Governo e si continuano a non capire i meccanismi di distribuzione. A questo si aggiunge un ulteriore taglio, deciso dalla Ragioneria di Stato. Il prelievo forzoso è quel provvedimento usato recentemente a Cipro, ma di invenzione del dott. Sottile. Nel 1992 Giuliano Amato prelevò il 6 per mille dai conti correnti degli italiani, data la situazione di ‘emergenza’ economica. Quello attuato dalla Ragioneria di Stato è anch’esso un prelievo forzoso, fatto ai danni degli enti che stanno garantendo un minimo di coesione sociale, quindi ai danni di tutti i cittadini (anche quelli che non indicano a chi destinare il proprio 5 per mille).

Il tetto previsto per i contributi da assegnare del 2011  – notare: vengono forse ora corrisposte le quote di oltre due anni fa – era di 400 milioni di euro, questo è stato ridotto a 391. Mancano all’appello 9 milioni di euro. È proprio come mettere le mani in tasca di chi già ha solo pochi spiccioli.

In questo modo si chiama 5 per mille, ma diventa 4 o 3 per mille. Non si può sapere perché il tetto imposto da ogni governo non permetta di calcolare veramente quanto gli italiani destinino al No profit con il proprio 5 per mille dell’Irpef (e certamente sono più di quelli del tetto imposto). Per il 2011 sì è calcolato che le indicazioni degli italiani avrebbero, senza tetto, portato 490 milioni agli enti accreditati .

Sembra una nuova versione del gioco dello schiaffo, con la differenza che non è uno del gruppo che colpisce il singolo senza farsi vedere, bensì viene colpito il gruppo da un singolo invisibile.

Abbiamo posto alcune domande ad Andrea Pistono, Presidente del Centro Servizi Volontariato di Biella, per capire di più del 5 per mille e di questo prelievo forzoso ai danni del No Profit.


 

Il 5 per mille è un prelievo fiscale di recente introduzione. Puoi spiegare come funziona?

Ogni cittadino, all’atto della dichiarazione annuale dei redditi, può decidere di devolvere una quota delle proprie tasse (esattamente il 5 per mille dell’importo pagato) a una delle associazioni o enti accreditati.

Quindi il contribuente, scrivendo il codice fiscale dell’ente a cui  devolvere il proprio 5 per mille, non aumenta le tasse da versare, semplicemente indica a chi vuole destinare la propria quota. Questo è calcolato sul reddito di ciascuno o sul gettito totale delle entrate?

Esattamente. Non si tratta di un ulteriore prelievo, ma si destina una piccola parte di quanto già si paga. L’importo viene calcolato su ogni singolo contribuente, ma il meccanismo di attribuzione non è così semplice e lineare come sembra e come dovrebbe essere; infatti l’amministrazione finanziaria (su scelta dei vari Governi che si sono succeduti) ha fatto di tutto per evitare che questi importi venissero accreditati per intero.

Ogni anno viene fissato dalla Legge Finanziaria – o da un provvedimento a essa collegato – un tetto che limita la libertà di scelta dei cittadini contribuenti. È così?

Ogni anno le cose cambiano proprio perchè non siamo in presenza di una Legge, ma di un provvedimento che entra nella legge finanziaria e che, addirittura, talvolta ha fissato un tetto massimo, aggirando quindi in modo vergognoso la volontà dei cittadini contribuenti.

Quale è l’ulteriore abuso che c’è stato quest’anno da parte della Ragioneria dello Stato nella distribuzione del dovuto del 2011?

Beh, se parliamo di abusi abbiamo un’ampia scelta: ne cito due. Il primo è emerso in seguito ad una interpellanza del Senatore Bobba, alla quale il viceministro Fassina ha risposto spiegando che a fronte di un tetto ( !!!!!!!!!!!! ) di 400 milioni, il Ministero ne aveva erogati solamente 391, e questo senza una motivazione, o meglio dicendo che quelli erano i soldi disponibili! Il secondo è proprio il tetto dei 400 milioni. Pensate che la somma totale dalle scelte delle dichiarazioni dei redditi era di 490 milioni.

Perché è importante per il No profit il finanziamento attraverso il 5 per mille?

La rilevanza sta nel fatto che sono i singoli cittadini a decidere di sostenere le associazioni no-profit e, quindi, ogni organizzazione misura anche in questo modo l’efficacia della propria azione. È uno stimolo in più ad essere efficaci.

Ritieni possa essere il presupposto per un nuovo welfare di prossimità?

Se si dovesse seguire questa strada sarebbe necessario riformare radicalmente il 5 per mille. Uno dei rischi da evitare è quello di farsi scaricare addosso (addosso a noi no-profit) le gravi inadempienze dello stato sociale, e in un periodo di crisi e ristrettezze economiche, è una tentazione forte. Anzichè riformare il welfare e rimettere mano alla progressività dell’imposizione fiscale, si sceglie di delegare al volontariato le situazioni più critiche presenti nella società.

Fonte: Semi di Serra

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