Acqua, emergenza mondiale: stress idrico in 33 Stati del pianeta entro 2040, ecco i rischi

Pubblicato il 29 Ago 2015 - 7:06pm di Giacinta Carnevale

L’emergenza mondiale dell’acqua sarà uno dei problemi più seri che colpirà il nostro pianeta, non solo nelle zone povere ma anche nei Paesi più sviluppati. Entro il 2040 infatti saranno ben 33 gli Stati che dovranno affrontare uno stress idrico “estremo”: tra questi circa 14 si trovano nella sola area mediorientale, con gravi rischi di instabilità politica. Secondo alcuni ricercatori la carenza d’acqua è stato uno dei motivi che ha innescato le rivolte scoppiate in Siria e che hanno portato alla guerra civile.

Acqua

Quali saranno gli Stati del pianeta colpiti dall’emergenza acqua?

Nei prossimi anni lo stress idrico continuerà a crescere ed entro il 2040 diventerà molto alto in circa 33 Paesi. Come abbiamo detto prima, quasi la metà di questi saranno distribuiti in Medio Oriente e potrebbe portare una seria instabilità politica dell’area. Lo sostiene un rapporto del World Resources Institute (Wri), che ha misurato la domanda e la disponibilità di acqua in 167 Stati. Tale scarsità, tuttavia, si farà sentire anche in altre parti del mondo.

I ricercatori affermano che tra i Paesi a rischio ci saranno anche l’Estonia, il Cile, il Botswana e la Namibia: già nei prossimi 35 anni potrebbero subire un fortissimo aumento dello stress idrico con gravi conseguenze sull’agricoltura, sulle aziende idriche e su tutta la popolazione. Ad essere coinvolte in quest’emergenza acqua saranno anche le superpotenze mondiali come gli Usa, la Cina e l’India. Il loro valore di stress idrico, nonostante rimanga costante a livello nazionale, rischia di aumentare tra il 40% e il 70% in diverse aree, come la provincia cinese di Ningxia o il sudovest degli Stati Uniti .

Cosa rischiano i 33 Paesi e quali conseguenze possono esserci con lo stress idrico?

Uno dei rischi principali, secondo la ricerca svolta dal World Resources Institute, potrebbe essere quello di una grave instabilità dal punto di vista politico e dei rapporti tra i diversi Stati del pianeta. L’acqua, come ben sappiamo, è il bene più prezioso che l’uomo possiede in quanto indispensabile per la sopravvivenza. L’aumento della siccità, soprattutto nei paesi più poveri, sta causando una serie di guerre civili come quella che ha colpito la Siria nel 2011. Secondo l’Unicef proprio in Siria quasi cinque milioni di persone soffrono della scarsità d‘acqua perché le parti in conflitto utilizzano le fonti idriche per ottenere vantaggi politici e militari.

Si prevede inoltre che l’emergenza mondiale d’acqua spingerà circa 1,5 milioni di persone, come pastori ed agricoltori, ad emigrare verso le zone più a nord del mondo. I rischi per queste popolazioni sono alti: spesso hanno a disposizione solo acque non potabili il cui utilizzo comporta il sopraggiungere di malattie come diarrea, tifo, epatite.

Bisognerà iniziare a pensare a cosa fare per correre ai ripari fin da subito: imparare a riciclare l’acqua, fare meno docce al giorno, costruire architetture in grado di raccogliere e utilizzare l’acqua piovana, come già si fa in diversi posti. Molto importante sarà inoltre intervenire sulle foreste con opere di rimboschimento in quanto le piante, oltre a rendere stabile il terreno, sono in grado di filtrare l’acqua. Se l’uomo vuole garantirsi un futuro, dovrà quindi migliorare e, in molti casi, cambiare il proprio stile di vita.

Info sull'Autore

Giornalista pubblicista, la mia passione per la scrittura nasce fin dai tempi del liceo. Attualmente scrivo di Cinema, Spettacolo, Musica e Moda e Cultura per CorrettaInformazione.it. Amo il calcio, la musica, le serie tv ed il cinema.

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