Alpha, un’amicizia forte come la vita: recensione del nuovo film di Albert Hughes

Pubblicato il 11 Dic 2018 - 10:49am di Francesco Salvetti

Arriva nelle sale “Alpha: un’amicizia forte come la vita” diretto dal regista Albert Hughes, sulla storica amicizia tra uomo e animale.

Siamo in Europa, circa 20.000 anni fa, il giovane Keda “è destinato a grandi cose” questo è ciò che dicono i suoi genitori. La caccia era il rito di iniziazione per la maggiore età e Keda sarebbe dovuto diventare un capo di lì a poco tempo. Così il padre Tau, capo villaggio, decide di portarlo con sé per insegnarli come uccidere un bisonte della steppa. Ma se il ragazzo non è ancora non fosse ancora pronto?

Recensione del film “Alpha”

L’uomo e la natura. Quest’anno non è la prima volta che assistiamo a film dove viene trattato questo rapporto. Già “Rampage” ci aveva ricordato che non bisogna esagerare troppo con essa perché poi può prendersi le sue rivincite. In questo film Albert Hughes, regista del film e autore del soggetto, affronta questo rapporto sotto unaltro aspetto: quello del rispetto e della convivenza. Viviamo un’epoca dove è il cambiamento climatico a farla da padrona: scioglimento di ghiacciai, estati sempre più calde e governi che firmano trattati sul rispetto di norme ambientali.
Nonostante una tecnologia che migliora ogni secondo e una popolazione mondiale che sta sempre più crescendo di giorno in giorno, Albert ci suggerisce di tornare alle origini in cui la natura va rispettata. Dove bisogna rafforzare l’eco e il biologico, il tutto per favorire l’ambiente e la natura.

In questo film un altro aspetto fondamentale è il ritorno ai rapporti diretti e più essenziali in termini di comunicazione. La vita al villaggio è basata su dei legami di forza, le emozioni sono ridotte all’osso, per questo non appena Keda si incontra con il lupo e mette in atto quelle dinamiche relazionali che fondano i restanti minuti del lungometraggio, è fondamentale nella loro comunicazione il linguaggio fisico. Non trovandoci in un racconto fantastico, il lupo non può parlare, per questo nei loro “dialoghi” gli sguardi e i gesti diventano preponderanti a rafforzare la loro convivenza sino al termine del viaggio. Saranno le basi per la nascita della razza canina, per questo motivo crediamo che la mimica facciale del lupo sia stata ripresa e rappresentata in maniera eccellentemente credibile. Grazie a un ottimo utilizzo degli effetti speciali e, in alcuni momenti, della bravura degli animali scelti, il muso del lupo sarebbe degno di un riconoscimento.

Un altro legame importante è quello con il padre. In esso c’è sia un forte aspetto paterno che inoltre quello di riscatto, di rivalsa come motore positivo di crescita.

Alpha è uno di quei lavori che ci riporta a riflettere si quanto sia ancora importante andare al cinema o meno. Girato con 51 milioni di dollari tra Canada, Vancouver, Burnaby e Drumheller, è anche un viaggio in luoghi quasi incantati, con riprese ambientali rilassanti che regalano al pubblico 96 minuti di svago e distrazione dalla frenesia quotidiana. Albert Hughes realizza un film diretto a un pubblico giovane, adolescenziale, in crescita che potrebbe andare con la scuola a vedere un film educativo come questo.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

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