Amnistia e Indulto Dicembre 2016: sovraffollamento carceri, cosa cambia dopo il NO al Referendum Costituzionale

Pubblicato il 5 Dic 2016 - 7:10pm di Pietro Paolucci

Con la vittoria del No trapelata nella prima mattinata di oggi 5 dicembre 2016, cambierà qualcosa sulla questione relativa ad amnistia e indulto? Vediamo di seguito gli sviluppi, le ipotesi e le previsioni che si possono congetturare in merito a tale rifiuto al cambiamento della Costituzione, situazione che potrebbe portare in qualche misura qualche novità.

Il No al Referendum Costituzionale: un intralcio o uno sprone al cambiamento?

Sono ormai voltate le carte in tavola, nessun cambiamento si riscontrerà nel futuro immediato a livello costituzionale. Ciò vuol dire che saranno necessarie ancora le due Camere per legiferare su tutte le questioni italiane, amnistia e indulto compresi. Esatto, con il Sì al Referendum Costituzionale la riforma Renzi-Boschi avrebbe consentito, come noto, di annullare le competenze del Senato in tal proposito, circostanza che in molti credono sarebbe stata più favorevole per un’eventuale discussione.

D’altra parte ciò che è altrettanto chiaro riguarda l’imminente cambio di Presidente. Matteo Renzi, nella mattinata ha annunciato la sconfitta e le pubbliche dimissioni, ciò vuol dire che con ogni probabilità si potrà tornare alle urne. Chiarendo quanto sottinteso, malgrado la Costituzione rimanga tale, perché non sperare nella elezione di un nuovo Presidente del Consiglio, magari più propenso nel chiamare in causa una riunione basata su di un’eventuale discussione sui provvedimenti sull’amnistia e l’indulto?

Con l’avvento di una situazione del genere, il Senato e la Camera sarebbero chiamati sì ad esporsi in proposito, ma ciò che è venuto a mancare in questi ultimi tempi è proprio una persona al vertice cui tali questioni fossero care. Matteo Renzi, come si è potuto vedere anche dopo lo scorso 30 ottobre, data in cui visitò i detenuti del carcere di Pavia, non si è scomposto sull’argomento restando sui suoi passi, passi dimentichi della tematica in oggetto.

Lo stesso comportamento si è riscontrato dopo i numerosi appelli di Papa Francesco degli ultimi mesi, prima e durante lo scorso 6 novembre, giorno del Giubileo dei Carcerati, durante il quale Roma ospitò la Marcia dei Radicali.

E’ proprio qui che giungiamo ad oggi, lunedì 5 dicembre 2016, giorno della verità nel quale l’amnistia e l’indulto paiono relegate ancora a qualcosa di vacuo che fugge costantemente. Rispondere alla domanda in sottotitolo è in questo momento difficile se non impossibile. L’unico scenario che si prospetta è quello della ben nota attesa, sostantivo che parecchi detenuti delle carceri italiane conoscono ormai piuttosto bene.

Amnistia e indulto: le ultime novità del 5 dicembre 2016

Qualche giorno fa, precisamente lo scorso 30 novembre, è stata presentata al Senato una nuova mozione firmata da Barani, da Denis Verdini e dai senatori di Ala. Ciò vuole incentivare un subitaneo provvedimento giacché proprio al Senato risiedono ancora i quattro ddl ancora non pervenuti alle Camere. In breve tale mozione sottolinea l’esigenza di contrastare il sovraffollamento delle carceri. Con l’annuncio delle dimissioni del Premier Renzi ciò molto probabilmente verrà cestinato.

Tuttavia i Radicali Italiani anche oggi, non abbandonano la propria missione. Il Presidente della Lista Marco Pannella Maurizio Turco ha difatti evidenziato che, malgrado ora e prima della morte di Marco Pannella vi sia stata una palese negligenza nei confronti di un provvedimento per l’amnistia e l’indulto, i Radicali non cesseranno di lottare finché non cambieranno le carte in tavola.

Il sovraffollamento e la gravosità delle condizioni in cui parecchie carceri italiani versano è una problematica innegabile, e staremo a vedere nei prossimi giorni quali saranno i futuri sviluppi politici in proposito dell’amnistia e dell’indulto, nonché dell’Italia intera.

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