Andrea, l’assassino di suo figlio

Pubblicato il 6 Giu 2013 - 7:52pm di Redazione

Bimbo dimenticato nell’auto dal padre Andrea muore asfissiato dal caldo

AndreaOggi chiamarsi Andrea Albanese, 39enne di Piacenza, che ha dimenticato il figlio in auto, e morto per il calore, significa portare un nome molto scomodo. Significa essere additato come l’”assassino” del proprio figlio: Luca, un bimbo di due anni, morto asfissiato all’interno dell’auto dove il padre l’aveva dimenticato recandosi al lavoro.

Come ogni mattina Andrea portava il figlio all’asilo, nelle adiacenze dell’azienda in cui lavora. Ma stavolta ha dimenticato di farlo. Dimenticato nonostante quello sia stato un rito quotidiano, quelle azioni che, proprio per la caratteristica di essere svolte tutti i giorni, assumono carattere automatico, diminuendo le possibilità di cadere nell’oblio. Eppure è successo. Cosa ci sarà stato di diverso quella mattina da tutti gli altri giorni? Sarà stato particolarmente distratto, un pensiero in più come ad esempio problemi sul lavoro, problemi in famiglia, in ritardo sull’orario? Non si potrà mai sapere. Come invece si capisce che su Andrea è caduta una condanna che difficilmente gli permetterà di continuare a vivere la sua vita.

Sarà una vita attanagliata dal rimorso, dalla consapevolezza di aver fatto del male. A suo figlio. E non riuscirà a darsi quelle spiegazioni, che potrebbero risultare delle “buone giustificazioni” per meglio sopportare il dramma di quella perdita così importante, così incomprensibile, così imprevedibile. Che non potrà più fare a meno di tritarla e ritritarla quotidianamente. Non riuscirà più a guardare negli occhi la moglie che, auguriamoci, non gli ricorderà ogni santo giorno quel bimbo chiuso nell’auto per ore e ore. Andrea, che sicuramente negli anni passati avrà letto sui giornali di quegli altri quattro bimbi morti nelle auto del genitore dove, anch’essi, per chissà quale motivo, avevano dimenticato; cosa si sarà detto? A me non potrà mai succedere. È probabile.

Certo, come si dice, ti puoi dimenticare la borsa, ma non un figlio. Si dimenticano solo informazioni acquisite, pertanto la domanda è: come ha potuto Andrea dimenticare il bimbo nell’auto, visto che il portarlo all’asilo era un’informazione ormai consolidata? Escludendo la volontarietà, di solito si dimenticano le informazioni immagazzinate tempo addietro, se passa molto tempo prima che queste necessitino della rievocazione. Si dimentica a causa della distrazione nel momento in cui ci giungono le informazioni da archiviare. Oppure non ricordiamo quando possediamo notizie già apprese e simili a quelle che dobbiamo ricordare. Certamente poi ci sono altre ipotesi. Comunque non se conoscono le cause certe, soprattutto come in questo, molto particolare.

La cosa certa è che noi tutti dimentichiamo, spesso e volentieri, qualcosa. L’altro dato certo è che non possiamo decidere cosa dimenticare – in caso contrario non sarebbe dimenticanza ma volontarietà. Quindi si può affermare che ogni giorno miliardi di persone dimenticano miliardi di informazioni. Si può ragionevolmente immaginare che quasi tutte le informazioni perse riguardino appuntamenti, pagamento delle bollette, fare carburante all’auto, lasciare denaro e documenti a casa, appuntamento col medico, mandare i fiori all’amata, fare la lista della spesa e via dicendo. Ma, purtroppo, in questi numeri elevati – per forza di cose, perché semplicemente fanno parte della nostra vita – subentrano casi isolati più importanti. Come Andrea, che inconsciamente pensa che Luca sia già all’asilo.

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