Azioni Ferrari, prezzo ai minimi storici sulla Borsa di Milano Piazza Affari: il momento giusto per investire?

Pubblicato il 3 Feb 2016 - 10:44am di Ubaldo Cricchi

Le azioni Ferrari hanno raggiunto i loro minimi storici sia a Piazza Affari che sul mercato statunitense: con una perdita del 15%, il titolo ha raggiunto i 32,94 euro alla Borsa di Milano e i 34,03 a Wall Street; in uno scenario di questo tipo la gente si chiede se è il momento giusto per investire oppure se è meglio pazientare, aspettando che venga superata la fase di alta volatilità e in attesa di valutare le performance del prossimo trimestre.

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Azioni Ferrari ai minimi storici a Wall Street e Piazza Affari: alta volatilità nel mercato delle IPO

Molti analisti avevano sconsigliato di acquistare azioni Ferrari proprio a causa della volatilità del mercato delle IPO: da questa estate c’è una paura diffusa che ha portato al ribasso della valutazione di tutte le nuove uscite. Basti pensare che al termine del 2015 più del 50% delle IPO dell’anno si trovavano al di sotto del prezzo di offerta. In questo inizio di 2016 la paura e la volatilità non si sono arrestate e continuano a far sentire i loro effetti sulle nuove emissioni.

La volatilità iniziale è il pericolo numero uno per chi vuole investire in IPO: le azioni fresche di emissione sono molto pericolose e chi non segue molto da vicino i mercati potrebbe andare incontro a perdite importanti. Per questo molti esperti consigliano di aspettare alcuni trimestri prima di investire su nuovi titoli (come sono proprio le azioni Ferrari), anche perché le aziende devono dimostrare di valere e di ottenere ricavi solidi con la pubblicazione di almeno un paio di report decisamente positivi. Ma investire sulle IPO vuol dire puntare su quello che potrebbe essere e non su quello che è già. L’ultima trimestrale testimonia che le azioni Ferrari e la società devono ancora fare parecchia strada e per gli investitori la decisione migliore potrebbe essere quella di aspettare: dopo una discesa del genere è prevedibile che sulle azioni Ferrari arrivi un rimbalzo tecnico, ma la risalita verso il prezzo di IPO non sarà semplice e veloce.

Deludono trimestrale e guidance 2016: si deve attendere o è il momento giusto per investire?

Martedì è stato pubblicato il report sui risultati di Ferrari che testimonia come l’azienda stia operando separatamente da FCA (Fiat Chrysler Automobiles): giusto un anno fa ci fu l’annuncio della separazione tra Ferrari e il gruppo FCA, che ne era il maggiore azionista (operazione completata a gennaio 2016). La Rossa è arrivata a Wall Street il 21 ottobre del 2015 in una IPO che può essere tranquillamente definita come una delle più attese dell’anno. Le azioni Ferrari vennero prezzate a 52 dollari. Una settimana dopo ci fu il primo calo al di sotto del prezzo di IPO (51,87 dollari) e da allora è iniziato un trend ribassista che ha portato ad una perdita del 35% dal prezzo di IPO.

La trimestrale, la guidance per il 2016 e i risultati di esercizio del 2015 non potranno fare altro che spingere ulteriormente verso il basso i titoli della casa di Maranello. Nel quarto trimestre del 2015 l’utile per azioni è di 28 centesimi di euro, ben al di sotto del consensus del mercato (0,35 €) e i ricavi sono al di sotto delle previsioni. Un altro fattore preoccupante è rappresentato dall’ammontare del debito netto, che al termine del 2015 ammontava a 1,938 milioni di euro. Nel 2015 le consegna sono state in rialzo del 6% rispetto all’anno precedente, ma l’incremento delle vendite del modello V8 a otto cilindri è stato accompagnato da un calo delle spedizioni del modello V12 a 12 cilindri (-24%).

Il rallentamento dell’economia cinese ha avuto conseguenze anche sulla trimestrale Ferrari: le vendite nel paese asiatico sono aumentate del 7% rispetto al trimestre precedente, ma il dato, se confrontato con quello dell’anno precedente, registra un -10%. Ma non sono solo molti dei risultati della trimestrale a spingere gli investitori a stare alla larga dalle azioni Ferrari: anche la guidance 2016 è fonte di delusione: l’azienda infatti prevede un ricavo di 2,9 miliardi di euro, un importo inferiore rispetto al consensus del mercato.

Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

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