I bambini italiani sono i più grassi al mondo: bisogna riscoprire le ricette della tradizione

Pubblicato il 27 Giu 2017 - 11:29am di Stefano Schirru

I bambini della penisola italiana sono i più grassi al mondo, la colpa viene attribuita ai genitori ovviamente. Per gran parte è così, ma i motivi alle spalle di questo problema, in crescente diffusione, sono diversi. Ripristinare la situazione, tornando al buon gusto alimentare di 20-30 anni fa è ancora possibile?

L’alimentazione dei bambini italiani è cambiata nel corso degli ultimi decenni. I motivi di questo sono diversi. Se un tempo, fino a 20 anni fa, un bambino era abituato ad avere per merenda a scuola la frutta e a cena non era raro trovare il classico minestrone, odiato ma mangiato, oggi non è più così. Non si trattava di scelte salutiste effettuate dalle famiglie, ma di un abitudine alimentare che oggi sta scomparendo.

Questo non solo, a livello pratico per la dipartita della generazione stessa, ma anche a causa di altri fattori. La dieta mediterranea d’un tempo non esiste più, la buona cucina in molti casi non è più così buona e il cosiddetto cibo spazzatura sta spopolando. La conseguenza di tutto questo, che non ci si sarebbe mai aspettati di dirlo, è che oggi i bambini italiani sono fra i più grassi del mondo.

L’Ocse ha stimato che il 35% circa dei bambini nel Bel Paese è obeso oppure in sovrappeso. Se un tempo infatti c’erano i bambini degli Stati Uniti, oggi questi sono scesi al quinto posto. In pole position ci sono i bambini greci, seguiti a ruota da italiani e neozelandesi. Queste statistiche lasciano stupefatti. Anche se è ben vero che in Italia poi gli adulti perdono peso, sapere che i bambini, la parte vulnerabile della popolazione è in sovrappeso fa un certo effetto. Tanto più che si tratta di quella parte di popolazione che è nutrita dagli adulti. Gli Italiani nutrono male i loro bambini, che mangiano in modo non sano e quantitativamente troppo.

Le motivazioni dei bambini in sovrappeso

Le statistiche hanno in molti casi messo in correlazione il benessere economico dei paesi, con il livello d’istruzione e il peso corporeo degli abitanti. In sostanza si è evidenziata una correlazione secondo la quale i paesi in cui c’è più ignoranza e più povertà, hanno anche un’incidenza di persone grasse. Fra 2008 e 2013, in Irlanda, Portogallo, Italia, Grecia, Spagna c’è stato un calo consistente dell’acquisto di frutta e verdura, che costa cara. Un altro fattore non di poca importanza, è che le donne cucinano sempre meno. Di per sé questo non è un male, se esse fossero sostituite da qualcun’altro nella preparazione del cibo, come il marito o la nonna. In molti casi però non è così, non si cucina più e sempre più spesso si ricorre ad alimenti preconfezionati o surgelati.

L’aumento della commercializzazione di questo cosiddetto “cibo spazzatura”, reso appetibile, accessibile e desiderabile dal bombardamento pubblicitario e nei supermercati, peggiora ogni giorno il problema. Le multinazionali, in questo caso una macchina per far ingrassare i bambini, utilizzano social e mezzi digitali per far desiderare questi alimenti ai bambini. Prezzi vantaggiosi di questi cibi, contro frutta e verdura sempre più cari non fanno che allargare il problema.

Risolvere il problema a casa propria, tornando a cucinare

La soluzione al problema c’è: riscopriamo i gusto di cucinare e acquistiamo riflettendo a che cosa compriamo. Quando diciamo di riprendere a cucinare, non necessariamente si intende impiegare ore per la preparazione di conserve  e delizie, come si faceva decenni fa. È possibile impiegare poco tempo per la realizzazione di ricette veloci, basta qualche trucco semplice.

Al supermercato scegliamo le cose fresche e sane, la frutta e la verdura. Abituando i bambini da piccoli, ne apprezzeranno il gusto. Preparate un minestrone ogni tanto e invece che cibi industriali, fate assaggiare per esempio la torta di mele, un classico leggero e gustoso che piace a tutti. La ricetta della torta di mele si può realizzare in 20-30 minuti, in ogni minuto di preparazione pensate che state lavorando per la salute vostra e dei vostri figli.

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