Bocca della Verità: la nascita e le leggende

Pubblicato il 13 Ago 2013 - 9:00pm di Redazione

Cinema, Arte e Letteratura per la Bocca della Verità

bocca della verità

Una leggenda che nasce nel Medioevo, con i “Mirabilia Urbis Romae“, i quali narrano che la Bocca della Verità avesse il potere di dispensare oracoli.

In un testo del XII secolo è attestato che il re Giuliano fosse tentato dal demonio , il quale si era nascosto dietro il mascherone. Il diavolo aveva ordito questo inganno per poter restaurare il paganesimo, conscio che il re Giuliano ne era seguace.

Nel XV secolo dilaga la notizia che la Bocca della Verità avesse la capacita di smascherare le donne fedifraghe: le quali dovevano soltanto essere sottoposte al giudizio della temibile bocca. Infatti veniva infilata la mano nella bocca dell’enorme disco e, se questa veniva divorata, la donna era colpevole e in seguito schernita dalla folla.

La Bocca della Verità nasce in epoca latina (è difficile stabilirne la datazione) ma quest’opera, la cui fama ha attraversato i secoli, seminato paure e ispirato la letteratura e il cinema, non e’ altro che un banale tombino che ha il compito di inghiottire le acque piovane oppure, altra ipotesi, è il chiusino di una cloaca, oppure il coperchio di un pozzo consacrato a Mercurio, sebbene non siano stati trovati reperti di quest’ ultimo. L’opera, in marmo pavonazzetto, e’ costituita da un grande disco di 1,75 metri di diametro, posto nel pronao di Santa Maria in Cosmedin, la quale sorge sulle ceneri del tempietto di Ercole e nelle vicinanze del Tevere, nei pressi del luogo magico dove la lupa trovò i gemelli divini Romolo e Remo. Certamente il mascherone barbuto dalla enorme e minacciosa bocca cava, gli occhi cavi e indagatori è la raffigurazione di Oceano o di un Sileno, oppure di Giove Ammone.

Giuseppe Gioacchino Belli poeta ottocentesco, autore di sonetti in romanesco, i quali evidenziano la furbizia, l’allegria della plebe dedica un componimento alla Bocca della Verità.

bocca della veritàIn d’una chiesa sopra a ‘na piazzetta
Un po’ più ssu de Piazza Montanara
Pe’ la strada che pporta a la Salara,
C’ è in nell’entrà una cosa benedetta.
Pe’ tutta Roma quant’ è larga e stretta
Nun poterai trovà cosa più rara.
È una faccia de pietra che tt’impara
Chi ha detta la bucia, chi nu l’ha detta.
S’io mo a sta faccia, c’ha la bocca uperta,
Je ce metto una mano, e nu’ la striggne,
La verità da me tiella pe certa.
Ma ssi ficca la mano uno in buccia,
Essi sicuro che a ttirà ne’ a spigne
Quella mano che lli nun vie’ ppiu’ via.

La scena celebre realistica e indimenticabile tratta dal film “Vacanze romane” del1953, immortala Gregory Peck ( nel film un giornalista a caccia di scoop) e Audrey Hepburn ( la principessa Anna che girovaga nell’Urbe sotto mentite spoglie) davanti alla Bocca della verità. L’attrice ritrae la mano dalla bocca, mentre Gregory Peck, innamorato di lei e dispettoso, finge che il mostro gli abbia moncato la mano, immediati gli urli e lo sgomento di Audrey Hepburn. La scena procuro ad entrambi la nomination per miglior attore e miglior attrice e la gloria alla Bocca della Verità.

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