Come affrontare il bullismo a scuola: cause e rimedi per “sconfiggere” i bulli

Pubblicato il 8 Apr 2017 - 11:28am di Ubaldo Cricchi

Il bullismo è ormai da diverso tempo uno dei temi di attualità di cui si parla più frequentemente: purtroppo gli episodi che accadono anche all’interno delle scuole sono sempre troppo numerosi e tantissime persone si interrogano sulle cause e i possibili rimedi per sconfiggere quella che possiamo tranquillamente definire come una piaga della società; il problema numero uno è quindi come affrontare il bullismo a scuola: vediamo cosa ne pensano gli esperti e quali sono gli strumenti disponibili per fermare il comportamento dei bulli.

Bullismo a scuola: cos’è e come affrontarlo

Il bullismo è una forma di prepotenza intenzionale, continuativa e ricorrente; il bullo con il suo atteggiamento cerca di evidenziare quello squilibrio di potere che c’è tra lui e la sua vittima, considerata vulnerabile per vari motivi (potrebbe essere fisicamente più debole, oppure più timido, meno capace di difendersi o poco integrato con gli altri compagni di classe). Gli atti di bullismo possono manifestarsi in forme diverse: si parla di aggressioni, intimidazioni e umiliazioni perpetrate dal bullo (o più frequentemente da un gruppo) nei confronti di uno o più compagni di scuola. La vittima si può quindi sentire perseguitata e ai sentimenti di angoscia e dolore può affiancarsi un senso di impotenza dovuto all’incapacità di difendersi e all’emarginazione da parte degli altri compagni che spesso è una conseguenza di questo fenomeno.

Purtroppo chi subisce la prepotenza dei bulli molto spesso si chiude ancora di più in se stesso e raramente parla a genitori ed insegnanti di quanto accade a scuola. Per questo gli “adulti” dovrebbero fare un po’ più di attenzione a quelli che possono essere definiti dei campanelli d’allarme; questi indicatori possono essere dei segni più o meno evidenti: ad esempio se il ragazzo ha i vestiti strappati o presenta graffi o lividi e non riesce a fornire una spiegazione probabilmente è stato vittima di un’aggressione, se i suoi oggetti non si trovano più o sono rovinati, se non passa del tempo libero con i suoi compagni, se la mattina ha paura ad andare a scuola o inventa quelle che sembrano scuse per non andarci, se presenta sbalzi di umore con scatti d’ira…sono tutti aspetti da valutare con attenzione.

I bulli invece sono forse più semplici da individuare: la caratteristica principale è l’aggressività nei confronti di coloro che hanno la loro età e, quando sanno di non correre alcun rischio, si mostrano indisponenti anche verso le persone più grandi; il loro atteggiamento mira a mostrare la capacità di dominare gli altri, a mostrarsi più forte, più intelligente o più furbo; spesso si dice che la sua aggressività possa dipendere, oltre che da un temperamento particolare, anche da un’educazione familiare non esemplare. All’interno della classe, oltre alla figura del bullo e della vittima si possono identificare quelli che aiutano attivamente il provocatore, quelli che non partecipano attivamente alle provocazioni, ma le sostengono, quelli che si limitano ad osservare (ma la loro indifferenza in realtà rafforza la prepotenza) e quelli che si schierano dalla parte della vittima (consolandola oppure rivolgendosi agli adulti).

I rimedi: come sconfiggere i bulli

Gli esperti del settore sembrano tutti d’accordo su una cosa: la strategia migliore per affrontare il bullismo a scuola (ma anche in Rete) è la prevenzione. Questa si può fare promuovendo un clima sociale, culturale ed emotivo che possa scoraggiare fin dalla nascita quei comportamenti prepotenti: tutto passa quindi da un’importante ristrutturazione dell’ambiente sociale. Scuola e famiglia dovrebbero essere più complici in questa battaglia per sconfiggere i bulli. Nelle classi quando si intercetta la presenza di qualche indicatore si potrebbero mettere in pratica degli interventi mirati sul gruppo, in modo da individuare le dinamiche che hanno dato origine a certi comportamenti e capire come intervenire prima che la situazione degeneri; se invece ci si accerta che ci sono già delle situazioni di bullismo bisognerà intervenire anche con percorsi individuali per sostenere le vittime (in modo da sostenerne l’autostima e migliorarne l’interazione sociale) e i bulli (per spingerli ad un maggior rispetto delle norme morali).

Ovviamente gli interventi mirati sul gruppo classe non hanno molto senso se sono sporadici o isolati: bisogna evitare che i ruoli di bulli e vittime si definiscano, perché una volta assunta quella “posizione” è molto difficile uscirne. E il bullismo purtroppo non si ferma all’ambito scolastico, visto che negli ultimi anni è dilagato quello che è stato chiamato cyberbullismo; un fenomeno difficile da frenare perché al momento i genitori non hanno grande dimestichezza con la Rete oppure non sanno bene come i figli la utilizzano e perché su questo particolare argomento non c’è molto dialogo tra le generazioni. Sono molte le iniziative per la lotta al bullismo: alcune sono state intraprese dal Ministero della Pubblica Istruzione, altre da enti locali e associazioni come l’Albero Azzurro o l’Albero della Vita, ma pure nei singoli istituti scolastici si sta facendo qualcosa. Anche molte aziende private famose hanno lanciato delle campagne antibullismo.

Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

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