Casta dei giornalisti: dov’è la novità?

Pubblicato il 27 Mar 2013 - 6:56am di Redazione

Dopo la casta politica toccherà alla casta dei giornalisti?

Pubblichiamo quest’interessante articolo di Carlo Alberto Tregua sulla casta dei giornalisti, pur non condividendolo in toto, in particolare l’elemento che sembra giudicare positivamente il Fiscal Compact e l’attacco moralistico contro la spesa pubblica. Ci sembra, però, interessante e degno di pubblicazione la parte in cui, per la prima volta, si attaccano le responsabilità etiche, morali, e dunque politiche, della casta dei giornalisti nei rapporti col potere politico. Consigliamo, in particolare, di leggere l’introduzione che ne fa Wolfgang Achtner, che ringraziamo per averne permesso la pubblicazione, che con poche parole, sintetiche ma efficaci, illustra cosa è stata la casta dei giornalisti e le sue compromissioni. E, in fondo, dimostra anche cosa siamo stati tutti noi italiani.


casta dei giornalistiDavvero gli italiani vorrebbero piu’ giornalisti-giornalisti invece di giornalisti-impiegati? Mi fa piacere, visto che da quasi 30 anni denuncio pubblicamente le nefandezze del giornalismo italiano e ho tentato – sinora invano – di dare a questo paese un giornalismo televisivo degno del nome, che ci siano altri colleghi che – con nome e cognome – denunciano le complicita’ della casta dei giornalisti. Per questo accludo l’articolo di Carlo Alberto Tregua.

Come spiego da sempre, il giornalismo italiano e’ quello che e’ – e cioe’ pessimo, di scarsa qualita’ giornalistica e tecnica – perche’ i pseudo-giornalisti italiani hanno tradito il proprio ruolo – quello di proteggere gli interessi dei cittadini – in cambio di benefici e privilegi, anche se oggi, le nuove leve sono ridotte a lavorare per pochi spiccioli. Ci tengo a sottolineare che l’infima qualita’ del giornalismo italiano non dipende da imposizioni dall’alto o da una deficienza genetica ma dal fatto che, soltanto in questo paese, la scelta delle persone da assumere avveniva dopo che si erano scartati gli elementi migliori, quelli piu’ preparati e desiderosi di fare davvero questo mestiere. Qui, invece, si e’ sempre data la precedenza nelle assunzioni ai “figli di” e ai portatori di tessera di partito, perche’ i media, protetti e sovvenzionati con i soldi pubblici, non volevano persone che chiedessero agli eletti di rendere conto del proprio operato ma persone “affidabili“, disposti a tutelare gli interessi dei loro sponsor politici a discapito degli interessi dei cittadini.

Certo e’ anche vero – visto che una percentuale elevatissima di italiani, che oggi gioca a fare la vittima del vecchio sistema, ha sempre aderito entusiasticamente alla partitocrazia preferendo il sistema lottizzatorio ad un altro basato sui meriti, dove lo scambio di voti e tangenti assicurava un “posto” a chiunque – che a tante persone non interessavano i “fatti” e si accontavano della propaganda che gli veniva offerta quotidianamente. Si potrebbe anche dire, esattamente come si dice “che ogni paese ha il governo che si merita“, che finora l’Italia ha avuto il giornalismo che si merita.

Wolfgang Achtner

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GIORNALISTI DA SCRIVANIA, GIORNALISTI DA MARCIAPIEDE

Assicuratori, banchieri, cooperative bianche e rosse, Stato del Vaticano, calciatori, dirigenti pubblici, sindacati, imprenditori, ordini professionali, politici, burocrati, magistrati, tassisti e gondolieri. L’elenco delle Caste non è esaustivo. Non abbiamo dimenticato, anzi la scriviamo appositamente per ultima, la Casta dei giornalisti, quella cui noi apparteniamo. Sono Caste che richiamano le corporazioni fasciste le quali hanno privilegi di ogni genere, che sottraggono risorse alle casse dello Stato in modo ingiustificato, costringendo governi e maggioranze a tassare di più i cittadini che pagano le imposte. Ma non vogliamo dimenticare le Caste occulte (ma non tanto): la criminalità organizzata, che gestisce una parte del ceto politico e dell’economia, gli evasori fiscali e previdenziali e ultima, ma non meno importante, quella di corrotti e corruttori.

Tremano i polsi a pensare come si possa fronteggiare questa moltitudine di affamati cittadini che affondano i loro denti aguzzi nel tessuto sociale, fatto dalla moltitudine di chi lavora onestamente e sbarca con fatica il lunario.

Questo scenario, che andiamo descrivendo da decenni, non è stato posto sotto i riflettori da giornali e giornalisti, se non in questi ultimi tempi, quando si sono moltiplicati libri e inchieste su scialacquatori, sanguisughe, approfittatori di ogni genere e tipo. Vi è ora una grande sensibilità sulla materia, tanto è vero che libri e inchieste hanno avuto grande successo. La domanda che si pone è come mai solo di recente i riflettori dell’informazione sono stati puntati sulle Caste. La risposta è semplice: fino a quando governi e maggioranze potevano ampliare il disavanzo annuale dello Stato a dismisura, con ciò edificando il mostruoso debito pubblico che ci ritroviamo, superiore a 1900 miliardi, la questione veniva rinviata. Ma con i Patti di stabilità europei, soprattutto con l’ultimo del 25 marzo, Europlus, la festa è finita perchè è stata istituita la Regola d’oro (Golden Rule) e cioè l’obbligo per tutti gli Stati membri di avere il pareggio annuale di bilancio, senza alcuna possibilità di disavanzo. Cosicché il campo si è ristretto, i soldi sono finiti e con essi clientelismo e possibilità di alimentare le Caste.

Vi sono giornalisti da tavolino che guardano i terminali delle agenzie e riempiono le pagine, vi sono i giornalisti da marciapiede. Ripeteva Indro Montanelli che il vero giornalista è colui che consuma le suole delle scarpe e il dito indice, quest’ultimo a forza di suonare campanelli. Giornalista da marciapiede è colui che non si siede mai, che organizza l’inchiesta, che scava e non si arrende di fronte alle difficoltà che incontra. I grandi Bob Woodward e Carl Bernstein sono noti per avere fatto cadere quel corrotto del presidente degli Usa, Richard Nixon, ma pochi si ricordano che un grande protagonista della vicenda fu il direttore del Washington Post, Ben Bradlee, il quale ebbe il fegato di far scrivere ai due giornalisti l’inchiesta che costrinse Tricky Dick Nixon a dimettersi per evitare l’impeachmentBernstein e Woodward non stavano un secondo seduti, ma erano sempre in giro a cercare e a controllare notizie, a contattare gole profonde, a non farsi intimidire dai servizi segreti e dai burocrati federali che opponevano silenzi e minacce.

Il nostro Paese ha bisogno di normali giornalisti-inchiestologi, gente che vuole fare solo il proprio dovere, che tiene la schiena dritta, che non si inchina davanti al potente di turno, che denuncia le eventuali minacce ricevute e continua nella propria attività per appurare la verità. Il ceto politico e burocratico e tutte le Caste prima elencate tendono a nasconderla. Proprio per questo il vero giornalista, quello da marciapiede, non è colui che è iscritto all’albo, non importa se come professionista o come pubblicista, ma chi va alla ricerca della notizia, la verifica e poi la pubblica, naturalmente se è supportato da un direttore da marciapiede e da un editore che non arretra neanche di un millimetro.

La nostra Isola ha bisogno di giornalisti di tal fatta. Più ce ne sono e meglio è, non c’è bisogno di chi lavora per il quieto vivere, ma di chi lavora al servizio dei siciliani, dando voce a chi non ce l’ha. La nostra è una nobile professione che dobbiamo onorare facendo il nostro normale dovere tutti i giorni dell’anno, senza esitazioni.

Carlo Alberto Tregua


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