Concerto Coldplay in Italia nel 2017, possibile data e città: Circo Massimo di Roma o Stadio San Siro di Milano?

Pubblicato il 6 Lug 2016 - 8:00pm di Francesco Paris

C’è un limite a tutto. Pure alle cose belle, buone e giuste. Pure ai Coldplay e a Chris Martin. Perché per davvero non se ne può più. Andarsi a cercare in giro le interviste, le opinioni o i commenti del gruppo e dell’uomo più desiderato sulla faccia della terra è diventata una tortura alimentare, si rischia il diabete. Cadere nell’adulazione è una tentazione irresistibile.

Overdose di zucchero. Non c’è mezza riga, in quella valanga di letame che sa volentieri essere l’internet, che trovi in fallo mister Martin. Il suo atteggiamento? quello del buon samaritano. Chiede scusa e permesso, si lava le mani, alza la tavoletta. Dal punto di vista morale? Ascetico. Dedica il 10% del fatturato Coldplay (che ovviamente viene diviso in maniera uguale con gli altri compagni della band e col pony express che porta le pizze in studio) a fondazioni benefiche. Stile Bono Vox, ma meno parodiato.

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Per non parlare del divorzio da Gwyneth Paltrow, anche lei una che, a parte per il finale, sembra incorniciare in pieno il candido personaggio che interpretava in Seven. Solo il membro numero uno dei Coldplay poteva definirlo “un meraviglioso divorzio”. Niente avvocati, investigatori privati, pallottole nelle buste. Quello tra i due biondini è stato un divorzio consapevole, che per di più ha portato ai Coldplay un bel carico di stimoli creativi. E quindi, come nei più bei biopic movies che si siano mai visti, Chris ha scritto prima Ghost Stories, un album cupo sulla scia della batosta sentimentale, e poi A Head Full Of Dreams, il disco della rinascita spirituale in stile Cantico delle Creature in cui si ringrazia sorella vita per quello che ci da, dolore compreso. In entrambi, per di più, è presente la voce della ex compagna di vita.

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Per l’odor di santità, siamo ai livelli di John Lennon (anche se la signorina Paltrow rispetto a Yoko Ono, non per cattiveria, è tutto un altrow paio di maniche). Se ci fosse ancora Nixon presidente, non esiterebbe a definire Martin un fricchettone antiamericano infiltrato, per questa sua nuova fase del pace e bene. Ed invece (per ora) c’è su Obama, col suo coloratissimo “love is love”, e Chris Martin può dirsi amato e rispettato da tutti.

Quasi meglio di Gesù, che pure qualche nemico ce l’aveva. Ma mentre il capellone più famoso dei cieli e della terra era solito camminare sulle acque, il leader dei Coldplay preferisce il fango. Quello melmoso che si crea intorno al palco nei concerti, quello che collega una band al proprio pubblico.

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Entrambi (Gesù e Chris Martin, ovviamente) hanno comunque fatto dell’attesa il punto cardine della propria popolarità. Certo, il primo si sta facendo aspettare da più di duemila anni, ma diciamo che lo si perdona volentieri, visto il trattamento ricevuto l’ultima volta. Ma Chris Martin? Stavolta lui e i Coldplay non hanno scuse per il mancato ritorno, almeno qui in Italia.

Annunciato per il 2017 il ritorno in Italia dei Coldplay, la band numero uno al mondo

L’ultima volta in casa nostra era il lontanissimo 2012, quando i Coldplay suonarono Mylo Xyloto a Torino. E poi nulla più. Allora ecco, caro Chris Martin, che per la prima volta in carriera anche tu ti sei fatto dei nemici. Noi.

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Che questo basti a far crollare il mito messianico dei Coldplay, sembra esagerato. Sopratutto dopo le recenti dichiarazioni del cantautore a D di Repubblica, occasione in cui si è sbilanciato e ha fatto mettere nero su bianco che l’anno prossimo i Coldplay suoneranno in Italia.

Ovviamente non ha dato altre informazioni, le più preziose. Per quanto riguarda le date ufficiali, il cerchio si restringe ai soli mesi estivi, con una probabilità più alta tra Giugno e Luglio, eletti per eccellenza i mesi per i grandi concerti qui in Italia. Basti pensare ai Gilmour e Springsteen di quest’anno.

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Per quanto riguarda il luogo, le cose si complicano, e le voci sul web si moltiplicano. Nonostante al settentrione tentino di mettere le mani avanti, prospettando un ritorno a Torino o un inedito debutto sul campo di San Siro, i rumors più rumorosi hanno l’accento romano. Il Circo Massimo vuole i Coldplay da parecchio. Dopo più di un anno di annunci a mezza bocca, odori di promessa, scottanti delusioni.

Insomma, cari Coldplay. Noi vi crediamo. Vi aspettiamo. Vi benediciamo pure, tiè. Ma non vi renderemo grazie finché non compariranno i biglietti su Ticket One. È tempo che persino il proselitismo conosca il proprio aggiornamento alla versione 2.0 .

Info sull'Autore

Laureato in Lettere ma con la passione per la batteria. Studia Editoria a Roma (La Sapienza), ma vive e vegeta su Giove (Umbria; Sistema Solare) tra vino rosso, libri di Bulgakov e salsicce di cinghiale. Col tempo ha sviluppato una passione incondizionata per i treni in ritardo. Sogna di scrivere per vivere e non sopporta chi gli dice che è praticamente impossibile. Non perchè non ci crede, ma perchè lo sa già.

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