Conseguenze SI e NO Referendum 4 Dicembre 2016: cosa cambia in caso di approvazione o rifiuto della riforma

Pubblicato il 28 Nov 2016 - 1:40pm di Pietro Paolucci

A sei giorni dal voto per il Referendum Costituzionale, ci occupiamo oggi della questione che più interessa: le conseguenze del Si e del No. Di seguito, vediamo dunque cosa cambierà in caso di approvazione e, allo stesso tempo, quale sarà la situazione politica qualora riscuotesse un maggior consenso il rifiuto della riforma costituzionale RenziBoschi.

Ad ogni modo, nel presente articolo non menzioniamo tutte quelle motivazioni che spingono gli elettori a propendere per l’uno o l’altro partito. Per un approfondimento in merito potete consultare i seguenti articoli (perché Sì, perché No) che possono tornare utili sia a coloro i quali sono ancora indecisi sulla qualità del proprio voto, sia a chi è dubbioso se recarsi o meno alle urne domenica prossima, 4 dicembre 2016.

Cosa succederà con la vittoria del Sì al Referendum Costituzionale?

Dando per scontato che ormai si conoscano, tutto sommato, le caratteristiche della riforma costituzionale Renzi-Boschi per cui si voterà fra sei giorni, procediamo col riferire cosa cambierà effettivamente sui due fronti in oggetto: le conseguenze alla luce del Si e del No. In ordine, una vittoria del consenso al prossimo referendum costituzionale, s’intende, condizionerebbe l’effettivo favore del Governo.

In tale situazione Renzi, potrà godere di una conferma ‘indiretta’ dell’appoggio degli italiani, circostanza che tuttavia causerebbe probabilmente una temporanea instabilità a livello economicofinanziario. Malgrado non si possa paragonare il caso italiano con il referendum per la Brexit, molti analisti prospettano una certa incidenza dell’argomento non solo a livello nazionale.

Una vittoria del Si parrebbe la situazione sperata dagli analisti e dagli investitori stranieri, caso che allontanerebbe notevolmente lo spauracchio di un’eventuale referendum sull’uscita dall’Unione Europea. È chiaro che il consenso della riforma legittimerebbe ancor più Matteo Renzi al Governo, non tanto dall’Europa, già piuttosto soddisfatta dalle riforme portate a termine, a quanto pare, bensì proprio dall’interno del Paese. Quest’ultima sentenza nasce in conseguenza alle ingenti opposizioni di pressappoco tutti i partiti italiani, oltre a parecchi membri interni al PD che sembrano portare la bilancia a propendere per un’eventuale vittoria del No.

E se invece proprio questi ultimi finissero per superare domenica prossima i votanti favorevoli come le previsioni aggiornate rivelano?

Quali saranno le conseguenze del No alla riforma?

É ormai assodato che il Premier Renzi non si dimetterà di sua spontanea volontà dalla carica di Presidente del Consiglio qualora la riforma costituzionale venisse bocciata. Fugata, come è giusto che sia, un’inutile personalizzazione che già gravò abbondantemente sui sondaggi della prima metà del 2016 lasciando ancora oggi visibili strascichi, il Governo non è ciò malgrado incolume dalle ripercussioni che si avranno di conseguenza.

Anzi, è allo stesso tempo chiaro, che la vittoria del No, inciderebbe notevolmente sul consenso pubblico. Di conseguenza lo spettro di una nuova votazione per un nuovo Governo diventerebbe tangibile e verosimile. Le circostanze politiche, secondo gli analisti potrebbero portare sì, in un prossimo futuro, l’abbandono di Palazzo Chigi da parte di Matteo Renzi, ma nondimeno, costui è improbabile lascerà la guida del PD.

Come dicevamo brevemente nel precedente paragrafo, i mercati propenderebbero per una vittoria del Si, situazione che non creerebbe l’instabilità che con ogni probabilità risulterebbe qualora vincesse la bocciatura della riforma. In tal proposito, parecchio tempo fa, a giugno, Confindustria fece uno studio a ciò relativo da cui emerse un’eventuale recessione che si tradurrebbe nell’arco di tre anni nei seguenti dati statistici: sei punti in meno di Pil, 600 mila posti di lavoro in meno rispetto ad ora, e cifre sull’ordine di miliardi di investimenti esteri che non arriverebbero al nostro Paese.

La stessa elezione di Donald Trump, sembrava poche settimane fa l’avvento di un’apocalisse per l’economia non soltanto statunitense. Già oggi, 28 novembre 2016, l’instabilità dei primi giorni pare cessata, segno che anche in Italia, una vittoria del No difficilmente porterebbe alla problematica paventata da Confindustria.

Ad ogni modo, per eventuali aggiornamenti sulle conseguenze del Si e No del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, seguiteci nei giorni a venire.

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