Contreras, foto di guerra e correttezza dell’informazione

Pubblicato il 31 Gen 2014 - 3:00pm di Redazione

Dopo lo “scandalo Contreras” ci possiamo fidare delle foto scattate sugli scenari di guerra?

Contreras

Leggevo qualche giorno fa che il fotografo  Narciso Contreras ha perso la sua collaborazione con l’agenzia di stampa Associated Press. La causa di tutto una foto che Contreas ha inviato dalla Siria. Essendo risultata contraffatta, la prestigiosa agenzia americana con sede in tutto il mondo ha anche ritirato dalla vendita tutte le sue fotografie. Un autentico autogoal di Contreras, che era stato anche vincitore del premio Pulitzer.

Questa vicenda ripropone una seria riflessione non solo sulla professionalità che ogni giornalista e fotoreporter dovrebbe mantenere. Ripropone anche il problema della divulgazione, sempre più frequente, di false foto provenienti dai teatri di guerra di tutto il mondo. La presenza sempre più massica dei social network nell’ambito dell ‘ informazione, come Facebook, Twitter e blog di ogni genere, rende sempre più divulgabili notizie e fotografie a una velocità inaudita. Se a tutto questo viene aggiunto  che ormai dappertutto, non solo un reporter professionista, ma una persona qualsiasi può avere tra le mani uno smatphone con cui fotografare cosa vuole e mettere subito il tutto in rete, il gioco è fatto.

Tutto finisce in un enorme calderone di foto e notizie dove si può trovare di tutto. Tutto a “ buon mercato” soprattutto sulle fotografie, gratis e visibili in un istante. E spesso capita che vi siano foto di un conflitto spacciate per un altro oppure foto scattare anni prima fatte passare per attuali. È evidente che ci troviamo in una vera e propria giungla senza regole. Una giungla che finisce con l’essere una spietata concorrenza per i reporter di professione, che hanno sempre più difficoltà nel vendere le fotografie e sono spesso costretti ad abbassarne i prezzi. O, peggio, come in questo caso, nel contraffarle per renderle più efficaci .

Per questo meglio sempre prendere con prudenza e verificare bene ogni foto, nei limiti di quanto è possibile. Prestando attenzione ai particolari dell’immagine, a cosa realmente rappresenta, e se riusciamo a sapere da chi è stata fatta tanto meglio. Il modo di fare informazione, soprattutto da chi la fa negli scenari di guerra, è radicalmente cambiato rispetto a quello che poteva essere anche sino a 15 anni fa. L’espandersi di internet e il sempre più crescente numero di utenti collegati alla rete in tutto il mondo è un fenomeno che non si può più sottovalutare. Neanche se ci troviamo di fronte ad un immagine scattata da un premio Pulitzer.

Info sull'Autore

Lascia Una Risposta