Incredibile scoperta nell’Amazzonia peruviana

Pubblicato il 26 Feb 2013 - 5:59am di Redazione

 

AmazzoniaUn’antichissima architettura e una complessa ideologia religiosa nell’Amazzonia peruviana

Resti imponenti di una architettura monumentale stanno emergendo da un tempo ed un sito dove nessuno se li sarebbe aspettati: siamo nell’Amazzonia peruviana, dove lo scavo condotto dagli archeologi stupefatti ha portato alla luce grandi pareti dipinte di un antichissimo tempio a cielo aperto, istoriate con graffiti a temi religiosi che risalgono ad un periodo compreso fra il 1800 ed il 1200 a.C., ossia oltre tre millenni prima che gli Inca cominciassero ad estendere il loro impero.

La missione di scavo è diretta dallo studioso peruviano Quirino Olivera Nunez, ma la prima notizia di questa straordinaria scoperta, che ancora nessuno aveva divulgato, è stata diramata dal grande archeologo americanista italiano Giuseppe Orefici, che è attualmente impegnato nello scavo del più grande sito cerimoniale della storia umana, a Cahuachi, un complesso della cultura Nazca che si stende su 26 chilometri quadrati verso la costa del Pacifico, e che ha già restituito rivelazioni di grande suggestione sul rapporto dei Nazca con le divinità.

AmazzoniaLa regione amazzonica peruviana ai piedi delle Ande dove sta lavorando Olivera Nunez è flagellata dal terrorismo da narcotraffico, e stuprata da una deforestazione devastante. In realtà, sono almeno tre le culture antiche, molto più antiche di quanto finora si potesse immaginare, succedutesi nell’arco dei millenni sul medesimo sito, ma senza alcuna continuità cronologica. I reperti più antichi di tutti, che ci costringeranno a riscrivere buona parte della storia del popolamento delle Americhe, rivelano pitture sulle pareti di un tempio, raffiguranti divinità e rituali ancora da decifrare, e soprattutto mappe territoriali rappresentate in pianta, dove era disegnato con evidenza il tracciato dei fiumi. Il livello di avanzamento di questa cultura, denominata «di Balsapuerto» dagli archeologi (dal nome della località), è rivelato dalla tecnologia agricola che praticava: i loro campi coltivati si trovavano su terra pieni sopraelevati artificialmente, circondati dalle acque. I resti del tempio appena scoperto in Amazzonia si trovano a Las Juntas, a nord di Bagua (stato di Amazonas), molto vicino alla confluenza fra il fiume La Peca e l’Utcubamba.

L’elemento più straordinario di questo scavo sono le grandi pareti argillose del tempio a cielo aperto, istoriate con graffiti a temi religiosi e con la rappresentazione di divinità che tengono nelle mani trofei di teste umane: rappresentano sacrifici umani rituali, un elemento frequentemente ricorrente nelle culture americane antiche.

La gente di Balsapuerto scompare senza lasciare discendenza apparente su quel sito, dove solo molti secoli più tardi arrivarono altre popolazioni, che pure abbandonarono successivamente quel luogo non senza lasciarvi tracce notevoli del loro insediamento, come pezzi raffinati di vasellame dipinto o inciso con temi di natura religiosa e rituale, destinati alla conservazione di alimenti vari e bevande, anche fermentate. I medesimi temi rappresentati in queste decorazioni si ritrovano anche nei reperti archeologici restituiti dagli scavi inAmerica centrale (in particolare in Honduras).

Lo scavo diretto da Orefici a Cahuachi, invece, riguarda la cultura Nazca, di cui tutti ormai conoscono le misteriose “piste”, disegni tracciati sul terreno e, incomprensibilmente, visibili e decifrabili solo dall’alto, da altitudini irraggiungibili per gli uomini dell’epoca (la civiltà Nazca fiorì fra il V° secolo a.C. ed il VI° secolo d.C., e declinò in seguito all’espansione dell’impero degli Wari, proprio di una delle popolazioni che si erano insediate a Balsapuerto). Anche da quello scavo stanno emergendo scoperte notevolissime, ancora in fase di studio.

AmazzoniaIl ruolo di Cahuachi – ci spiega Orefici – fu importantissimo, perché da luogo sacro si convertì in una potente capitale teocratica proprio durante il millennio della propria esistenza. Era anche un luogo di pellegrinaggio, dove la gente affluiva da molto lontano per portare offerte e compiere sacrifici, anche umani. L’abbandono di Cahuachi avvenne in occasione di alcune devastanti alluvioni, che coincisero con grandi terremoti che in parte distrussero lo stesso centro cerimoniale, fino a quel momento floridissimo”. L’interpretazione di Orefici di questo abbandono è rivelatrice della relazione del popolo Nazca con il divino: quegli eventi catastrofici, in sostanza, delegittimarono la classe sacerdotale, “che non venne più riconosciuta come interprete del volere degli dei – spiega l’archeologo italiano – per cui si realizza una transizione da un potere teocratico ad uno di tipo laico e relazionato a dignitari locali, con successivo frazionamento del potere politico”.

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