Max Stirner: un vagabondo dello spirito?

Pubblicato il 11 Lug 2014 - 3:23am di Redazione

Max Stirner

Da circa un anno è stato pubblicato un classico del pensiero filosofico, per la prima volta in lingua italiana, “Max Stirner. Vita e opere” di John Mackay per la casa editrice Bibliosofica. Ne consigliamo a tutti i nostri lettori la lettura e l’approfondimento e, per questo, pubblichiamo l’introduzione al testo curata da Giovanni Feliciani. Buona lettura. 

Quando, nell’estate del 1887, il giovane poeta scozzese John Henry Mackay (1864 – 1933), consultando presso il British Museum di Londra la Storia del materialismo di F. A. Lange, si imbatté nel nome di Max Stirner (1806 – 1856) e nella sua opera L’Unico e la sua proprietà, fu come folgorato da un incomparabile desiderio di approfondirne la conoscenza. E fu così che, con grande entusiasmo, dedicò molti anni della sua vita alla ricerca di tutte le fonti possibili, sia testimoniali che documentarie, per realizzare una biografia, per raccogliere i testi, per perpetuare la memoria, insomma per togliere dall’oblio quell’oscuro filosofo, morto in povertà e ormai dimenticato da tempo.

Quella del Mackay rimane a tutt’oggi l’unica biografia attendibile di Max Stirner. Ne curò tre successive edizioni, negli anni 1898, 1910, 1914. Quest’ultima viene qui utilizzata per la prima traduzione pubblicata in lingua italiana (sono stati omessi: l’albero genealogico, la bibliografia, l’indice dei nomi). Essa colma una lacuna, in quanto un’opera scritta con così grande passione merita di essere conosciuta, soprattutto perché apre un velo più  “umano” rispetto alla imponente bibliografia stirneriana, incentrata quasi esclusivamente su studi e ricerche di preminente carattere filosofico. Fu comunque merito del Mackay se il pensiero di Max Stirner rifiorì verso la fine dell’Ottocento, e influì in particolare nell’ambiente individualista anarchico.

Max StirnerMa sono tanti i filosofi debitori nei confronti di Stirner. Basti ricordare Marx ed Engels che scrissero L’ideologia tedesca subito dopo la pubblicazione dell’Unico, la cui parte critica riguardante Stirner superava di gran lunga lo stesso Unico (purtroppo Stirner non poté leggerla poiché essa fu edita completamente soltanto nel 1932).

Addirittura Max Stirner è considerato un precursore di Friedrich Nietzsche che, pur non avendolo mai citato nelle sue opere, aveva timore di poter essere accusato di plagio, essendo state accertate varie testimonianze che provano come lui lo conoscesse bene.

La vita di Max Stirner è stata interessantissima: era uno studioso e un lettore onnivoro, ha scritto libri e articoli, ha frequentato il circolo dei “Liberi” a Berlino in un periodo storico di forti fermenti politici e culturali, ha avuto due matrimoni (la prima moglie muore di parto precoce, la seconda lo abbandona), ha insegnato in un “Istituto per ragazze di buona famiglia”, poi si è ridottto in miseria ed è stato anche in prigione per debiti, muore dimenticato da tutti. Il suo vero nome era Johann Caspar Schmidt, e lo pseudonimo con cui è ricordato significa grande (max) fronte (stirn).

Dalla sua vita se ne potrebbe trarre un film, o uno sceneggiato televisivo, o un’opera teatrale. Me lo auguro. Esiste un filo “radicale” nel corso della Storia, che fa sì che essa muti nel tempo ad opera di pensatori che avvertono il fluire perenne dei cambiamenti umani. Il mio interesse per tali tematiche è nato al tempo dei miei studi universitari, e non a caso la mia Tesi di laurea in Filosofia era intitolata: L’individualismo radicale di Max Stirner. Nichilismo e terrorismo nell’Europa della seconda metà dell’Ottocento, con una appendice su Stirner e Nietzsche. Mi fu però suggerito, su consiglio del mio professore, di cambiare il titolo in modo più morbido per timore che potesse sembrare troppo “pericoloso”, nonostante gli elenchi con i titoli delle tesi fossero già usciti in bacheca, e divenne: Alcuni momenti del pensiero e dell’azione radicale nell’Europa della seconda metà dell’Ottocento. In seguito comunque, collaborando alla cattedra di Filosofia  morale, ho potuto effettuare all’università, un seminario intitolato: Max Stirner e il nichilismo, frequentato in verità da poche persone.

Dopo aver letto tante opere di e su Stirner, mi sono sempre chiesto perché non sia mai stata tradotta e pubblicata in italiano la biografia del Mackay. Finalmente, essendo diventato editore, ottempero a soddisfare questo mio desiderio.

Ritengo il pensiero di Max Stirner sempre attuale. In molti hanno cercato di inquadrarlo o di classificarlo, nei campi dell’individualismo, dell’anarchismo, dell’esistenzialismo, e altro. Ma lui se la ride delle etichette, e se proprio lo si vuole definire si può dire che è stato “Vagabondo dello spirito” proprio nel senso da lui dato a questo termine nel suo libro immortale: L’Unico e la sua proprietà.

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