Densitometria Ossea MOC: costo ticket, esenzioni, come si esegue e valori di riferimento

Pubblicato il 18 Nov 2022 - 1:31pm di Alessandra Corbo

Il test di densitometria ossea, chiamata anche più comunemente MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), è un esame medico che consente di conoscere se si è affetti da patologie a carico dell’apparato scheletrico. In particolar modo, la densitometria ossea è l’esame principe per conoscere se si è affetti da osteoporosi, una malattia sistemica, che può quindi colpire indistintamente tutto l’apparato scheletrico, andando ad alterare la qualità delle ossa e aumentando di conseguenza, l’eventualità e il rischio di fratture ossee.

L’osteoporosi è, purtroppo, molto comune soprattutto tra le donne che si trovano in menopausa e, più in generale, è molto diffusa anche tra le persone in età avanzata, in questo caso anche gli uomini sono particolarmente colpito con l’avanzare dell’età.

Perciò, eseguire nei tempi giusti un esame come la MOC significa prevenire l’avanzare della malattia e contenere gli effetti indesiderati. Pertanto, ai fini della prevenzione, sarebbe corretto eseguire sempre una MOC almeno ogni 18 mesi, soprattutto da una certa fascia d’età in poi (a partire dai 60 anni). In questo articolo vedremo quanto costa l’esame per il calcolo della densità ossea, le eventuali esenzioni e ogni informazione utile relativa all’esecuzione di questo esame.

Densitometria ossea: costo ticket e prezzo in cliniche private

Determinare il costo di una MOC non è facile, anche perché, come per ogni esame, anche la densitometrica ossea può essere eseguita presso una struttura pubblica, pagando il ticket, oppure presso uno studio privato.

Generalmente, considerando entrambe le possibilità e cioè che l’esame venga svolto in un ospedale pubblico oppure in una clinica privata, il costo della MOC oscilla tra i 60/70 euro e i 250 /270 euro.

Per quanto riguarda il costo del ticket presso un ospedale pubblico, il costo della MOC oscilla tra i 60 e i 175 euro e varia in base all’area deve essere eseguito l’esame, ad esempio:

  • solo a un polso o a un ginocchio il costo di aggirerà intorno ai 60/65 euro;
  • al bacino, il costo sarà intorno ai 80/85 euro;
  • total body, il costo si aggirerà intorno ai 90/100 euro.

Come abbiamo appena visto, il costo di una MOC con ticket sanitario pubblico va tra i 60 e i 100 euro circa, sempre tenendo presente che potrebbero esserci delle oscillazioni dipese dal sistema sanitario regionale e dal tariffario adottato dall’ospedale che comunque rimane sempre in linea con i prezzi del Servizio Sanitario Nazionale.

Discorso diverso, invece, nel caso in cui l’esame viene effettuato in regime privato. I prezzi, in questo caso, sono difficilmente identificabili poiché seguiranno le logiche del libero mercato e, di conseguenza, potrebbe accadere che si possa usufruire di un prezzo contenuto, come può invece accadere che si paghi un prezzo piuttosto elevato. Facendo un rapido riscontro tra i prezzi trovati in rete, sulle pagine ufficiali delle cliniche private di diverse regioni italiane, si può riscontrare facilmente come il costo di una MOC eseguita in regime privato, subisca un incremento del 20/30% sul prezzo. Perciò, mediamente, il costo di una MOC eseguita presso un ospedale privato oscilla tra i 100 e i 270 euro. L’incremento di prezzo è giustificato dal fatto che, solitamente, gli istituti sanitari privati dispongono con più facilità di macchinari all’avanguardia che effettuano esami di precisione che, nel caso di un esame come la MOC, è decisamente importante.

Esenzioni dal pagamento dell’esame di densitometria ossea MOC

Tuttavia, come accade per ogni esame, anche nel caos della MOC è possibile ottenere un’esenzione dal pagamento del ticket.

L’esenzione dal pagamento del costo dell’esame consente quindi di non pagare alcun costo per l’effettuazione dell’esame; si tratta di una condizione straordinaria che viene concessa solamente ad alcuni pazienti che versano in particolari condizioni

Vediamo quali sono. Sono esentati dal pagamento del ticket della MOC, i seguenti pazienti:

  • soggetti con familiarità all’osteoporosi: in questi casi, l’anamnesi familiare materna è positiva per fratture femorali, alle vertebre o ai polsi in età inferiore ai 75 anni;
  • soggetti con osteoporosi cronica di livello moderato/grave che necessitano di effettuare esami ravvicinati;
  • soggetti affetti da malattie endocrine quali ipotiroidismo, ipertiroidismo, malattie da malassorbimento;
  • soggetti affetti da sindromi e malattie da immunodeficienza;
  • soggetti oncologici;
  • donne in gravidanza.

Per ottenere l’esenzione sarà sufficiente contattare l’ASL di riferimento e farsi dare tutti i moduli necessari a effettuare la richiesta. I moduli andranno compilati e corredati da tutta la documentazione utile a certificare lo stato di salute e la sussistenza delle condizioni utili ai fini dell’esenzione. Naturalmente, in questa fase, sarà necessario contattare il medico di base che certificherà l’eventuale esenzione.

Inoltre, è possibile ottenere l’esenzione anche per ragioni di reddito: i soggetti che infatti dispongono di un reddito al di sotto della soglia sono esentati dal pagamento del ticket sanitario.

Come si esegue la densitometria ossea MOC: ci si deve spogliare o no?

Qualunque sia l’area interessata, la MOC è un esame assolutamente non invasivo e di breve durata. Inoltre è un esame del tutto indolore che non ha alcun tipo di ripercussioni sulla salute del paziente.

A differenza di una qualsiasi analisi di laboratorio, in questo caso non occorre alcun tipo di preparazione se non quella di non assumere integratori di calcio o affini nelle 24 ore che precedono l’esame. 

Inoltre non è necessario spogliarsi, ma si può rimanere completamente vestiti, meglio se con indumenti comodi e non troppo pesanti (tipo tuta, leggins ecc.)

A questo punto il paziente viene fatto stendere su un lettino e un braccio automatico passerà sopra l’area coinvolta, come uno scanner vero e proprio.

Inoltre, a differenza della TAC e dalla RM, non è necessario alcun mezzo di contrasto per eseguire l’esame e il lettino rimarrà sempre sempre aperto, durante tutta la durata dell’esame, pertanto il paziente non verrà mai messo in una condizione di disagio o tale da indurre spiacevoli reazioni di paura.

Infine, un’altra nota senz’altro rassicurante, è la breve durata dell’esame che raramente supera i 15/20 minuti.

Guida alla lettura dei valori di riferimento della densitometria ossea

Tutti i risultati dell’esame vengono riportati utilizzano quello che in gergo medico viene chiamato: T-score.

Questa unità di misura è in verità un valore che mostra la maggiore o la minore densità ossea rispetto a un parametro standard che è rappresentato da un adulto dell’età circa di 30 anni, quando il corpo raggiunge il picco massimo di densità ossea. Per diagnosticare l’osteoporosi, quindi, il personale sanitario guarda il T-score più basso.

Stando ai criteri dei medici, che poi sono gli stessi adottati dall’OMS, i parametri per diagnosticare l’osteoporosi sono:

  • T-score -1,0 o più alto, è indice di una densità ossea nella norma. In altre parole, il paziente è sano e non presenta osteoporosi;
  • T-score tra -1,0 e -2,5, è indice che la densità ossea è piuttosto bassa e il paziente si trova in una condizione di osteopenia;
  • T-score di -2,5 o meno è indice di osteoporosi. Il paziente è quindi affetto dalla malattia;
  • T-score inferiore a -2,5 è indice di osteoporosi conclamata, anche in virtù della presenza di una o più fratture dipese da una condizione di fragilità.

In altre parole, come abbiamo visto, più il T-score è basso e più bassa è la densità ossea. Il T-score è dunque un valore che si calcola sempre in negativo, nel senso che viene sempre espresso con il meno davanti poiché per diagnosticare l’osteopenia o l’osteopatia è necessario fare riferimento a un adulto sano. Ciò che interessa ai fini della diagnosi di osteopatia è la differenza con un soggetto sano e uno potenzialmente affetto da osteoporosi e quindi è proprio sulla maggiore o minore differenza di quel valore che si baserà la diagnosi definitiva.

Naturalmente, occorre fare una puntualizzazione: quanto abbiamo appena detto vale per effettuare una diagnosi di osteoporosi su un soggetto in cui sono presenti segnali e sintomi della malattia e che si trovino in una fascia d’età a rischio malattia (over 65). Nei soggetti giovani, infatti, non è esattamente la stessa cosa: non è infatti troppo corretto misurare la densità ossea dei bambini con quella degli adulti poiché la densità, in questi casi è molto sottostimata rispetto ai valori di riferimento. 

Pensiamo ad esempio a un neonato, la densità delle sue ossa non potrà mai essere la stessa di un adulto medio perché il suo apparato scheletrico è ancora in piena formazione e i valori non fanno media. In questi casi, infatti, i valori di riferimento sono differenti e devono rientrare nelle considerazioni della medicina pediatrica. Dunque, occorre prestare molta attenzione alla valutazione corretta della massa ossea dei bambini perché i risultati potrebbero essere fuorvianti, se paragonati alla densitometria di un giovane adulto.

In questo caso, per non correre il rischio di diagnosticare un’osteopenia inesistente, occorre convertire il punteggio in Z-Score e declinare i valori per sesso ed età del soggetto. Il valore Z-Score può essere dunque utilizzato per valutare la densità ossea dei bambini, donne in stato interessante e adolescenti. In questi casi, infatti, uno Z-Score al di sopra di -2,0 è assolutamente normale e non deve affatto allarmare. Infatti, è solamente con il ridursi del valore T-Score e Z-Score che aumenta il rischio di incorrere in fratture ossee e non il contrario.

Info sull'Autore

Lascia Una Risposta