Desertificazione e paura dei mutamenti climatici

Pubblicato il 14 Gen 2014 - 6:00pm di Ignazio Russo

Desertificazione, mutamenti climatici, danni all’umanità e le colpe dell’uomo

desertificazione

L’umanità, ormai da circa un secolo, non ha fatto altro, giorno dopo giorno, che inquinare pesantemente il proprio habitat, immettendo nell’atmosfera della terra gas nocivi senza dar troppo peso alle conseguenze che un tale comportamento avrebbe, prima o poi, inevitabilmente arrecato sui mutamenti climatici e all’ecosistema. Evento che, ovviamente, si è puntualmente e tristemente verificato, con esiti rischiosi per il futuro stesso del pianeta.

È stata, pertanto, giusta la decisione di ridurre i CFC; però è altrettanto palese che questi ultimi non sono i soli elementi inquinanti da bandire. E se il “buco” dell’ozono si sta richiudendo, nel frattempo non sembrano guarire i guai da esso già causati, tramite il famigerato ‘effetto serra‘, come lo scioglimento dei ghiacciai del Polo e la bizzosità di alcune stagioni. Le conseguenze da ciò derivanti potrebbero essere a dir poco paurose e interesserebbero, in un futuro neanche troppo lontano, circa un miliardo d’individui.

Cominciamo dai ghiacciai del Polo: la calotta polare artica si sta sciogliendo a una velocità senza precedenti; il gelido manto della Groenlandia, ad esempio, sta svanendo in misura sconvolgente. Ampie zone che, fino a circa cinquanta anni fa, non erano altro che distese di ghiaccio, ora appaiono floride di vegetazione. Il problema dei ghiacciai che si sciolgono desta serissima preoccupazione, poiché ciò significherebbe un innalzamento dei mari, con conseguente affondamento di molte città situate vicino alle coste.

Ma non è il solo. Ce n’è un altro, quasi opposto, che suscita ancor più timore: quello della desertificazione, ancor più imminente. Uno spauracchio che getta studiosi e ambientalisti nella più profonda costernazione. E qui le colpe dell’umanità sono più evidenti. Va specificato, infatti, che la desertificazione, cioè l’inaridimento del suolo in aree aride, semi aride e secche sub umide, non ha niente a che vedere con il fenomeno della desertizzazione, ovvero la naturale avanzata dei deserti. La desertificazione è cosa ben diversa: oltre ai mutamenti climatici naturali, è la malefica azione dell’uomo a risultare ben evidente, tramite inquinamento, agricoltura intensiva, costruzione di dighe e deforestazione. In molti luoghi, i terreni fertili si sono inariditi perché, onde aumentarne i profitti, sono stati sfruttati in modo eccessivo o scriteriato. La desertificazione, quindi, è divenuta un mostro che divora, ogni anno che passa, ben il 3% delle terre fertili e, pertanto, produce, nell’ordine: carestie, povertà, esodi migratori, turbolenze politiche e sociali, nonché guerre che, a loro volta, producono ulteriore desertificazione.

Una grave minaccia a cui il nostro Paese non è immune, soprattutto per quanto riguarda Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Siamo quindi condannati?

Info sull'Autore

Ignazio Russo ha iniziato l’attività di corrispondente con le testate giornalistiche: "Parola di Vita" della Curia Diocesana di Cosenza, "La Calabria", "Corriere della Sibaritide", "Il Gazzettino del Crati", Agenzia di stampa "Rotopress", "Oggi Sud", "Il Tempo", "Il Corriere dello Sport-Stadio". E’ stato anche intervistatore autorizzato dell’istituto "Doxa". Ha collaborato con Luigi Veronelli nella rubrica Gastronomia per "Il Giorno" e con Gustavo Valenti per la rubrica "Paese che vai", prodotto dalla RAI. Attualmente è addetto stampa dell’Associazione professionale cattolica di insegnanti, dirigenti e formatori (UCIM). E’ docente di Scienze Motorie e Sportive ed autore del testo scolastico per i licei e gli istituti superiori “Il movimento è vita".

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