Effetti Elezioni USA sulla Borsa: previsioni, come investire in caso di vittoria Trump o Clinton

Pubblicato il 5 Nov 2016 - 11:55am di Ubaldo Cricchi

Le Borse mondiali stanno vivendo un momento poco positivo causato anche (e soprattutto) dall’incertezza su chi sarà il vincitore delle presidenziali negli Stati Uniti: cerchiamo di fare delle previsioni su quelli che potrebbero essere gli effetti delle elezioni USA sulla Borsa per capire come investire in caso di vittoria di Donald Trump o di Hillary Clinton.

Borse nervose in vista delle elezioni USA

Il recente recupero di Trump nei sondaggi (ne abbiamo parlato pochi giorni fa: alcune statistiche parlano di un testa a testa) preoccupa i mercati; anche se la Clinton sembra godere di un certo margine di vantaggio (ridotto anche a causa della riapertura dell’indagine FBI sullo scandalo mailgate), lo spettro della vittoria del magnate inizia a farsi sentire sui mercati: gli investitori sembrano preoccuparsi molto della possibilità che questo possa accadere, ma cerchiamo di capire perché.

Nel corso degli ultimi mesi si è parlato molto (anche troppo) degli atteggiamenti, delle sparate e delle vicissitudini di Trump con l’altro sesso, ma effettivamente il suo programma spesso è passato in secondo piano. Parliamo di un programma che può essere definito come rivoluzionario (poi ognuno è libero di scegliere se nel bene o nel male) e nel caso in cui il miliardario riesca ad affermarsi alle elezioni USA che si terranno tra un paio di giorni (più precisamente l’8 novembre) ci potrebbero essere effetti importanti sulla Borsa e sui mercati. Per avere un quadro più chiaro diamo uno sguardo a quali sono le posizioni dei due candidati su alcuni dei temi principali.

Le posizioni dei candidati Clinton e Trump

TASSE

  • La Clinton vorrebbe mantenere gli stessi scaglioni (il più alto al 36,9%), creare un sovraccarico del 4% sui redditi che vanno oltre i 5 milioni di dollari, mettere in atto la regola di Buffet (aliquota minima del 30% per i redditi che superano 1 milione), aumentare le tasse sul capital gain da attività detenute per meno di due anni, aumentare le entrate derivanti dalle tasse passando da 500 miliardi a 1.250 miliardi in dieci anni.
  • Trump invece vuole tre scaglioni d aliquote (12, 25, 33%), tasse sulle imprese al 15%, abolire l’alternative minimum tax, ridurre il gettito fiscale (praticamente dimezzandolo), dare più vantaggi ai cittadini con redditi alti.

SPESA PUBBLICA

  • Clinton vorrebbe stanziare 1.250 milioni a favore di child care, infrastrutture, educazione e healthcare.
  • Donald Trump pensa a stanziamenti di 950 miliardi per la difesa e per i benefici a favore dei veterani, non vuole tagli ai programmi assistenziali, e vuole ridurre di 700 miliardi la non-defense discretionary spending del 25% .

COMMERCIO

  • Durante la campagna elettorale Hilary Clinton ha scelto di muoversi verso una linea più protezionista e ha fatto intendere di vuole rinegoziare la Trans-Pacific Partnership che lei stessa in passato aveva promosso come segretario di stato.
  • Il magnate di New York vuole imporre dei dazi su Messico (35%) e Cina (45%), vuole un nuovo accordo (o l’uscita) dal NAFTA, cioè l’accordo nordamericano per il libero scambio, e ritirarsi definitivamente dalla Trans-Pacific Partnerschip.

IMMIGRAZIONE

  • Clinton vuole dare agli immigrati clandestini la possibilità di ottenere la cittadinanza.
  • Completamente diversa la visione di Trump, che dell’espulsione di tutti gli immigrati clandestini (che sono più o meno 11 milioni, di cui più della metà ha un impiego) uno dei suoi cavalli di battaglia.

SALARIO MINIMO

  • La Clinton vorrebbe un aumento graduale del salario per ogni ora lavorata, che dovrebbe passare da 7,25 a 12 o 15 dollari.
  • Su questo aspetto Trump non ha fatto alcuna proposta.

Gli effetti delle elezioni: previsioni e come investire

Nel tentativo di fare qualche previsione sugli effetti delle elezioni USA sui mercati molti considerano anche le statistiche del passato: dopo la grande crisi del 1929, Wall Street ha registrato risultati migliori quando l’inquilino della Casa Bianca era un democratico. Ma restando all’attualità: molti analisti affermano che la vittoria di Trump potrebbe avere sui mercato un impatto negativo superiore anche a quello causato dalla Brexit qualche mese fa. Ci sono dei dubbi sui reali effetti dei punti del suo programma sulla crescita economica degli USA e l’imposizione di dazi a Messico e Cina potrebbe non solo scatenare una guerra dei prezzi, ma nella peggiore delle ipotesi si potrebbe arrivare ad uno stop commerciale tra gli Stati Uniti e il gigante asiatico e alla nascita di barriere commerciali anche verso il Messico e il Canada (con effetti negati per quanto riguarda le esportazioni); bisogna poi sottolineare che in molti sono convinti che la realizzazione di un programma così rivoluzionario sia molto difficile e un mancato mantenimento delle promesse potrebbe generare disillusione.

Gli investitori pensano quindi a coprirsi con l’intenzione di ridurre i rischi (c’è chi consigli di rimanere il più liquidi possibile); una vittoria di Trump spingerebbe i mercati in modalità Risk Off, con un sell-off per quanto riguarda l’azionario e un allargamento degli spread di credito. Si può pronosticare una corsa verso gli asset sicuri, con un aumento dei flussi monetari verso i Traseuries. Il Dollaro potrebbe rinforzarsi nei rapporti con le valute emergenti, ma potrebbe avere qualche difficoltà nei confronti delle valute sicure come l’Euro e, soprattutto, lo Yen. La fase di panico della Borsa non dovrebbe durare però troppo a lungo: i mercati si stabilizzeranno per scoprire le evoluzioni del dibattito politico e per concentrarsi nuovamente sui dati economici, anche se inizialmente dobbiamo aspettarci un po’ di volatilità.

Riepilogando, una vittoria di Trump porterebbe benefici all’oro (l’imprevedibilità dell’imprenditore nel ruolo di presidente potrebbe innescare un rally del 10% nell’arco dei prossimi 12 mesi) e allo Yen (e probabilmente anche alla Sterlina), mentre ne uscirebbero danneggiati il Peso messicano, l’azionario e molto probabilmente anche il petrolio. La Borsa sembrerebbe molto più rilassata nel caso in cui fosse Hillary Clinton a vincere le elezioni USA: con lei alla Casa Bianca forse potremmo assistere ad un calo della valutazione dell’oro, che sarebbe comunque destinato a risalire a causa dei grandi interventi infrastrutturali inseriti in programma che porteranno ad un incremento del deficit e dell’inflazione, due fattori che fanno bene al prezzo del biondo metallo in ottica di lungo periodo. Chi pensa di voler approfittare dei movimenti in Borsa in vista delle elezioni USA dovrebbe affidarsi esclusivamente a broker online sicuri, legali e affidabili.

Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

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