Escape Room: recensione del nuovo film del regista di Insidious l’ultima chiave Adam Robitel

Pubblicato il 13 Mar 2019 - 6:24pm di Francesco Salvetti

Arriva nelle sale “Escape Room”: nuovo film del regista di “Insidious l’ultima chiave” Adam Robitel.

Che cosa ci fanno una studentessa diligente, un broker di successo, una ex militare, un ex minatore, un nerd e un impiegato di un supermercato in una stanza piena di misteri? Come mai hanno ricevuto quest’invito? Come fanno a sapere tutto su di loro? Tutte le risposte vi verranno date nel film “Escape Room”.

Recensione del film “Escape Room”

Da qualche anno a questa parte stanno sempre più prendendo piede nel nostro paese le Escape Room, delle stanze dove vengono ricreati ambienti e situazioni come ad esempio: “ospedali psichiatrici” o “omicidi” dove i protagonisti, per uscirne fuori, devono risolvere degli enigmi nascosti nella mobilia o nell’ambiente stesso.

Rendere lo spettatore un protagonista attivo, rispetto ai giochi da tavolo o videogiochi, questo è il vero scopo, queste stanze sono la linea di confine tra gioco e realtà. In queste stanze sei veramente a contatto con le situazioni più disparate, per questo dalla Cina il fenomeno delle “Escape Room” si è espanso in maniera esponenziale in tutto il mondo. Recentemente in Polonia delle persone sono morte durante una delle tante partite, per questo la distribuzione americana ne ha rimandato l’uscita nelle loro sale.

In questi giorni il film arriva in Italia e sarà interessante seguirne la risposta del pubblico. Noi intanto lo abbiamo visto in anteprima e siamo rimasti molto impressionati per un film che ha stupito le nostre aspettative.

Analizzando il plot e l’idea si evidenziano le ispirazioni a precedenti lavori come “Saw” e “The Cube”, da cui prende spunto ma nonostante ciò viene messo il solco per una strada piena di sequel e potenziali remake in tutto il mondo. La storia di questo film inizialmente mostra un alone di mistero dietro i perché siano stati scelti certi personaggi, ma la parte più interessante è legata alle paure. In ognuna delle Escape (sono consequenziali), i protagonisti sono stati messi a dura prova più che fisicamente, bensì psicologicamente. Ognuno ha rivisto le proprie paure, il proprio passato e si è messo alla prova nel superare questa difficoltà. Se da un lato questo aspetto rende il film molto affascinante, dall’altro, ci regala una facile immedesimazione da parte del pubblico nei confronti di questa storia. Per lo spettatore, rendere un film in un luogo ben delimitato e molto piccolo crea una facile immedesimazione nei personaggi e agevola la fascinazione verso questa storia.

Un altro elemento fondamentale del film è la scenografia. Essendo un film fatto di interni o di ambienti molto circoscritti il lavoro scenografico deve essere praticamente impeccabile. Nascondendo gli enigmi all’interno degli ambienti, nelle cornici o nei dettagli, richiede una cura maniacale, ma non solo questo, dato che spesso ci sono dei cambi di scena interessanti che inducono una forte curiosità legata al processo creativo che ha portato Edward Thomas, già scenografo di molte serie di successo come “Sherlock” e “Doctor Who”, su come abbia costruito questo film. Un film che regala intrattenimento puro, un consiglio? Lasciatevi trasportare dalle situazioni senza porvi troppe domande e godetevi lo spettacolo.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

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