Facebook: donna sequestrata per la password

Pubblicato il 3 Ott 2013 - 6:00pm di Redazione

Catania: uomo arrestato per aver rapito e torturato la propria ex: voleva scoprire la password di Facebook

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Ennesimo caso di violenza contro le donne, quello avvenuto lo scorso Lunedì a Catania, dove un uomo è stato arrestato per aver rapito e picchiato l’ex compagna a causa di Facebook. La vittima, una donna trentenne, sarebbe stata punita in un impeto di gelosia da parte del compagno, follemente innamorato e molto possessivo.

Tutto sarebbe cominciato il giorno in cui Marco Orto Ricciari e la compagna avrebbero messo fine alla loro convivenza. L’uomo, che soffriva di una forte gelosia, non avrebbe accettato di buon grado la separazione, soprattutto perché la donna aveva cominciato a uscire con altri. Da qui le continue poste sotto casa, gli attacchi psicologici e fisici. La donna, preoccupata, avrebbe avvisato la polizia lo scorso 26 settembre del comportamento da stalker dell’ex, dopo essere finita per l’ennesima volta in ospedale a causa di lesioni da percosse. Tuttavia gli agenti non avrebbero dato peso alla cosa, almeno fino a oggi.

La notte tra il Sabato e la Domenica, mentre si trovava in un locale insieme a un gruppo di amici, la donna sarebbe stata avvicinata dal cinquantenne che, con il pretesto di volerle parlare in privato, l’avrebbe condotta fuori dalla sala. Poi, attraverso minacce psicologiche, sarebbe stata forzata a raggiungerlo nella sua casa. Costretta a restare nell’abitazione, la donna sarebbe stata vittima di minacce e percosse, ferita più volte con un coltello e attaccata psicologicamente con lo scopo di estorcere informazioni. In particolare, pare che l’arrestato volesse scoprire la password di Facebook della compagna e leggere tutti i suoi messaggi privati.

Passata la notte, la vittima sarebbe stata lasciata libera di tornare a casa, dopo una finta riappacificazione. Fuori dalla portata dell’uomo, la donna si sarebbe subito recata in ospedale per curarsi le ferite, poi avrebbe sporto denuncia. Ora l’uomo si trova in stato di fermo con l’accusa di sequestro di persona, lesioni, minaccia a mano armata e tentata violenza sessuale, con l’attesa di un processo e una condanna penale.

Nonostante la storia sia finita per il meglio, soprattutto per la vittima, non si può fare a meno di domandarsi in che genere di società le donne siano costrette a vivere, senza protezione e tutela. Questo è solo uno dei molteplici casi di femminicidio che riempiono la cronaca italiana ed estera, di cui se ne parla ogni giorno in televisione e sui giornali. Forse è ora che le autorità intervengano con forza per proteggere le donne e il resto della società da simili individui.

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