Femminicidio: non lasciamo sole le donne

Pubblicato il 31 Dic 2013 - 6:00pm di Ignazio Russo

I dati sul femminicidio e sulla violenza contro le donne in Italia e la necessità di un cambiamento culturale

femminicidio

In Italia le cifre della violenza contro le donne e di femminicidio sono sempre più preoccupanti: 135 donne uccise in questo anno e le richieste di aiuto al telefono rosa per stalking sono aumentate del 10% nei primi sei mesi dell’anno. Cento le donne che muoiono vittime di violenza da parte del proprio compagno, marito o parente stretto.

La parola femminicidio e l’atto in sé non riguarda solo le  donne coinvolte ma tutta la società, in quanto un omicidio è la perdita di una vita che, purtroppo, influisce su altre vite. La violenza è spesso associata ai lividi o a segni visibili, ma se così non fosse? Il primo gradino della violenza è proprio quello psichico; che avviene vietando al soggetto in questione di uscire o di avere una vita sociale, oppure parte proprio dalla distruzione di oggetti cari o dall’uccisione di un animale domestico. Questi gesti, apparentemente di scarso significato, influiscono tantissimo su quella che è la psiche dell’individuo ed è proprio quando avviene la ribellione da parte di chi ha subito che scatta l’omicidio.

L’omicidio è un gesto penalmente punibile, ma i sistemi di punizione italiani non fanno altro che peggiorare la situazione: nelle carceri italiane a causa del sovraffollamento i detenuti vivono in condizioni disumane, sono soggetti a maltrattamenti e gli stessi carcerati tengono dentro molta rabbia che, una volta usciti, si trasformerà in violenza.

Il femminicidio è sovente visto come un atto lontano dai nostri occhi e dai nostri cuori. E se fosse nostra sorella, nostra figlia o la nostra migliore amica a essere uccisa da un uomo folle? Di storie tenebrose se ne potrebbero raccontare anche troppe, ma a cosa serve scrivere o parlare per poi non agire? La televisione ogni giorno mostra la donna come oggetto, che pulisce e cura la famiglia: questa immagine va ridimensionata, perchè bisogna educare tutti, in particolare i giovani, al rispetto della dignità umana e all’amore verso gli altri. Amore è comprensione, sostegno, è forza ed è anche un bacio dato nel momento più inaspettato. L’amore delle donne è incondizionato, proprio per questo molte donne vittime del femminicidio non si sono ribellate. Nessuno è solo, c’è sempre qualcuno accanto a noi.

Fermare il femminicidio si può, attraverso una nuova sensibilità e un cambiamento culturale necessario, perché il rispetto e la consapevolezza dell’identità di genere entrino a far parte del nostro modo di vivere quotidiano, affinché le donne non debbano più pagare con la propria vita la scelta di essere se stesse e non quella che i loro partner o la società vorrebbero che fossero.

Info sull'Autore

Ignazio Russo ha iniziato l’attività di corrispondente con le testate giornalistiche: "Parola di Vita" della Curia Diocesana di Cosenza, "La Calabria", "Corriere della Sibaritide", "Il Gazzettino del Crati", Agenzia di stampa "Rotopress", "Oggi Sud", "Il Tempo", "Il Corriere dello Sport-Stadio". E’ stato anche intervistatore autorizzato dell’istituto "Doxa". Ha collaborato con Luigi Veronelli nella rubrica Gastronomia per "Il Giorno" e con Gustavo Valenti per la rubrica "Paese che vai", prodotto dalla RAI. Attualmente è addetto stampa dell’Associazione professionale cattolica di insegnanti, dirigenti e formatori (UCIM). E’ docente di Scienze Motorie e Sportive ed autore del testo scolastico per i licei e gli istituti superiori “Il movimento è vita".

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