Forex febbraio 2016: situazione dei mercati valutari e broker migliori per investire

Pubblicato il 24 Feb 2016 - 9:26am di Daniele Celli

Il 2016 si è aperto con delle oscillazioni interessanti sui mercati finanziari, stimolate da eventi globali di forte impatto per le economie di molti paesi. Tutto questo si traduce in allettanti prospettive di guadagno anche per chi opera con il trading online. Vediamo qui di seguito come si stanno comportando nello specifico i mercati valutari e come è possibile investire sul Forex con gli strumenti messi a disposizione da un broker di buona qualità: iForex.

Cina e petrolio: come hanno reagito le valute a febbraio 2016

Il mercato delle valute internazionali non è rimasto di certo insensibile alle recenti turbolenze degli ultimi due mesi, che hanno visto salire alle cronache il calo del prezzo del petrolio e la riduzione del ritmo di produzione della Cina, due fenomeni dal forte impatto macroeconomico.

Relativamente al greggio, l’aumento del suo prezzo fatto registrare lunedì 1 febbraio si è rivelato un episodio isolato: il gigante cinese ha confermato il taglio della richiesta di petrolio, a causa di un rallentamento del suo intero comparto produttivo, mentre si sono rivelate infondate le speranze circa un incontro tra esponenti governativi russi e sauditi per rinegoziare i livelli di produzione di greggio, non più sotto controllo. Iperproduzione e mancanza di un effettiva richiesta sono infatti le ragioni del prezzo in continuo calo, tendenza che produce effetti anche nel settore valutario, andando ad impattare sulle major che includono il dollaro statunitense.

L’andamento del dollaro USA

Anche nei primi giorni del mese di febbraio, il biglietto verde ha confermato il trend ribassista nei confronti delle principali valute europee, frutto delle ripercussioni subite dall’andamento del prezzo del petrolio e degli sviluppi dei mercati asiatici, decisivi per il settore import-export dei paesi industrializzati. Ma non solo: ad interrompere la forte ascesa del dollaro USA, che secondo alcuni analisti si avviava addirittura verso una clamorosa parità con l’euro, è intervenuto anche un rallentamento dell’economia USA, confermato dall’ultimo annuncio della FED, che ha tenuto invariati i tassi di interesse. A raggelare gli entusiasmi del semestre passato sono stati i rapporti circa la produzione manifatturiera americana di gennaio, che ha fatto registrare dati sotto le aspettative. Tutto questo si è tradotto in un calo graduale, sebbene non allarmante, del dollaro sull’euro: il cambio EUR/USD si avvia probabilmente a superare la quota di 1,10, dopo essere sceso nel novembre 2015 sotto l’1,05. Sempre oltreoceano, si deve menzionare l’abbassamento del tasso d’interesse della Banca di Tokyo, la già citata situazione cinese (con ovvi effetti sui mercati di Honk Kong e Shangai, in netta difficoltà nelle ultime settimane) e la decisione delle autorità australiane di non modificare i tassi, considerate le buone performance dell’economia del Downunder.

L’euro e i recenti dati macroeconomici in Europa

Se il dollaro scende, sale l’euro, che si è rafforzato anche su altre valute internazionali nel corso degli ultimi giorni. La pubblicazione dei dati sulla disoccupazione nei paesi della zona euro, raccolti da Eurostat e diffusi la mattina del 2 febbraio, sembrano incoraggianti: il tasso dei senza lavoro è diminuito sensibilmente, passando dai 10,5% del mese di novembre 2015 al 10,4% attuale, segno di una probabile e tanto attesa ripresa dell’economia nei principali paesi del vecchio continente.

Gli analisti non si aspettavano variazioni, cosicchè questo nuovo dato potrebbe suscitare rinnovato entusiasmo presso i mercati europei, trascinando la moneta unica verso un rafforzamento nei confronti delle più importante valute extra-europee. Ciononostante, osservando oltre il mero dato statistico, si scopre come nelle economie dei paesi meridionali permanga uno stato acuto di sofferenza, come in Spagna e in Grecia, che mostrano un tasso di disoccupazione rispettivamente del 24,5% e 20,8%, mentre la Germania si conferma la forza propulsiva europea, con valori percentuali (4,5%) ben lontani da quelli mediterranei.

Operare con le valute con iForex

La società di investimenti in valute iForex ha una discreta esperienza nel settore del trading online, in quanto è stato creato nel 1996, iniziando a consolidare le attività su internet a partire dal nuovo millennio. Si tratta di una piattaforma sicura, in possesso di licenza erogata dalla cipriota CySEC e aderente alle linee guida della MiFID, la regolamentazione comunitaria circa le transazioni finanziarie online.

Questo broker mette a disposizione degli utenti ben 60 coppie valutarie, sulle quali è possibile guadagnare grazie ad una leva finanziaria che potrà arrivare ad un rapporto massimo di 400:1.  L’interfaccia è dotata di varie funzionalità: strumenti di analisi tecnica integrati alla schermata (come grafici, medie mobili, curve), calendari macroeconomici, report di mercato e segnali di trading, finalizzati ad individuare le opportunità più proficue negli scenari finanziari.

Sono presenti anche un buon servizio di supporto ai clienti (multicanale, via mail, chat e telefono) ed un’esauriente sezione con materiale didattico che copre svariati temi economici e finanziari. Molto interessante è anche la possibilità di usufruire di una formazione personale, durante la quale si verrà abbinati ad un operatore esperto che guiderà il nuovo utente nel percorso di apprendimento delle funzioni della piattaforma e del trading online con il Forex.

Info sull'Autore

Editore online, giornalista, esperto di Web Marketing, Affiliate Marketing e SEO. Proprietario e direttore responsabile di Corretta Informazione e diversi altri siti internet di news generiche e guide di economia. Scopre questo particolare lato del web nel 2010 come articolista, ottenendo nel 2013 l'iscrizione all'Ordine dei Giornalisti (albo pubblicisti). Laureato in Statistica Gestionale presso l'Università La Sapienza di Roma. Contatti: redazionewrt@gmail.com

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