Hotel Gagarin: recensione del film con Claudio Amendola, Luca Argentero e Barbara Bobulova

Pubblicato il 30 Mag 2018 - 12:20pm di Francesco Salvetti

Arriva nelle sale il primo film di Simone Spada con Claudio Amendola, Luca Argentero e Barbara Bobulova. Vi forniremo trama, recensione e commento.

Franco Paradiso è un faccendiere, pieno di debiti che si arrangia nel tentativo di racimolare denaro. Così grazie al sapiente aiuto di Valeria metterà in piedi una troupe per realizzare un film in Armenia. I cinque eroi del cast tecnico partiti dall’Italia si ritroveranno bloccati nel bel mezzo del conflitto armeno. In una fase di stallo troveranno il modo di reinventarsi e regalare un sogno.

“La terra vista dallo spazio è un posto bellissimo, senza barriere ne confini”. Con questa frase di JurijGagarinsi apre il primo film di Simone Spada: “Hotel Gagarin”. Il personaggio che avrebbe pronunciato queste parole è il celebre astronauta sovietico che, secondo molti, è stato il primo ad andare nello spazio. È stato rivoluzionario per l’epoca, ha fatto capire a tutto il suo popolo che c’è qualcosa oltre la terra, che i nostri confini sono tali fin quando ce li poniamo noi, che i sogni, in fondo, possono essere realizzabili.

Simone Spada, nella scrittura di questo film probabilmente è partito da questa riflessione, mosso anche dall’entusiasmo di chi si approccia al suo primo lungometraggio. Il primo film è, per chi fa questo mestiere, un obbiettivo che spesso hai sin da quando sognavi di fare il regista. Proprio per questo la realizzazione di un “desiderio” è uno dei punti cardini del film, tanto da citare a più riprese uno dei registi che ha fatto della realizzazione dei sogni il suo punto di forza: Federico Fellini. A partire da uno scambio di battute tra Giuseppe Battiston e una figura misteriosa: “Il cinema è la fabbrica dei sogni, lei sogna molto?”, “Molto”; passando per ciò che si inventano quando sono bloccati in albergo e concludendo con tantissime citazioni del maestro romagnolo, sparse in tutto il film che non vorremo certo svelarvi.

Non troverete soltanto un omaggio al cinema, ma soprattutto una storia di rinascita e di rilancio per dei personaggi che sia emotivamente che narrativamente, vivono una situazione di stallo, fermi nel loro giardini e grazie a questo magico scorrere di eventi si ritrovano a rilanciarsi a modo loro.
Un filo narrativo, una storia che Simone realizza e porta a casa con una buona sceneggiatura che fa dimenticare l’idea che questo è u primo film. Peccato però per il montaggio, spezza troppo il film e lascia sottintese troppe situazioni, ma ciò non va a intaccare il lavoro del regista. Un “direttore” deve saper restituire al suo cast le giuste indicazioni per fare in modo che il film risulti credibile agli occhi dello spettatore.

Ritroviamo Luca Argentero e Claudio Amendola insieme. Ad un anno di distanza da “Il Permesso” i due attori tornano a lavorare insieme e sono tra i cinque protagonisti del film. Se per Claudio il ruolo sembra essere scritto su di lui, dando vita a un simpatico romano, con uno sguardo espressivo e piacevolmente inserito in un contesto come questo. Per Luca il mestiere dell’attore sembra trasformarsi in una sfida continua, se nel film di Claudio Amendola era un ex carcerato in cerca di vendetta, qui si trova a interpretare un tossico dipendete, dove se da un lato la sua resa è credibile anche solo con un espresisone facciale dall’altro sembra essere eccessiva la folta chioma che gli hanno aggiunto e un outfit troppo stereotipato.

Il film arriva nelle sale dal 24 maggio distribuito da Altre Storie, è un esordio interessante e sarà curioso cogliere il riscontro del pubblico sebbene ci siano attori molto noti, dietro c’è chi sa scommettere sui talenti.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

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