Il comportamento del docente

Pubblicato il 4 Mar 2014 - 6:20pm di Ignazio Russo

Il rendimento degli alunni è influenzato dal comportamento del docente?

docente

Il modo di porsi di ognuno di noi è influenzato, più o meno evidente, dai modelli comportamentali con i quali veniamo a contatto. I modelli in grado di esercitare tale influenza cambiano da individuo a individuo, da gruppo sociale a gruppo sociale, da generazione a generazione, da luogo a luogo e possono influenzare l’osservatore in modo, a volte, molto sensibile. A tale influenza non si sottraggono ovviamente, neanche gli insegnanti e gli allievi. I

L’insegnante, infatti, costituisce un modello e come tale influenza positivamente o negativamente il comportamento dei suoi alunni: ad esempio il docente che per imporre il silenzio alla sua classe urla …. SILENZIO ! …. battendo con violenza la mano sulla cattedra, non fa altro che insegnare ai suoi allievi che è necessario gridare per ottenere il silenzio.

Il docente, quindi, è assunto come modello ed è in grado di influenzare anche positivamente il comportamento degli allievi, a condizione che dimostri un grado elevato di professionalità, di status e di controllo sul rendimento didattico e che adotti uno stile educativo, fondato sul rispetto e sul costante incoraggiamento dell’allievo. Non ha torto chi pensa che i docenti di maggiore prestigio siano coloro che erogano ricompense e punizioni a chi li merita. Il modo di percepire l’alunno da parte del docente, può incidere sui risultati e sulle prestazioni scolastiche del discente stesso.

Gli insegnanti possono addirittura accrescere la competenza intellettuale dei loro alunni, semplicemente stabilendo un rapporto di buona aspettativa nei loro confronti: tale comportamento aumenta la performance intellettuale, incidendo sul livello motivazionale dello studente. Anche l’insuccesso scolastico è, almeno in parte, determinato proprio dal docente, attraverso le attese che si prefigge, all’inizio dell’anno scolastico, nei riguardi dei suoi allievi e che inevitabilmente finisce col comunicare. Il lavoro intellettuale è faticoso e l’inclinazione naturale di molti sarebbe di evitarlo. Ad accrescere la tensione, dovuta all’impegno intellettuale, possono concorrere altri fattori come ad esempio l’autoritarismo del docente. Se le frustrazioni che generano tensione sono frequenti, l’alunno finirà per rifiutare la scuola nel suo complesso e, quindi, anche l’impegno intellettuale.

Per evitare che ciò non avvenga il docente dovrà fare uso d’interruzioni o pause didattiche, cambiamento di ritmo ed eventualmente di contenuti, dovrà controllare che non diminuiscono i motivi di soddisfazione e che ogni alunno possa fare udire la propria opinione all’interno del gruppo – classe con la necessità di vivere in un ambiente scolastico stimolante, in cui ognuno abbia l’opportunità di volgersi agli apprendimenti consoni al proprio stadio di sviluppo e alle proprie inclinazioni.

Info sull'Autore

Ignazio Russo ha iniziato l’attività di corrispondente con le testate giornalistiche: "Parola di Vita" della Curia Diocesana di Cosenza, "La Calabria", "Corriere della Sibaritide", "Il Gazzettino del Crati", Agenzia di stampa "Rotopress", "Oggi Sud", "Il Tempo", "Il Corriere dello Sport-Stadio". E’ stato anche intervistatore autorizzato dell’istituto "Doxa". Ha collaborato con Luigi Veronelli nella rubrica Gastronomia per "Il Giorno" e con Gustavo Valenti per la rubrica "Paese che vai", prodotto dalla RAI. Attualmente è addetto stampa dell’Associazione professionale cattolica di insegnanti, dirigenti e formatori (UCIM). E’ docente di Scienze Motorie e Sportive ed autore del testo scolastico per i licei e gli istituti superiori “Il movimento è vita".

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