Manifesto di Bottega Partigiana

Pubblicato il 5 Set 2013 - 9:00am di Redazione

La dignità umana non è in vendita

Bottega Partigiana

I BENI PUBBLICI ED I DIRITTI NON SONO IN VENDITA

È giunta l’ora di rivendicare con forza e coerenza la nostra libertà di scelta. Noi vogliamo recuperare in concreto il senso del bene comune e la consapevolezza collettiva per cui i beni pubblici ed i diritti non sono, né dovranno mai più essere, negoziabili o vendibili. Dobbiamo ritrovare il senso di comunità e di appartenenza, riappropriandoci con orgoglio del nostro patrimonio collettivo affinché alcun diritto possa mai più essere violato.

In nome di interessi che fanno leva sui dogmi neoliberisti dell’onorabilità del debito e del “Ce lo chiede l’Europa” ci vengono imposte misure di austerità depressiva, con tagli alla spesa pubblica ed elevata pressione fiscale su famiglie ed imprese.

Una tra le più gravi forme di servitù politica é la sottomissione degli Stati alle logiche di mercato, che negano la possibilità di garantire i diritti e le tutele sociali finalizzate al bene comune.

L’asservimento politico ha adeguato tutte le azioni e decisioni, quali privatizzazioni, liberalizzazioni e perdita del ruolo regolatore dello Stato, all’esclusiva tutela degli interessi dei grandi gruppi finanziari e delle lobbies capitalistiche.

NESSUNO CI HA CHIESTO NULLA

Le attuali oligarchie politiche e finanziarie hanno utilizzato la retorica dell’Europa dei Popoli, per creare un’Europa monetaria funzionale alle esigenze dell’aristocrazia finanziaria e del grande capitale europeo.

I cittadini non hanno avuto la possibilità di esprimersi sul reale significato economico e politico dei trattati firmati con l’Europa, e quando hanno avuto la possibilità di farlo, come in occasione del referendum francese del 2005, si sono opposti al progetto.

L’Europa attuale, essendo stata costruita come un mercato di beni e capitali e come un’unione monetaria, è un’Europa capitalfinanziaria dove i popoli europei non contano più nulla né come soggetto politico, né come soggetto sociale.

E oggi, quando il progetto è vicino al fallimento, pur di non mettere in discussione i principi assurdi stipulati dal trattato di Maastricht in poi, gli eurocrati di Bruxelles cercano di creare un “doppio euro” per salvarsi e conservare il loro dominio economico e politico.

RICONQUISTARE LA SOVRANITÀ

In Italia e nei paesi che hanno aderito all’eurozona si sta accentuando la disparità fra i cittadini e la disoccupazione e la precarietà sono diventate una vera emergenza umanitaria.

Perché, per sopperire alle nostre esigenze, dobbiamo chiedere in prestito denaro ai mercati di capitali privati? La moneta moderna non è legata ad una corrispondenza in oro come avveniva in passato, e potrebbe essere lo Stato a gestirne l’emissione e la spesa, in quanto i limiti a cui è sottoposta sono legati alle reali forze produttive disponibili.

La separazione tra le banche commerciali e le banche d’affari, la sovranità monetaria e fiscale, il ritorno all’unione tra Tesoro e Banca D’Italia, e l’istituzione di misure protezionistiche che impediscano le attuali forme di delocalizzazione liberoscambista, sono i primi passi necessari per costruire uno Stato che protegga i cittadini dall’aggressione dei grandi speculatori togliendo loro il dominio sull’economia. Per riconquistare la sovranità politica ed economica, occorre combattere la logica dell’indipendenza della Banca Centrale nazionalizzandola, per poterne sottoporne l’operato a un controllo democratico, che le conferisca una funzione sociale finalizzata non all’accumulo di capitale, ma alla promozione dell’occupazione.

Disponendo degli strumenti e delle risorse per finanziare una ripresa dell’economia, lo Stato potrebbe quindi assumere il ruolo di “creatore di occupazione” sviluppando una finanza che sia davvero funzionale agli interessi popolari, e che ridimensioni il ruolo della finanza privata nei processi produttivi legati all’occupazione.

LO STATO SIAMO NOI

Vogliamo che venga ridato un futuro ai lavoratori, alle imprese e al ceto medio che, per via della morsa della ristrettezza del credito e grazie ad una tassazione improponibile, sono massacrati dalla crisi e non riescono più a trovare un lavoro dignitoso per il loro sostentamento e per quello della loro famiglia.

Vogliamo una sovranità politica e monetaria in cui i finanziamenti vengano finalizzati al bene pubblico e a progetti socialmente utili. Vogliamo che vengano creati nuovi servizi al cittadino e vengano migliorati quelli esistenti. Vogliamo che si crei occupazione.

 

Non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. L’eredità dei partigiani è calpestata insieme alla Costituzione.

Non aspettarti nessuna risposta, oltre la tua” disse Berthold Brecht.

È in gioco il futuro di tutti noi, il futuro dei nostri figli.

DOBBIAMO RIBELLARCI ADESSO PER CREARE UN NUOVO PARADIGMA POLITICO E CULTURALE FONDATO SULLA DIGNITÀ UMANA. FACCIAMOLO. FACCIAMOLO INSIEME. FACCIAMOLO ADESSO.

 

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Per info: bottegapartigiana@gmail.com

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