India-Italia: da Finmeccanica ai due marò

Pubblicato il 18 Mar 2013 - 2:28am di Redazione

Lo strano rapporto India-Italia

IndiaLa storia dell’”inciucio” India-Italia è iniziata lo scorso 12 febbraio.

Quella mattina l’amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, fu arrestato con l’accusa di corruzione internazionale, peculato e concussione. Il provvedimento fu emesso dal gip del tribunale di Busto Arsizio per le tangenti che sarebbero state pagate – si parla di una cifra di circa 51 milioni di euro – per chiudere la vendita di 12 elicotteri della controllata Agusta Westland al governo indiano. Oltre ad Orsi, a finire in galera proprio l’amministratore delegato dell’Agusta Westland, Bruno Spagnolini, e poi Guido Hascke e Carlo Gerosa, presunti intermediari della tangente, entrambi residenti in Svizzera.

Ci furono le perquisizioni all’abitazione privata dell’amministratore delegato di Finmeccanica a Sesto Calende, agli uffici dell’Agusta Westland e di Finmeccanica a Roma e a Milano e a quelli di uno studio legale a Cornaredo, condotti dai carabinieri del Noe, coordinati dal procuratore applicato di Busto Arsizio, Eugenio Fusco.

Ma la storia non finisce qui.

L’inchiesta, che ha portato al tonfo del primo gruppo industriale italiano nel settore delle alte tecnologie, non ha causato forti reazioni solo in borsa – il titolo ha perso il 7,3% nel solo giorno in cui vennero decapitati i vertici aziendali – ma anche in Inghilterra e India. Il giorno seguente in India hanno avviato un’analoga inchiesta. A occuparsene una sorta di Fbi, il Cbi, Central Bureau of Investigation. Gli agenti indiani hanno condotto una decina di raid in uffici e abitazioni tra New Delhi, Gurgaon e nello stato del Punjab e hanno messo sotto accusa 13 persone e sei società, tra cui naturalmente Finmeccanica e la sua controllata britannica. Tra i 13 spicca il nome di Tyagi, ex capo dell’aviazione indiana, accusato di associazione a delinquere e corruzione. Per la prima volta lo stato manda sotto processo un militare dell’aviazione, per di più uno di quelli che stanno al vertice delle forze armate.

Il governo indiano, ha bloccato il pagamento dei 12 elicotteri e ha avviato la procedura per la cancellazione della commessa da 748 milioni di dollari. La questione assume dunque una dimensione rilevante anche in India e lo scandalo diviene di interesse per tutta l’opinione pubblica indiana, ma per andare avanti servono le carte prodotte dagli inquirenti italiani.

È qui che la storia dei marò potrebbe intrecciarsi con quella di Orsi e Finmeccanica. Dopo aver chiesto inutilmente per settimane la documentazione all’Italia, l’incartamento è stato consegnato alle autorità indiane il 13 marzo. Il giorno dopo è arrivato l’annuncio: La Torre e Girone non torneranno in India. Solo sospetti per il momento, forse si tratta solo di strane coincidenze.


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