Lasciati andare: recensione del nuovo film con Toni Servillo e Luca Marinelli

Pubblicato il 16 Apr 2017 - 4:15pm di Francesco Salvetti

Recensione del film con Toni Servillo e Luca Marinelli, “Lasciati Andare”, con trama e commento.

Elia Venezia è uno psicanalista tirchio e annoiato dal suo lavoro. Durante le sedute con i pazienti si trova spesso intento a dormire e a mangiare dolci. Questo suo ultimo vizio, lo porterà ad un malore che lo obbligherà a iscriversi in palestra. Un dottore della mente incontrerà dei medici del fisico, cosa potrà mai accadere?

Recensione di “Lasciati andare”

“Cattleya” e “01 Distribution”, ogni volta che si incontrano, realizzano prodotti di altissimo livello sia commerciale che nei contenuti. Sin dai tempi di “Acab” dove Stefano Sollima, proveniente dall’esperienza fortunata di “Romanzo Crimnale – la serie”, tentava per la prima volta un approccio al grande schermo, seguito poi cinque anni dopo con “Suburra”; passando per la scommessa Alessandro Siani che ha regalato enormi successi al botteghino. Per questo motivo l’operazione del film “Lasciati Andare” non va affatto sottovalutata.

Nonostante i nomi in cartellone siano di altissimo livello, per effettuare un analisi del film bisogna partire dalla figura del regista: Francesco Amato. Diplomatosi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma nel 2002, fa il suo esordio sul grande schermo con una commedia. Successivamente nel 2011 coinvolge Riccardo Scamarcio in “Cosimo e Nicole” cimentandosi nel dramma. Nel 2013-2014 vive una parentesi documentaristica.

Questa sua alternanza di toni, fa capire al pubblico la sua enorme voglia di sperimentare generi e stili diversi. Il tutto lo porta a contattare, a 6 anni di distanza dall’ultima storia creata, uno tra i migliori sceneggiatori su piazza: Francesco Bruni.

Bruni è un abile conoscitore della realtà e da cui attinge molto per la creazione di alcuni dialoghi brillanti. Commedia, dramma o thriller, per lui non fa differenza, se c’è da creare qualcosa di innovativo lui risponde sempre presente. Così assieme a Davide Lantieri e al regista Francesco Amato, scrivono un plot a due ritmi dove, la cura del corpo e della mente, mondi che apparentemente viaggiano separati, si incrociano costantemente, sino a scontrarsi sul finale dove lo spettatore rimarrà stupito dal cambio radicale del film. A livello di sceneggiatura, l’ispirazione di Groucho Marx e di Woody Allen è molto evidente. In Elia Venezia, il protagonista del film interpretato da Toni Servillo, si respirano i due personaggi precedentemente elencati, le parole sono tutte concatenate creando un’unica armonia musicale. I personaggi vengono ben caratterizzati pur senza una necessaria fase iniziale: basti pensare che per spiegare il personaggio di Elia è servita una sola inquadratura e uno sguardo.

Ma in tutto ciò il merito degli attori? I nomi sono di altissimo livello, alcuni provenienti dalla scuderia Cattleya come Carla Signoris, altri corteggiati come Luca Marinelli e Toni Servillo e altri figli di una scommessa come Vincenzo Nemolato. Gestire una squadra di campioni, dove gli equilibri di scena sono la parte più difficile di questo film,per Francesco Amato sembra un lavoro molto semplice.

Centrando i centodue minuti di durata su Toni Servillo e permettendogli per la prima volta di far ridere sul grande schermo, cosa che accadeva solo in teatro con le commedie di De Filippo, ha dovuto inserirgli non una ma ben due coprotagoniste: Veronica Echegui e Carla Signoris. Veronica ha lavorato molto all’estero dividendosi tra Spagna-Francia e Inghilterra, questa è la sua prima esperienza in Italia. Per il suo personaggio ha portato una buona dose di spensieratezza, necessaria per giocare con il cinismo del personaggio di Toni. Quando sono sulla scena hanno parecchie gag fisiche. Le gag dialettiche invece vengono riservate all’ex moglie di Elia, Giovanna, interpretata da Carla Signoris.

Nata nel gruppo comico “Broncoviz” assieme al marito Maurizio Crozza, ha sempre portato in scena una donna dal carattere forte. Giocando col suo tono di voce e col suo fisico l’hanno spesso affiancata a importanti protagonisti maschili. Questa volta è toccato a Toni Servillo. Il regista riesce a tenere gli equilibri di scena, lo spettatore ride e percepisce le capacità di entrambi gli attori permettendo così di avere la giusta riconoscenza per l’ottimo lavoro svolto.

A conclusione di tutto c’è Luca Marinelli. Del suo ruolo non possiamo svelarvi molto. Possiamo solo dirvi che con il suo arrivo, la storia viene totalmente stravolta e che, a livello recitativo, lo spettatore si “scioglierà” metaforicamente sulla poltrona ammirando due immensi attori italiani come lui e Toni Servillo.

Il film è stato anche venduto in più di 70 paesi. Se durante le vacanze di Pasqua cercate una commedia ben scritta, diretta e interpretata, “Lasciati Andare” fa al caso vostro.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

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