Macbeth, recensione e trama: al cinema il capolavoro senza tempo di Shakespeare

Pubblicato il 5 Gen 2016 - 10:11am di Francesco Salvetti

Il film Macbeth vede Michael Fassbender e Marion Cotillard nella nuova rappresentazione cinematografica di uno dei più grandi capolavori senza tempo di Shakespeare.

Macbeth, interpretato da Michael Fassbender, è un generale valoroso, signore di Glamis, prossimo ad ereditare l’ambito trono di Scozia. Quando il vecchio re affida il trono ad un altro che Macbeth, assetato di potere e spinto dalla sua compagna (Marion Cotillard che veste i panni di Lady Macbeth), decide di assassinarlo per prenderne il posto. Questo film è la storia di quanto un uomo possa rovinarsi sopraffatto dalla sua sete di avidità e spietata ambizione.

Recensione del film “Macbeth”, dal 5 gennaio al cinema

Roman Polansky e Orson Welles sono solo alcuni dei tanti nomi celebri di registi che in oltre 400 anni si sono cimentati nel riproporre la rappresentazione teatrale o cinematografica dell’opera shakespeariana. Justin Kurzel, con questo film, è l’ultimo che si cimenta in questo arduo compito.
Presentato nel recente Festival di Cannes e accolto in maniera titubante dalla critica, questo nuovo “Macbeth” è da riconoscersi come figlio dell’epoca in cui viviamo e degno da poter esser appreso dalle scuole e dai giovani.

Se da un lato il film subisce la contaminazione della serie tv “Il trono di spade” e del film “300”, emblematiche in questo senso sono le scene di guerra dove dal trucco degli attori alla crudeltà dell’azione si notano le somiglianze, dall’altro mantiene l’originalità del testo e sfruttando il cinema come mezzo complementare.

Kurzel ne mantiene lo stile di recitazione, il trucco accentuato (mai fastidioso) e alcuni monologhi: tutto figlio del teatro, ma quando sul palcoscenico la rappresentazione della battaglia diventa complessa, il cinema ma soprattutto la fotografia entrano in gioco.

Il film, infatti, si apre con una spettacolare sequenza di guerre, figlia sì dei successi precedentemente citati, ma ne mantiene un’originalità grazie alla fotografia e al montaggio che inseriscono sin da subito le emozioni del protagonista, grazie anche ad un gioco di svariati colori dove però soprattutto il rosso prevarrà per la maggior parte della storia.

Il duro mestiere dell’attore: doppiare o mantenere la lingua originale?

Nella clip successiva Sir Macbeth farà un brindisi davanti ai suoi commensali, ed è uno dei tanti momenti in cui è pervaso dai suo fantasmi. In questa scena i due protagonisti sono Michael Fassbender (Sir Macbeth) e Marion Cotillard, la sua compagna oramai divenuta regina. Il primo, noto al pubblico per i suoi svariati ruoli, che vedranno questo 2016 concretizzarsi come il suo anno di grazia, con in uscita “Steve Jobs” (che probabilmente gli regalerà una nomination all’Oscar), “Assasins Creed” e “X-Men”, il nuovo capitolo nel ruolo di un Magneto sempre più cattivo.

Marion Cotillard, già vincitrice della statuetta con “La vie en rose” come migliore attrice protagonista, ha mantenuto la sua carriera non rilegata alla Francia, ma si è spesso lanciata in esperienze internazionali, come ad esempio “Inception” di Nolan. Questo film è la moderna trasposizione dell’opera di Shakespeare, padre del teatro inglese che tuttora rimane una delle più grandi scuole di recitazione. Il teatro britannico, i suoi respiri, il pathos, l’intensità dei due attori, non potranno mai essere ripetuti e trasmessi allo spettatore in fase di doppiaggio, pur avendo in Italia la migliore scuola d’Europa in questo frangente.

Anni fa il regista internazionale Gabriele Muccino lanciò un dibattito sul doppiaggio in cui si mostrava favorevole al mantenere l’originalità di alcune storie, sostenendo i concetti espressi in precedenza. A questo replicò Pino Insegno (attore e presentatore televisivo, ma soprattutto grande doppiatore), che ne faceva un fattore sia culturale che di difficoltà nella fruizione; un pubblico meno esperto si annoierebbe nel leggere i sottotitoli, ma soprattutto non tutti in Italia conoscono l’inglese.

Se da un lato è proprio grazie al doppiaggio che frasi come “Al mio segnale scatenate l’ inferno” (pronunciata dalla voce di Luca Ward/Russel Crowe ne “Il Gladiatore”) resteranno impresse nella nostra storia, dall’altro bisogna ammettere che un film come Macbeth non lo si apprezza a pieno se non lo si vede in lingua originale, per ammirarne e onorarne la scuola teatrale britannica e soprattutto il grande lavoro di Fassbender, Cotillard e tutto il cast.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

Lascia Una Risposta