Marta Russo, Scattone rinuncia alla cattedra di psicologia: “Non mi permettono di lavorare”

Pubblicato il 11 Set 2015 - 7:21pm di Andrea Mollas

Giovanni Scattone non ce l’ha fatta a resistere alle numerose polemiche che gli sono arrivate in merito alla decisione di accettare la cattedra di psicologia presso l’Istituto Professionale Einaudi di Roma, scegliendo così di rinunciare a malincuore all’incarico. Il docente era stato condannato a 5 anni e e 4 mesi per l’omicidio colposo di Marta Russo.

Scattone non ci sta: “Non posso esercitare la mia professione”

Scattone ha dichiarato all’ANSA il suo stato d’animo: “Purtroppo con molto dolore e amarezza prendo atto delle tante polemiche che sono arrivate in questi giorni. Sono affranto non tanto per chi mi dà contro, ma perchè è evidente che mi si impedisca di vivere una vita normale come quella di tutti gli altri cittadini”.

Una mancanza di serenità che non gli ha permesso di andare avanti: “Per quanto mi riguarda penso che per poter svolgere al meglio il ruolo di insegnante bisogna essere sereni d’animo, ma se la coscienza mi ha detto di continuare per la mia strada, la serenità è venuta a mancare ed è per questo dunque che ho deciso di rinunciare alla cattedra di psicologia.

Eppure, nonostante tutto, Scattone continua a nutrire speranza: “Ho ripetuto più e più volte di essere innoncente, anche se la sentenza ha detto altro. E’ stata una decisione che naturalmente non ho condiviso ma che ho affrontato da uomo. La condanna l’ho affrontata con la speranza che non mi ha permesso di mollare. Oggi questo paese mi toglie il diritto al lavoro, ma nonostante ciò questa speranza continuerò ad averla sperando in un futuro più giusto e soddisfacente”.

Scattone, la madre di Marta Russo: “Giustizia è stata fatta”

E’ contenta invece Aureliana Russo, la madre di Marta, in merito alla decisione di Scattone di rinunciare alla cattedra di psicologia: “Giustizia è stata fatta, anche se per una battagli piccola. Sono felice specialmente per i ragazzi che hanno rischiato di essere seguiti da una persona totalmente incapace di rappresentare la figura di buon educatore”.

E non concepisce le lamentele di Scattone: “Per quanto mi riguarda lui la vita se l’è rifatta appena scontata la pena, Marta invece questa possibilità non ce l’ha avuta. Se Scattone chiedesse perdono? Non saprei come reagirei, ma tanto questo non avverrà mai“.

Info sull'Autore

Nato a Roma, 23 anni, laureando in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'università "La Sapienza" di Roma. Aspirante giornalista, grande passione verso lo sport e la scrittura, sempre alla ricerca di novità da raccontare. Collaboro con la testata giornalistica Corretta Informazione.it.

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