Non c’è due senza te, recensione dello spettacolo in scena al Teatro Sistina con Carlotta Proietti e Marco Morandi

Pubblicato il 25 Mag 2016 - 1:38pm di Daniele Celli

Non c’è due senza te” è la nuova divertente commedia con Carlotta Proietti e Marco Morandi (figli di Gigi – in questa occasione fuori dalla scena, ma comunque presente in veste di supervisore artistico – e Gianni), presenti in un cast d’eccezione che li vede protagonisti con Claudia Campagnola e Matteo Vacca presso il Teatro Sistina di Roma fino a domenica 29 maggio. Il quartetto dà vita ad uno spettacolo teatrale ricco di risate, reso piacevole dal talento degli attori e dalla penna di Toni Fornari, bravo a sfornare una trama molto particolare e capace di catturare il pubblico per l’intera durata dei due atti.

Non c’è due senza te, trama e recensione

“Non c’è due senza te” si pone come obiettivo quello di rappresentare attraverso una situazione assurda e surreale l’amore coniugale e i ruoli distinti dell’uomo e della donna nella vita di coppia al giorno d’oggi.

Claudia Campagnola veste i panni di Maria Teresa, una donna dichiaratamente soddisfatta dal punto di vista sentimentale. Situazione già surreale, viene spontaneo pensare, ma lo è ancora di più il motivo: la protagonista ha infatti due mariti (Marco Morandi è Danny, cantautore fallito, e Giorgio, professore di matematica maniaco della precisione interpretato da Matteo Vacca) e riesce a vivere due storie d’amore parallele per ben quattro anni, facendo credere ad entrambi di trovarsi in una vicenda standard e assentandosi “per motivi di lavoro” tre giorni alla settimana così da poter stare con l’altro partner. I benefici di tutto questo? A sua detta il concetto di “amore completo”: ciò che manca ad un uomo lo trova nell’altro, due persone complementari che riescono così a renderla felice in tutto.

Maria Teresa, che oltre alla massacrante situazione è una scrittrice, viene ascoltata dall’amica editrice Sara, interpretata da una fantastica Carlotta Proietti. A quest’ultima spetta inizialmente il semplice ruolo di confidente, ma un episodio inatteso avrà un peso enorme sull’evolversi della vicenda.

La riflessione finale porta oltre ogni limite una caratteristica prevalentemente femminile, quella del voler essere dalla parte della ragione a tutti i costi e indipendentemente dalla situazione. Riuscirà la protagonista in questo intento?

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