Non ci resta che il crimine: recensione sulla commedia con Leo e Giallini

Pubblicato il 13 Gen 2019 - 11:22am di Francesco Salvetti

Arriva al cinema la nuova commedia di Massimiliano Bruno e Nicola Guaglianone con Marco Giallini e Edoardo Leo.

Moreno, Sebastiano e Giuseppe sono tre amici che si conosco dai tempi della scuola. Sostanzialmente sono tre personaggi che cercano sempre una scusa ai propri fallimenti provando, delle volte, a sbancare il lunario con delle idee per loro innovativa, in tutto il suo paradosso, come ad esempio: realizzare il tour criminale della Roma ai tempi della Banda della Magliana. Se per sbaglio dovessero catapultarsi proprio nel 1982 periodo in cui la Renatino e la sua Banda comandavano Roma, come potrebbero comportarsi?

Video recensione

Massimiliano Bruno è uno dei cervelloni che hanno dato inizio al revival anni 80. Dopo il successo di “Notte prima degli esami” assieme a Brizzi e Martani hanno lanciato un idea che tanti altri registi italiani anno ripreso cercando di attingere a un pubblico nostalgico che paga ancora il biglietto per andare in sala. Tra le sue più importanti scritture vivono per la maggiore, titoli di commedie e un dramma, atipico per Max che, nonostante un finale che non condividiamo. ci ha mostrato il coraggio di un creator che non smette mai di rinnovarsi.

E ora, dopo il successo di “Beata Ignoranza”, dopo “l’anno sabatico”, come tornare in sala?

Recensione di “Non ci resta che il crimine”

Oggi il cinema è cambiato, il pubblico è cambiato, cerca la commedia complessa, corale, con una trama piena di sviluppi anche inaspettati. Una serie tv agevola il tutto, ma al cinema si può ancora fare un film così narrativamente così strutturato? decisamente si. Genovese è stato il primo ad aver messo in piedi un film dal cast di primo livello, con una trama così ramificata e a oggi, del successo di “Perfetti sconosciuti” se ne parla in tutto il mondo grazie ai tantissimi remake che hanno riscosso un enorme successo. Quel film ha aperto le porte a una nuova stagione di cinema italiano che ha visto, tra i suoi autori più importanti un uomo come Nicola Guaglianone, uno che ha capito la strada da percorrere. Nicola, inoltre, si è inserito in mondi che il cinema italiano non aveva ancora affrontato in maniera moderna. Basta vedere l’ultimo film sulla befana, fatto e impacchettato per un pubblico di bambini, da vedere e rivedere durante le feste natalizie che, grazie al suo passaparola gli ha permesso di incassare quasi 7 milioni di euro, cifra che ad oggi è ritenuta alta. È un ragionamento che lentamente stanno applicando tanti altri suoi colleghi, come ad esempio il prossimo film di Matteo Rovere che vede protagonisti Alessandro Borghi e Alessio Lapice. Max non poteva non contattarlo e scrivere assieme ad Andrea Bassi, Roberto Marchionni (conosciuto come “Menotti”) un film come questo.

Marco Giallini e Alessandro Gassman, entrambi al quarto film con Bruno hanno accettato di lavorare con lui sulla parola, pur senza averlo ancora scritto, questo ha reso più facile il lavoro degli sceneggiatori. Loro sono una coppia comica che rasenta la perfezione (solo perché nella scienza quest’ultima non esiste). Due fisicità importanti, uno più duro come carnefice, l’altro vittima, un gioco che funziona da anni. Però il vero valore aggiunto di loro due è che, nonostante ci sia questo dualismo, non c’è una debolezza di fondo di colui che “subisce” rendendo una visione scenica come un gioco affascinante e divertente al tempo stesso.

Ma allora cosa possiamo fare con questi 2 personaggi, rischiando qualcosa e proponendo la vera innovazione? Renderli un trio, portarli indietro nel tempo e capire cosa possono fare questi tre perdenti in un mondo del genere con la tecnologia avanti 30 anni. Rendere credibile un paradosso è una delle tante abilità di Nicola Guaglianone: basta pensare a Jeeg quando Enzo acquisisce i poteri e ne ha piena consapevolezza cosa fà? Preleva un bancomat dal muro. Quindi Moreno che vuole sbancare il lunario facilmente cosa farà mai avendo accanto a se un esperto dei risultati calcistici?

Se da un lato mostra una solidità nella scelta del cast, non tutti gli elementi però rispettano quei canoni di sicurezza attesi. Edoardo Leo è uno di questi. Conosciuto al grande pubblico per il suo viso buono (basti vedere il naso), nonostante ha già preso parte a qualche ruolo come cialtrone, nella sua carriera non ha mai interpretato un vero e proprio cattivo come in questo caso. Renatino, il suo personaggio, è veramente esistito ed è stato già interpretato, in chiave romanzata dai colleghi Claudio Santamaria e Alessandro Roja. Durante la conferenza stampa, Edoardo ha raccontato ai giornalisti di aver cancellato le precedenti esperienze in chiave romanzata (ricordiamo che nella serie ha vissuto in prima persona il Dandi avendone partecipato attivamente con il ruolo di Nembo Kid) e ha esasperato quello che già in sceneggiatura era presente creando per la prima volta un buonissimo cattivo, che è stato credibile dal momento in cui spara il primo colpo.

Il film è divertente, cattura lo spettatore in un opera registica che mette insieme “Ritorno al Futuro”, “Non ci resta che piangere” e “i soliti ignoti”, prendendo in giro tutto questo filone criminale nato da qualche anno in Italia, con ritmi di un poliziesco anni 70 che hanno nelle inquadrature il vero cuore dell’innovazione registica. Questo porta Massimiliano Bruno a un livello superiore rispetto ai suoi precedenti film creando un prodotto di sicuro apprezzamento per il pubblico.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

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