Operazione all’anca con protesi: come funziona, durata, tempi di recupero e riabilitazione

Pubblicato il 6 Dic 2018 - 3:26pm di Beatrice Tominic

Con l’avvicinarsi della vecchiaia le ossa si indeboliscono: tallone d’Achille di questo periodo di vita può rivelarsi il femore. Sebbene ad oggi sia possibile intervenire chirurgicamente sul problema a qualsiasi età, la maggior parte delle persone potranno forse pensare che operazioni di questo tipo riguardino la categoria che parte dal mezzo secolo in su. Molto spesso, invece, un intervento di questo genere si rivela essere la chiave per aprire le porte di una vita normale di tutti quei giovani che si trovano a dover affrontare patologie difficoltose dovute a traumi fastidiosi derivanti da incidenti. In qualsiasi fascia d’età vi troviate voi, è necessario conoscere i punti fondamentali della sostituzione di questa articolazione prima di sottoporsi a questa operazione.

Come funziona l’operazione all’anca con inserimento di protesi?

Prima di sottoporsi ad un’operazione chirurgica all’anca saranno d’obbligo alcuni esami preliminari terminati i quali potrà avere luogo l’intervento. È, inoltre, importante ricordare che se siete fumatori dovete ridurre la quantità di sigarette fumate o smettere completamente, allo stesso modo è necessario non bere bevande alcoliche nelle 48 ore precedenti all’intervento e mantenere una dieta sana e specifica. Se vi capita, occasionalmente o no, di fare uso di sostanze che potrebbero rivelarsi stupefacenti occorre avvisare il medico. In alcuni casi il medico vi consiglierà anche di eseguire esercizi per l’articolazione persino prima di essere sottoposti all’intervento.

La prima azione che verrà svolta sarà la pratica di un’incisione, in genere lunga dai 10 ai 15 centimetri ma che nel caso della chirurgia mini invasiva potrà essere più contenuta. Il taglio, all’altezza dell’anca, potrà essere effettuato sul fianco o nella parte anteriore o posteriore all’altezza del bacino, a discrezione del chirurgo operante e sarà la via d’accesso per lussare l’anca malata prima e sezionare la testa femorale insalubre poi. Dopodiché sarà necessario ritemprare un incavo emisferico consono usando un apposito strumento chirurgico sull’osso al fine di introdurvi una protesi a pressione con una dimensione adatta e nella posizione perfetta per poi introdurre un nuovo meccanismo articolare che andrà a sostituire la testa del femore e la cavità acetabolare. Per tutto il processo operativo, naturalmente, il paziente sarà sottoposto ad un’anestesia spinale.

Quanto dura un intervento all’anca con protesi?

Un intervento di questo tipo non è sicuramente fra i più pericolosi che le strutture ospedaliere possano compiere. Sebbene alcune complicazioni possano rivelarsi piuttosto fastidiose e pericolose soprattutto a distanza di alcuni giorni come la nascita di trombi sulle ginocchia che, nei casi più gravi, possono spostarsi verso i polmoni, quando si è ancora in sala operatorie le uniche complicazioni possibili sono generalmente quelle legate all’anestesia. Ulteriori fattori di rischio potrebbero essere legate alla lunghezza delle ossa, a infezioni e problemi vascolari, nervosi o articolari. Nonostante le prospettive appena enumerate possano prospettarsi pessime, è d’obbligo ricordare che l’operazione all’anca con inserimento di protesi ad oggi è fra le più riuscite in chirurgia ortopedica.

Proprio per questo, per quanto siano necessari precisione e perfezione atte a favorire e garantire il movimento dell’articolazione, in genere questo intervento non dura più di un’ora. Il paziente, però, dovrà restare in sala operatoria quasi il doppio per consentire prima una buona preparazione anestesiologica e per monitorare, poi, i parametri vitali e il drenaggio al risveglio.

Il ricovero ospedaliero, invece, si può aggirare fra i 3 o 5 giorni.

Protesi all’anca tramite operazione: tempi di recupero e riabilitazione prima di tornare a muoversi con sicurezza e spontaneità

Non solo l’intervento risulta essere fra i più sicuri chirurgicamente parlando, ma anche la riabilitazione è senza dubbio fra le più rapide: occorre però stare ben attenti e seguire alcuni piccoli accorgimenti che permetteranno di velocizzare il ritorno alla normalità.

Se alcune volte è il medico a sconsigliare il movimento una volta installata la protesi e a proibire temporaneamente  alcuni movimenti e alcune posizioni che potrebbero danneggiare la riuscita dell’operazione e la rieducazione dell’articolazione, in altre fin dalla data dell’operazione il paziente potrà iniziare a praticare, con l’ausilio del fisioterapista, una ginnastica non invasiva né faticosa che gli permetterà di abbassarsi e alzarsi in maniera autonoma prima e a compiere qualche passo poi: è in questo primo approccio con la camminata che di solito si suggerisce di munirsi di bastoni canadesi o del girello per almeno le prime 4 o 6 settimane dall’intervento.

Per evitare la formazione dei sopracitati trombi, sarà necessario eseguire delle punture di anticoagulanti,  mentre al fine di favorire la corretta installazione delle protesi sarà necessario dotarsi, specialmente i primi giorni, di imbottiture e rivestimenti per salvaguardare la zona appena operata da eventuali colpi che rischiano di danneggiare il lavoro appena svolto.

Una volta rientrati a casa propria, sarà necessario effettuare un ciclo di sedute di fisioterapia specifiche per il problema e apportare delle modifiche all’ambiente in cui si vive. Può essere utile cambiare l’assetto del bagno, aggiungendo una sedia nella doccia e trovare ausili adatti per abbassarsi e sollevarsi dal water e, per quanto riguarda le altre stanze, fare in modo che non vi siano cavi o altri oggetti fuori posto che possano sfavorire la vostra deambulazione con stampelle.

La quotidianità, almeno per il primo mese, sarà stravolta: dovrete evitare ciò che prima facevate con estrema naturalezza dalla guida di autovetture ai movimenti bruschi e veloci, fino alle posizioni mantenute uguali troppo a lungo, sia che prevedano lo star in piedi che quando si è seduti o sdraiati. Sarà necessario aspettare le direttive del medico a seguito di 2 o tre settimane per gli uomini e 6 o 8 settimane per le donne dall’operazione per poter ricominciare una regolare vita sessuale. Dopodiché, terminato il  periodo stabilito di rieducazione, occorrerà nuovamente fissare una visita specifica di controllo dal chirurgo per verificare che tutto proceda per il meglio. Una volta ritrovata la normalità, è necessario continuare a non sforzare la protesi appena impiantata con sport o discipline che possano metterla a rischio sottoponendola a continuo stress o movimento, ma anzi è consigliabile trovare, assieme al proprio medico, delle alternative per mantenere una dinamica vita sportiva. Importantissimo quando il paziente si troverà a viaggiare in aeroplano è portare con sé un certificato medico per giustificare il suono del metal detector: non dimentichiamoci che per quanto i movimenti possano tornare a somigliare del tutto a quelli naturali, sono pur sempre dettati da protesi con componenti metalliche.

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