Operazione piede piatto: intervento e tempi riabilitazione per bambino e adulto

Pubblicato il 17 Nov 2018 - 4:13pm di Sara Fiori

Oggi andremo a parlare dei vari casi di piede piatto, delle sue relative operazioni e dei suoi tempi di riabilitazione, sia per un adulto che per un bambino.

Intervento piede piatto: in quali casi serve l’operazione?

Prima di addentrarci in un argomento come quello che stiamo per affrontare oggi, è sempre bene specificare una cosa importante: è sempre auspicabile che si consulti un medico quando ci si trova in delle situazioni particolari. Per quanto infatti si possano trovare online delle informazioni molto valide e giuste in materia di medicina, il parere di un buon medico esperto non può essere sostituito da un articolo esplicativo. Chiarito bene ciò, possiamo ora procedere con la nostra spiegazione.

Il piede piatto è una condizione fisica caratterizzata da una scarsa curvatura dell’arco plantare del piede e quindi da un mal posizionamento dello stesso. Il piede piatto molto spesso è familiare. Le ossa del piede che sono vittime di una modifica in maniera più specifica sono tre: il calcagno, lo scafoide e l’astragalo.

Andiamo ora a vedere quali sono le caratteristiche di un piede piatto. Per spiegare tutto ciò nella maniera più semplice e chiara possibile partiamo dall’inizio. Le ossa del corpo umano sono unite da un legamento e, nel caso delle ossa dei piedi, se il legamento cede l’astragalo tende a deviare plantarmente e medialmente, ovvero si dirige verso il basso e verso la parte interna del piede. Conseguentemente a ciò, lo scafoide tende a spostarsi in modo laterale, in maniera tale che l’astragalo cada sempre più medialmente. Il calcagno allora, va in valgismo e si posiziona sotto l’astragalo, così da avere i piedi piatti e, detto nella maniera più comprensibile possibile, come le lancette di un orologio che segnano le 10,10.

Il piede piatto può essere: lasso, congenito o neurologico. Il piede piatto lasso, a meno che non sia molto grave, è asintomatico. Chi ha questo tipo di piede piatto ha anche tendenzialmente le cosiddette ginocchia ad x, anche se questa è una caratteristica che anche gli altri tipi di piede piatto tendono a far venire al corpo. Come abbiamo detto, il problema dei piedi piatti deriva dal fatto che i legamenti del piede siano deboli e quindi non leghino al meglio le ossa. Verso i 6-7 anni i legamenti tendono a rinforzarsi da soli, ed in alcuni casi il piede potrebbe trovare la sua giusta forma. In altri casi potrebbe diventare invece doloroso durante il periodo dell’adolescenza. Anche nell’adulto il piede piatto causa raramente dolore, che potrebbe emergere con l’artrosi e solamente in questa circostanza si tratta chirurgicamente.

Con il piede piatto congenito ci si nasce ed è dovuto al fatto che fra le ossa si formano delle connessioni che si chiamano sinostosi. Queste ultime possono essere di tessuto osseo, fibroso o cartilagineo. Questo tipo di piede piatto è asintomatico fino a dopo la crescita, il dolore potrebbe iniziare a percepirsi durante il periodo dell’adolescenza. Per il dolore si crea una contrazione muscolare che porta la persona ad avere il piede rigido, mentre il piede piatto lasso è iper-mobile. Questa è la differenza fondamentale fra questi due tipi di piedi piatti. Nel caso del piede piatto congenito vi è la necessità di intervenire chirurgicamente quando la crescita è terminata per resecare queste formazioni in più che si hanno sin dalla nascita.

Il piede piatto neurologico invece, rientra molto spesso in un quadro di sindrome (che prevede dei problemi a più organi e non solamente ad uno), perché è dovuto a degli squilibri neurologici e muscolari. Il piede piatto col tempo può diventare sempre più grave. Può essere dovuto anche a una paralisi e quindi si deve intervenire subito chirurgicamente con un intervento in cui si vanno a ristabilire i normali rapporti fra le varie ossa e fra i vari legamenti del piede.

Abbiamo ora visto i principali tipi di piede piatto ed abbiamo notato come non sempre sia necessario intervenire chirurgicamente, perché non sempre il piede piatto risulta arrecare dolore o problemi nella deambulazione. Dunque per molte persone, che hanno una forma lieve e non dolorosa, non resta che convivere con i propri piedi piatti.

Per alcuni infatti, quello del piede piatto non è considerato un vero e proprio problema, ma una particolare peculiarità del proprio corpo. Se alcuni infatti la vivono al contrario come qualcosa di negativo, la cosa migliore da fare potrebbe essere quella di accettarla come una propria caratteristica.

Ovviamente, come abbiamo accennato all’inizio del nostro discorso, le indicazioni migliori che certamente potremmo ricevere sono quelle che potrà fornirci un medico specialista. Infatti oltre a rivolgersi al nostro medico di base che tendenzialmente dovrebbe conoscere bene la nostra situazione di salute, è bene rivolgersi anche ad un ortopedico, esperto conoscitore delle ossa del corpo umano che certamente saprà comprendere a che stadio si trova il vostro piede e saprà dirvi se è necessario operare il piede oppure no.

Tempi di riabilitazione post operazione al piede piatto per un bambino

Dal paragrafo precedente emerge dunque il fatto che, a meno che non ci siano delle situazioni molto gravi, nel caso di un bambino è sempre meglio attendere prima di intervenire chirurgicamente. I bambini infatti hanno delle ossa più flessibili ed inclini ad essere rimodellate e con il tempo la situazione del piede piatto lasso, dovuta alla lentezza dei legamenti, potrebbe risolversi da sola. Alla nascita infatti tutte le strutture ossee sono più morbide e questo succede più o meno fino ai tre anni di vita, tempo dopo il quale iniziano a saldarsi bene. La stessa cosa vale anche per quanto riguarda i legamenti e tutti i tendini. Nel bambino non sempre deve essere trattato subito perché la situazione potrebbe risolversi con il passare degli anni e con la crescita. Nei ragazzi obesi si possono utilizzare dei plantari per facilitare il sostegno del forte peso.

Dopo aver preso in considerazione in maniera generale quelle che sono le caratteristiche di coloro che hanno il piede piatto ed alcuni dei casi in cui è necessario (sempre dopo aver ascoltato il parere del medico) andare ad operare il piede, andiamo adesso a prendere in considerazione quelli che sono i tempi di riabilitazione dopo un intervento fatto ad un bambino.

Come in tutte le cose, ogni caso ha delle peculiarità proprie. Ogni persona infatti è differente da un’altra, e ciò non varia per i bambini. Molta parte della ripresa può dipendere dunque dal modo in cui il bambino reagisce all’operazione appena subita, da come quest’ultima è andata, dal punto di partenza del bambino e  da altri fattori singoli che possono essere presi in considerazione per ogni caso . In linea di massima, dopo un intervento al piede ci vogliono almeno 20-30 giorni. Ci sarà un periodo in cui sarà necessario portare il gesso e successivamente il tutore per poi passare ad una ripresa graduale della deambulazione.

Tempi di riabilitazione per un adulto dopo l’intervento al piede piatto

Dopo aver trattato in linea generale quelle che sono alcune delle principali peculiarità di coloro che hanno il piede piatto, e dopo aver preso in considerazione quelle che potrebbero essere le tempistiche di ripresa per il corpo di un bambino, andiamo ora a vedere le ipotetiche tempistiche di ripresa per quanto riguarda il corpo di un adulto che si sottopone alla stessa operazione. Chiaramente l’età può essere un dato importante in situazioni come quelle che stiamo affrontando, proprio perché il corpo di un bambino solitamente è più incline a delle riprese veloci, mentre più si va avanti con l’età e più una ripresa potrebbe risultare lenta.

Come abbiamo detto per quanto riguarda i bambini, anche per gli adulti non ci sono delle tempistiche standard e uguali per tutti. Certamente c’è una base di ripresa di uno o due mesi, però in linea generale, come abbiamo detto in precedenza, ogni corpo è differente da un altro come lo è anche ogni personalità. Molto dipende anche dalla condizione di partenza in cui si trovava la persona interessata prima dell’operazione. Se neanche si camminava, potrebbero volerci anche dei mesi interi prima di riprendere pienamente le funzioni del piede.

C’è da dire anche però che oltre all’influenza che ha lo stato del corpo sulla guarigione e sulla ripresa, anche uno stato mentale favorevole e positivo nei confronti dell’esercizio, delle fisioterapia e della guarigione, può certamente essere ottimo quando ci si trova in delle condizioni come quelle in cui si trovano coloro che hanno appena subito un intervento chirurgico e che devono riabilitarsi e tornare in pista.

Quelle che abbiamo trattato oggi sono solamente alcune delle informazioni generali che riguardano i piedi piatti, gli interventi che può subire chi li ha e le sue riprese. Certamente non per tutte le persone si può trovare una situazione identica, ma tendenzialmente, a meno che non ci siano degli aggravanti o dei particolari problemi, l’iter da seguire potrebbe essere quello che abbiamo evidenziato oggi insieme.

Per ogni dubbio è certamente opportuno consultare il medico e chiaramente, nel momento in cui ci dovesse essere un’operazione da fare, il medico chirurgo sarà in grado di comprendere quali siano le opportune tempistiche di ripresa e quali siano le cose che è meglio fare per rendere più agevole e rapida una guarigione dopo un’operazione ai piedi piatti.

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