Ordine Avvocati di Milano: albo, consiglio, numero di telefono, PEC, contributo unificato

Pubblicato il 28 Gen 2019 - 10:51am di Sara Di Terlizzi

Nell’articolo di oggi vedremo tutto quello che c’è da sapere sull’Ordine degli Avvocati di Milano. Vedremo insieme cos’è l’albo e come iscriversi ad esso, cos’è il consiglio, i numeri di telefono che possono essere utili, i contatti, tra cui la PEC ed infine vedremo di cosa si tratta quando parliamo di contributo unificato. Un articolo per mettere chiarezza su tutto. Continuate a leggere per non perdervi niente.

Consiglio e albo dell’Ordine degli Avvocati di Milano

Iniziamo quindi dalle basi dell’ODA, per poter diventare un avvocato in Italia, è necessario essere iscritto all’albo, così come per molte altre professioni. Per poter accedere però all’albo, è indispensabile aver maturato 18 mesi di praticantato presso un ente o uno studio che ci insegni in modo corretto la professione. Il compito del Consiglio dell’Ordine è quello di giudicare l’effettiva capacità del candidato, e decidere se inserirlo o meno nell’albo. Ogni regione ha un suo albo, per questo motivo oggi ci stiamo concentrando su quello sito in Lombardia, più precisamente a Milano. Il consiglio quadriennale in carica al momento, vede come presidente l’avvocato Remo Danovi, e come vicepresidente l’avvocato Enrico Moscoloni. Oltre questi due membri, il consiglio è composto da altri ventitré avvocati, con la mansione di consiglieri.

Inoltre, è l’ordine degli avvocati di Milano a pubblicare un estratto dell’albo degli avvocati e del registro dei praticanti abilitati al patrocinio. Per poter consultare questo albo, non dovete far altro che andare sul sito ufficiale. Qui troverete tre sezioni: l’Albo degli iscritti, l’Elenco dei sospesi dall’esercizio della professione a domanda o disciplinarmente e l’Elenco dei radiati dall’esercizio della professione. Una volta scelta la sezione che state cercando, si aprirà in automatico un’altra pagina, in cui inserire i dati della persona che state cercando, per verificare se è iscritta o segnata in una delle sezioni presenti.

Contatti e PEC Ordine degli Avvocati di Milano

Per poter mettersi in contatto con l’ordine degli avvocati di Milano, esistono moltissimi modi. Quello più sicuro è certamente la PEC, ovvero la Posta Elettronica Certificata, adatta per inviare moduli e comunicazioni ufficiali. La PEC dell’ordine di Milano è consiglio@cert.ordineavvocatimilano.it.

Ma non esiste solo questo modo per mettersi in contatto con l’ordine degli avvocati. Se per esempio, avete bisogno di informazioni, e volete contattare la segreteria dell’ordine di Milano, potete recarvi in via Carlo Freguaglia, 1 a Milano. Altrimenti potete telefonare direttamente alla segreteria allo 02.5492921. Se ancora non siete soddisfatti, per ricevere informazioni, potete inviare una mail a segreteria@ordineavvocatimilano.it. Gli uffici della segreteria si trovano all’interno del Palazzo di Giustizia, al primo piano. È possibile anche mandare un fax, allo 02.55181003. Gli uffici sono aperti dal lunedì al venerdì, dalle ore 09.00 alle ore 13.00.

Per altri tipi di informazioni, esistono altri uffici. Per esempio, l’ufficio patrocinio a spese dello Stato, si trova sempre all’interno del Palazzo di Giustizia, al primo piano. Per poter inviare una mail però, dovete mandarla a patrocinio@ordineavvocatimilano.it. Questi uffici, a differenza della segreteria sono aperti il lunedì, il mercoledì e il venerdì, dalle 09.00 alle 13.00. In caso vogliate recarvi direttamente a Milano, dovete andare agli sportelli 3 e 4.

Per informazioni inerenti la Biblioteca, potete inviare un fax allo 02.55013669 o direttamente una mail a biblioteca@ordineavvocatimilano.it. Questa è aperta dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 13.00 e dal lunedì al giovedì dalle 14.00 alle 17.45. La biblioteca si trova sempre all’interno del Palazzo di Giustizia, al primo piano, corridoio a destra.

Ordine Avvocati di Milano: Contributo Unificato

Abbiamo quindi visto che cos’è il consiglio e l’albo degli avvocati di Milano e come poter contattare gli uffici più importanti. Non ci resta quindi che parlare del contributo unificato. Quest’ultimo è in parole povere, una tassa, che è stata introdotta il 1° marzo 2002, ed accorpa tutta una serie di imposte che prima di allora venivano pagate per procedimenti civili, penali ed amministrativi. È quindi una tassa che viene pagata per le spese dei procedimenti giudiziali. In modo dettagliato il contributo unificato va a sostituire l’imposta di bollo, la tassa di iscrizione a ruolo, il diritto di cancelleria e i diritti di chiamata in causa dell’ufficiale giudiziario.

Questa tassa viene applicata a ciascun grado di giudizio di un processo civile, e va versata obbligatoriamente in base al valore che la controversia prende in riferimento alle basi date dalla legge. Si tratta quindi una partecipazione alle spese di giustizia, e di una tassa obbligatoria da pagare. Si può acquistare sotto forma di valore bollato nelle tabaccherie, cambiando il valore in base al tipo di causa intrapresa.

Naturalmente, oltre al valore della causa stessa, il contributo unificato varia in base al grado di giudizio. Il contributo unificato per la Corte di Cassazione, sarà ovviamente più alto rispetto a quello per la Corte d’Appello.

Quindi, come abbiamo anticipato, il valore del contributo unificato viene definito in base al valore della causa che verrà proposta. Per indicare esattamente questo valore, il codice di procedura civile fornisce una giusta spiegazione.

In un processo, vi è l’oggetto della domanda, che è definito bene, e può essere un oggetto materiale, una prestazione, del denaro o addirittura un interesse personale. Questo bene, viene quantificato in denaro, e questa cifra è la stessa del valore della causa. Secondo delle tabelle già definite, esiste un valore di contributi unificati relativi a determinate cifre e al valore della causa stessa. Quindi, se in una causa di risarcimento danni, otterrò 30.000 euro, il valore della causa sarà appunto di 30.000 euro, e il contributo da versare sarà di 581 euro, come stabilito dalla legge e dalle relative cifre già predisposte.

Naturalmente, il contributo unificato deve essere pagato anche nel caso si ricorra ad un Giudice di Pace. Se per esempio, state facendo un ricorso per una multa a causa di un autovelox, vi dovete ricorrere ad un Giudice di Pace. In questo caso, le tabelle con i valori per il contributo unificato sono diverse, rispetto a quelle dei singoli avvocati iscritti all’Ordine, e al grado di giudizio della causa stessa.

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