Pensioni, Boeri contro gli interventi del Governo Renzi nella manovra: riforma strutturale rinviata

Pubblicato il 21 Ott 2015 - 4:04pm di Ubaldo Cricchi

Il rinvio all’anno prossimo dell’introduzione di meccanismi sulla flessibilità in uscita dal mondo del lavoro non è piaciuto molto a Tito Boeri, che ha sottolineato che sarebbe stato importante se il Governo Renzi avesse inserito nella manovra una vera riforma delle pensioni. Nella legge di Stabilità invece ci sono solo alcune misure parziali e selettive che porteranno alla creazione di disparità di trattamento.

Interventi parziali nella manovra: Boeri spera in una riforma strutturale nel 2016

Se non ci saranno dei correttivi, aggiunge il presidente dell’Inps, i provvedimenti previsti nella legge di Stabilità non bastano e per questo sarà necessario intervenire con ulteriori provvedimenti parziali che, come è noto, sono molto costosi. Le dichiarazioni di Boeri sono state rilasciate a margine della presentazione del Bilancio sociale relativo al 2014 dal quale è emerso soprattutto un dato: il 42.5% dei pensionati italiani riceve un assengno inferiore ai 1.000 euro mensili.

Boeri ha aggiunto che spera che nel 2016 il Governo finalmente intervenga in modo strutturale e definitivo sul tema delle pensioni, con l’inserimento di forme di flessibilità che sono possibili. In realtà il numero uno dell’Inps sperava che la riforma potesse arrivare nel corso di questo 2015, ma evidentemente non è stato così.

L’uscita anticipata, prosegue Boeri, avrebbe anche semplificato la gestione della pubblica amministrazione. Invece gli interventi previsti nella manovra sono selettivi e riguardano solo il settore del privato, lasciando una situazione di difficoltà nel turnover del personale all’interno delle pubbliche amministrazioni.

Il 42,5% delle pensioni è inferiore ai mille euro

Tornando al Bilancio sociale del 2014, abbiamo detto che il dato che salta subito agli occhi è rappresentato da quel 42,5% di pensionati che riceve assegni inferiori ai mille euro: si parla di circa sei milioni e mezzo di persone. Tra questi ci sono quasi due milioni di pensionati che ricevono somme inferiori ai 500 euro.

Osservando le statistiche dei primi nove mesi del 2015 si può notare che le pensioni di anzianità o anticipate sono cresciute di due volte e mezzo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questo è l’effetto della legge Fornero, che di colpo innalzò i requisiti per uscire dal mondo del lavoro e di fatto ha fatto slittare a quest’anno i pensionamenti di molte persone. Sul dato ha influito anche l’incremento dei trattamenti di anzianità delle lavoratrici, alcune delle quali hanno scelto di utilizzare l’Opzione Donna.

Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

Lascia Una Risposta