Perché votare sì al Referendum Costituzionale 2016: vantaggi, svantaggi e motivi per i quali conviene approvare la riforma

Pubblicato il 9 Ott 2016 - 12:15pm di Ubaldo Cricchi

Mancano meno di due mesi all’importantissimo appuntamento con il Referendum Costituzionale: in questo articolo andremo a conoscere i motivi per cui conviene approvare la riforma, quindi vedremo perché votare Sì. Naturalmente nei prossimi giorni verrà fatto un articolo relativo ai motivi del No, in modo da dare ai nostri lettori una panoramica sui vantaggi e gli svantaggi della riforma.

Il contenuto della riforma: vantaggi e svantaggi

Prima di vedere per quali ragioni si dovrebbe barrare la casella del Sì sulla scheda del referendum facciamo un rapido riepilogo delle novità previste dal testo della riforma Boschi. Innanzi tutto ci saranno grandi cambiamenti per il Senato, i cui membri verranno ridotti a 100 (5 nominati dal Presidente della Repubblica e altri 95 saranno espressione dei Consigli Regionali) e le cui funzioni in materia legislativa saranno notevolmente ridotte; alcune materie considerate strategiche passeranno di competenza dalle Regioni allo Stato; verranno aboliti Province e CNEL; sono previste novità anche per l’elezione del Capo dello Stato (maggioranza di 2/3 dei componenti nei primi tre scrutini, 3/5 dal quarto e 3/5 dei votanti dal settimo) e dei giudici della Corte Costituzionale (tre nominati dalla Camera e due dal Senato); i referendum che raccolgono almeno 800.000 firme necessiteranno di un quorum più basso (pari alla metà degli elettori alle ultime Politiche), vengono introdotti i referendum propositivi ma vengono innalzati i numeri delle firme necessarie per presentare disegni di legge di iniziativa popolare (150.000 firme). Dopo un lungo tira e molla la data del Referendum Costituzionale è stata fissata al 4 dicembre 2016.

Referendum Costituzionale 2016, perché votare Sì

Vediamo ora quali sono i motivi per cui i comitati a favore del Sì sono convinti che convenga approvare la riforma.

  • Si supera il bicameralismo perfetto
    Attualmente l’Italia è l’unico Paese europeo che vanta un Parlamento composto da due camere uguali, ovvero con identici poteri e composizione. L’addio al bicameralismo perfetto darebbe il via ad una serie di vantaggi come la riduzione dei costi della politica e l’accelerazione dei tempi richiesti dalle attività del Parlamento: solo la Camera potrà dare o togliere la fiducia al Governo, mentre il Senato si occuperà principalmente dei bisogni e delle istanze di Regioni e Comuni.
  • Tempi più rapidi per le leggi
    Troppo spesso oggi si dice che le soluzioni legislative a determinati problemi arrivano con troppo ritardo: con la vittoria del Sì al Referendum Costituzionale i disegni di legge non dovranno fare più la cosiddetta navetta tra Camera e Senato, ovvero quel vai e vieni da un’ala all’altra del Parlamento nel tentativo di arrivare ad un testo condiviso fino all’ultima sillaba. Sarà solo la Camera ad approvare le leggi (eccezion fatta per alcune materie), mentre il Senato avrà solo 40 giorni per esaminare il testo e proporre eventuali modifiche su cui decideranno comunque i Deputati. I sostenitori del Sì dicono che avere leggi in tempi più brevi non vuol dire necessariamente avere più leggi, ma semplicemente avere risposte più tempestive.
  • La riduzione dei costi della politica
    Con la riduzione del numero dei parlamentari che percepiscono l’indennità (dovuto al ridimensionamento del Senato), l’abolizione del CNEL e delle Province, l’assenza di finanziamento pubblico per i gruppi regionali e la regola secondo cui i consiglieri regionali non potranno percepire indennità più alte rispetto a quella del sindaco del relativo capoluogo di Regione sono fattori previsti dalla riforma e che porteranno alcuni importanti vantaggi: innanzi tutto ci saranno dei risparmi per quanto riguarda la voce dei costi della politica e poi verrà restituita credibilità alle istituzioni.
  • Più partecipazione per i cittadini
    La riforma introduce nuovi strumenti per far diventare la democrazia italiana davvero partecipativa. Il Parlamento sarà obbligato a discutere e decidere sui disegni di legge di iniziativa popolare che hanno raccolto 150.000 firme; verrà abbassato il quorum per rendere valido l’esito dei referendum abrogativi che sono stati richiesti da almeno 800.000 elettori (basterà il 50% dei votanti alle elezioni Politiche precedenti e non più il 50% degli aventi diritto); l’approvazione della riforma porterebbe anche all’introduzione dei referendum propositivi e d’indirizzo.
  • Maggior chiarezza sulle competenze di Regioni e Stato centrale
    Stop alle competenze concorrenti: ciascun livello di governo avrà delle proprie e specifiche funzioni legislative. In questo modo si terranno alla larga la confusione e i conflitti tra Stato e Regioni che hanno rubato tanto tempo alla Corte Costituzionale. Alcune materie di interesse nazionale (grandi reti di trasporto e navigazione, produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia, formazione professionale…) saranno competenza esclusiva dello Stato; alle Regioni verranno delegate altre competenze legislative e manterranno le competenze proprie come il turismo, l’organizzazione sanitaria o lo sviluppo sociale ed economico.
  • Enti locali più rappresentati in Parlamento e in Europa
    Con il Senato che sarà l’organo rappresentativo delle Regioni e dei Comuni, gli enti locali potranno finalmente partecipare in modo diretto e concreto alla formazione delle leggi dello Stato. Inoltre il nuovo Senato potrà partecipare alle discussioni e decisioni relative a formazione ed attuazione di atti normativi e politiche dell’Unione Europea, verificandone l’impatto sui territori. È una funzione molto delicata ed importane, che consentirà al Paese di rimanere nei limiti dei famosi “patti”, evitando di commettere infrazioni e il rischio di multe.
Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

9 Commenti finora. Sentitevi liberi di unirsi a questa conversazione.

  1. Giovanni Macrì 10 Ottobre 2016 at 10:28 - Reply

    Finalmente una riforma seria che contiene una modifica radicale e ci farà risparmiare quasi 80 milioni di euro all’anno.
    Capisco il Movimento 5 stelle perché se vincesse il si perde i 4 milioni di euro all’anno che i senatori 5 stelle lasciano nelle casse del movimento.
    Io voto SI.

  2. Tommaso Musilli 11 Ottobre 2016 at 12:22 - Reply

    Il sito si chiama “corretta informazione” ma ne vedo poca visto che nell’articolo è evidente che l’autore propende per il si….A mio parere quando avrai una visione oggettiva del contesto potrai scrivere articoli. Buona giornata.

    • Ubaldo Cricchi 11 Ottobre 2016 at 13:14 - Reply

      Buongiorno Tommaso (mi permetto di darti del tu, visto che hai fatto lo stesso con me): dici che è evidente che io sono a favore del Sì. Permettemi di dire che è evidente che non hai dato molto peso alle frasi “Naturalmente nei prossimi giorni verrà fatto un articolo relativo ai motivi del No” (e molto probabilmente sarò sempre io a scriverlo) e “vediamo ora quali sono i motivi per cui i comitati a favore del Sì sono convinti che convenga approvare la riforma”. Non mi pare in alcun modo di aver inserito nel pezzo delle mie considerazioni personali (anche perchè dubito che possano interessare a qualcuno) e terrò questa condotta anche nell’articolo sui motivi del No. Grazie per il commento e buona giornata.

      • Gabriele L'ignorante 27 Ottobre 2016 at 11:37 - Reply

        E’ sempre bello vedere gente che legge senza capire nulla di quello che è scritto. Bastava leggere con cura le prime CINQUE righe per accorgersi che a breve avrebbero fatto la stessa argomentazione per il NO.
        Speriamo che questa gente legga con più cura almeno quello che devono votare.

  3. Tommaso Musilli 13 Ottobre 2016 at 17:12 - Reply

    Ok ok, evidentemente è stata una mia mancanza, grazie per il chiarimento, attendo il prossimo articolo, buona giornata.

  4. paolo 28 Ottobre 2016 at 19:52 - Reply

    dopo la sottrazzione della sovranità monetaria, dopo aver subito tre governi non eletti da nessuno dopo le misure di austerità che hanno disintegrato il tessuto primario del nostro amato paese e costretto al suicidio migliaia di italiani, si tenta ora di dare il colpo di grazia a sessanta milioni di persone con la deforma costituzionale europea dettata dai tecnocrati di bruxels?Questo paese giace in un limbo di trance ipnotica indotta dai media e dalla propaganda Goebbleriana a cui tutti noi siamo sottoposti quotidianamente.Auspico un risveglio ed una levata di scudi improvvisa che dissipi il velo di menzogne spacciate per verità.

  5. Roberto 9 Novembre 2016 at 23:02 - Reply

    Complimenti! Chiaro, preciso e conciso!
    Potrei chiedere cortesemte se sia possibile inserire i presunti risparmi dal terzo punto e il numero preciso dei parlementari che verranno “eliminati”.
    Grazie e buon lavoro.

  6. Daniela 12 Novembre 2016 at 08:55 - Reply

    Da cittadina che continua a pagare tasse su tasse ingiustificate, vorrei sapere in sintesi un elenco dei vantaggi per cui votare Sì.
    Non i soliti tre punti . Se non sbaglio la riduzione dei politici e delle loro spese stipendi alla Paperon dei paperoni, alle leggi fatte per la loro tutela .pensioni d oro ecc….. dovevano essere modificate da tempo.
    Datemi un motivo per il Sì o per il No.

    • Fabio 27 Novembre 2016 at 13:50 - Reply

      La domanda ci sta. Forse rappresenta bene l’opinione ed i dubbi di tutte le persone con partita IVA. Io stesso, che non sono tra questi, ho il dente avvelenato per tutto questo marciume e disparità (non mi viene in mente parola più polite). In effetti ti risponderei con una provocazione: meglio un uovo oggi o una gallina domani? Ai posteri l’ardua sentenza!

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