Prestito Chirografario: tassi del finanziamento, definizione, significato e calcolo rata

Pubblicato il 9 Feb 2018 - 10:21am di Lorenzo Antonelli

Tra le varie soluzioni per ottenere dei finanziamenti dagli istituti di credito a tassi agevolati e convenienti c’è un’opportunità molto interessante ed è quella del prestito chirografario. Nonostante il termine possa a prima impressione sembrare poco comprensibile, si tratta in realtà di una parola composta derivante dal greco “cheir” e ” graphé”, il cui significato nella lingua italiana a livello di aggettivo vuol dire proprio comprovare una firma attraverso l’esibizione di una documentazione scritta. In ambito commerciale e legale un prestito chirografario è quindi un credito che qualsiasi cliente può avanzare come domanda di finanziamento alla sua banca senza però la necessità di inserire la figura del garante. Basta dunque una firma personale del richiedente che, dopo aver dimostrato in maniera comprovata di aver maturato negli anni una pregressa solidità dal punto di vista finanziario, può godere del diritto a ricevere appunto un prestito chirografario.

Prestito Chirografario: significato e definizione del termine

Ovviamente come per ogni tipo di credito erogato da un istituto bancario in favore di un risparmiatore, anche il mutuo ottenuto grazie a questa particolare forma di finanziamento è disciplinato secondo condizioni contrattuali specifiche e il calcolo della rata con i vari interessi su base mensile viene proposto dalla banca dopo un’accurata valutazione effettuata riguardo alla posizione finanziaria del cliente. Abbiamo accennato al fatto che questa tipologia di finanziamento è differente dalle altre considerate più classiche, in quanto per queste ultime la prassi burocratica e legale vuole che a garanzia di un mutuo ci sia la firma di una persona terza a tutela dell’accordo sottoscritto. Il termine chirografario definisce proprio la possibilità per il cliente che richiede il prestito alla banca di apporre sul contratto stipulato la firma personale, operazione che basta per godere delle condizioni previste nell’accordo. Si può parlare dunque di prestito chirografario nel momento in cui il finanziamento richiesto dal cliente non viene coperto dalle garanzie di tipo personale come per esempio la fideiussione e/o da quelle reali come nel caso del pegno e dell’ipoteca. C’è poi il discorso relativo al tetto massimo che si può pretendere e alla durata temporale: per quanto concerne il primo punto, è bene sapere che generalmente gli istituti di credito erogano mutui chirografari per somme non superiori a 30.000/40.000 Euro, mentre per ciò che riguarda il secondo punto è importante precisare che la durata massima per cui viene concesso non supera i 10 anni.

A livello sostanziale il prestito chirografario non è in fondo molto diverso dalle altre forme di credito che le banche mettono a disposizione dei risparmiatori, ma si differenzia dalle altre tipologie proprio per la non obbligatorietà a carico del cliente di includere una figura terza come garante del contratto di mutuo e l’impossibilità di sottoporre a potenziale ipoteca un bene acquistato a livello commerciale. Non è un caso che, nonostante il termine possa essere ritenuto molto particolare, si tratta di una forma di credito molto semplice e diffusa sul mercato. Chiaramente se da un lato l’agevolazione di non dover garantire una figura terza a tutela dell’accordo sia un’ottima spinta motivante per un potenziale cliente alla ricerca del mutuo migliore, dall’altra parte bisogna dire che il prestito chirografario prevede come condizione necessaria ed inderogabile una pregressa solidità economica e patrimoniale del richiedente proprio per l’impossibilità da parte dell’istituto di credito di iscrivere sotto ipoteca un immobile a garanzia di eventuali inadempienze.

Questo aspetto è fondamentale perché se la banca è disposta ad accettare la sola firma dell’intestatario è pronta a farlo a patto che egli garantisca di non essere potenzialmente un soggetto debitore a rischio di futura insolvenza nei pagamenti da onorare. D’altronde qualsiasi istituto di credito eroga dei crediti a clienti per avere un ritorno sotto due voci: quella della visibilità e riconoscibilità sul mercato e ovviamente quella prettamente economica. La correttezza e la serietà di chi sottoscrive un prestito chirografario sono quindi degli aspetti determinanti per siglare con successo questo tipo di accordo contrattuale e le banche sono molto accorte nello scegliere se avallare le varie richieste che pervengono quotidianamente nelle filiali dei maggiori istituti di credito operanti in Italia.

Tipologie e modalità con cui sottoscrivere un Prestito Chirografario

Quando si desidera avanzare richiesta ad una banca per ottenere l’erogazione di un credito occorre innanzitutto valutare, secondo le proprie possibilità, quale tipologia di prestito chirografario è più compatibile con le esigenze private a livello economico. Vi sono infatti tre forme diverse di questa modalità di finanziamento e possono essere scelte dal cliente al momento della sottoscrizione dell’accordo contrattuale con l’istituto di credito  a cui ci si è rivolti. Vediamo di seguito quali sono e come si presentano:

  • Opzione classica: questa modalità consente al richiedente di ricevere un finanziamento svincolato dal discorso sugli obblighi relativi alle garanzie patrimoniali. I tassi d’interesse possono essere fissi o anche variabili.
  • Opzione ad ammortamento posticipato: in questo caso troviamo una tipologia di prestito chirografario che permette al cliente di differire la scadenza inerente al rimborso della prima rata.
  • Opzione a rata pesante: quest’ultima forma consente invece al richiedente di pianificare una restituzione della somma creditizia con una prima parte rateale a base mensile e la seconda invece in soluzione unica, motivo per cui questo tipo di prestito chirografario è definito appunto “a rata pesante” dal momento che l’accordo stipulato con la banca prevede una porzione del rimborso da effettuare in una sola volta.

Dal momento che il prestito chirografario rientra in una categoria di crediti dove basta la firma del richiedente per essere erogato, si distingue in maniera netta da quello che è più conosciuto come mutuo ipotecario. Per prima cosa è necessario precisare che i termini in questione trattano due tipologie differenti di finanziamento creditizio; da un lato abbiamo il classico prestito, dall’altro il mutuo che proprio per sua natura include l’obbligo di ipoteca. In quest’ultimo caso la banca pretende delle garanzie dal richiedente, mentre con il chirografario basta appunto la firma del cliente e l’istituto di credito avvia la pratica per l’erogazione della somma pattuita. Tra le altre, alcune tipologie più famose di questo tipo di finanziamento sono sicuramente la cessione del quinto (ovvero un credito estinguibile attraverso la cessione di quote variabili dello stipendio mensile fino alla quinta parte del totale e al netto delle ritenute fiscali), il prestito personale e quello con delega, nonché il quinto della pensione e il prestito di consolidamento. Quest’ultimo è da intendersi come l’erogazione di un credito da parte della banca in favore del richiedente dove l’obiettivo consiste nel risanamento di una posizione debitoria contratta dal cliente stesso a causa dell’assunzione di mutui o finanziamenti pregressi.

Prestito Chirografario: profilo dei clienti a cui è rivolto

Sono molte le categorie di soggetti fisici o giuridici che potenzialmente possono essere destinatari di questa forma di credito, ma per alcune in particolare il prestito chirografario sembra proprio la tipologia di finanziamento più indicata. Ad esempio, chiunque possegga una partita IVA e necessiti di risorse economiche può avvalersi di questa opportunità, come anche tutti coloro che siano titolari di piccole e medie imprese, gli artigiani, oppure clienti che esercitino specifiche professioni. Non mancano comunque anche forme di sovvenzione dedicate a prestiti personali o finalizzati. Riguardo quest’ultima tipologia di credito occorre specificare un punto importante: se si richiede un prestito chirografario per comprare un bene con l’aiuto di una sovvenzione da parte della propria banca e quindi il finanziamento è finalizzato all’acquisto di un prodotto commerciale, non sussistono le condizioni per cui possa essere avanzata un’ipoteca da parte dell’istituto di credito. La categoria dei chirografari ricomprende infatti anche quella dei prestiti finalizzati e adottare questo metodo di finanziamento può rivelarsi molto conveniente se si ha intenzione di comprare un bene mobile. Qualora il richiedente non rispetti il pagamento delle rate previste, la banca non potrà comunque avvalersi sul prodotto commerciale acquistato. Il prestito chirografario può risultare una buona soluzione anche in caso di finanziamento per lavori condominiali, di ristrutturazione o per immobili non sottoscrivibili con ipoteca.

Istituti di credito che offrono il Prestito Chirografario

La tipologia di finanziamento che stiamo trattando abbiamo visto essere diffusa e semplice ma al tempo stesso anche particolare e ricercata. Se si desidera avanzare richiesta per ottenere un prestito chirografario occorre quindi studiare le varie proposte delle banche a cui si ha intenzione di rivolgersi, poiché non tutti gli istituti di credito offrono sul mercato questa forma di sovvenzione al cliente. Di seguito elenchiamo alcune casse di risparmio italiane che prevedono proposte di prestito chirografario:

  • Banca Unicredit, mette a disposizione dei clienti mutui chirografari destinati alle attività di libero commercio. Inoltre l’offerta si caratterizza per una durata massima di rimborso pari a 60 rate e prestito a cifra massima di 35.000 Euro.
  • Banca Sella, promuove crediti chirografari a favore di imprese e libere professioni. Il rimborso può essere redistribuito addirittura con un tetto massimo di 72 rate.
  • Monte dei Paschi, propone finanziamenti chirografari a lungo termine e anche il Credito Artigiano.
  • Banca Barclays, offre prestiti e mutui chirografari soprattutto in favore della piccola e media impresa.
  • Intesa San Paolo, promuove sempre a vantaggio delle piccole aziende prodotti finanziari chirografari.

Questi sono alcuni dei principali esempi di banche che scelgono come proposta di credito al cliente questa particolare forma di finanziamento che stiamo analizzando. Da notare è la specificità dell’offerta, indirizzata generalmente al mondo del commercio: la tendenza è infatti quella di fornire un’offerta che, come affrontato in precedenza, sia destinata soprattutto allo sviluppo delle libere professioni e della piccola e media impresa, categorie che ricoprono un ruolo molto importante all’interno del panorama sociale ed economico italiano.

Prestito chirografario: quali sono i rischi?

Dopo aver preso in esame i vari punti a favore riguardanti questa specifica forma di credito, passiamo ad analizzare anche le eventuali insidie che si celano dietro alla scelta di richiedere ed ottenere un prestito chirografario. Nell’ipotesi per cui si verifichi un inadempimento inerente al rimborso parziale o all’estinzione anticipata da parte del cliente, quest’ultimo è tenuto da contratto a cedere un compenso prestabilito in favore della banca, esclusa la situazione in cui sia coinvolto un finanziamento destinato all’acquisizione di un immobile. Inoltre, sempre se previsto nell’accordo sottoscritto tra le parti, è possibile incappare in una variazione negativa delle spese applicabili e delle commissioni. Entrambi gli aspetti trattati sono comunque soggetti alla diversa entità delle condizioni legali che ogni specifico contratto di prestito chirografario prevede. Le suddette problematiche di rischio sono le più comuni e frequenti in merito all’assunzione di un prestito chirografario ed è per questa ragione che tutti gli istituti di credito cercano di appurare con la massima attenzione la solidità finanziaria del richiedente, al fine di evitare spiacevoli sorprese future che costerebbero un’ingente remissione di denaro per entrambe le parti in causa.

Caratteristiche dei tassi di finanziamento e calcolo rata del Prestito Chirografario

Abbiamo già accennato in precedenza ad alcune condizioni peculiari che riguardano questo tipo di finanziamento. Nello specifico, se la durata massima è indicata in 10 anni, quella minima non può per norma risultare inferiore ai 18 mesi, poiché fino a questo termine si sconta l’imposta di bollo. Per quanto riguarda la suddivisione del pagamento in rate relativo al rimborso, la legge individua nel totale di 120 rate la quantità massima consentita per la dilazione. Passato il termine minimo di 18 mesi si sconta invece l’imposta sostitutiva. Come per ogni tipologia di mutuo bancario, anche il prestito chirografario è soggetto alla questione dei tassi di finanziamento, che ricordiamo possono essere di natura fissa o variabile. Alcuni istituti di credito offrono addirittura dei sistemi  di tassi misti o doppi. Un aspetto più sfavorevole è quello inerente allo spread (differenziale di rendimento giornaliero tra titoli e tassi d’interesse) che deve essere minimo del 4%.

Dal punto di vista delle varie tipologie di ammortamento, la più diffusa ed utilizzata sul mercato è sicuramente quella definita alla francese.  Se si opta per questa modalità di ammortamento bisogna tenere conto che essa prevede commissioni specifiche legate ad eventualità come estinzione anticipata del prestito o processo di rinegoziazione. Come tutte le forme di finanziamento appetibili sul mercato, anche il prestito chirografario si compone di punti di forza e di debolezza che a seconda delle esigenze particolari e personali di ogni cliente può risultare un’opzione da valutare per ottenere un credito finalizzato al consolidamento di una posizione finanziaria ed economica.

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