Prestito in contanti: come ottenere subito prestiti personali tra privati in contanti

Pubblicato il 28 Feb 2019 - 9:14am di Giulia Morelli

Il prestito in contanti tra privati è una pratica lecita e legale: se si ha necessità di accedere ad una cifra di denaro più o meno consistente in contanti, infatti, non è obbligatorio rivolgersi ad una banca ma è possibile ottenere il prestito in contante da privati. Infondo, è piuttosto diffuso ricorrere a questa formula tra amici e parenti, in caso di bisogno e per piccole cifre, e di norma, in questi casi, non ci si cautela in modo specifico (ma in questi casi, più che di prestito normalmente si parla di “dono”). A riprova della natura lecita di questa forma di prestito, si ricorda che lo stesso contratto di mutuo non prevede l’obbligatorietà che una delle due parti (cioè il mutuante, il prestatore) sia una banca, poiché anche un privato può erogare una somma in forma di prestito.

In generale, sia che il prestatore non sia una persona conosciuta sia che invece sia un conoscente, amico o parente è necessario tutelarsi con un contratto scritto in cui venga messa nero su bianco la cifra erogata dal prestatore e il tasso di interesse applicato sul rimborso nonché il numero di rate ed i tempi di restituzione del prestito: in questo modo si previene il rischio di usura e di mancata restituzione del denaro e si agisce nell’interesse di entrambe le parti, come stabilito dalla sentenza 180/18 del 8.01.2018 della Cassazione.

Prestito in contanti: come si fa e per quali importi

Per ottenere un prestito in contanti per cifre entro i 3.000,00 euro tra privati è necessario il passaggio di denaro direttamente dal prestatore al mutuatario (cioè colui che chiede e riceve il prestito). Tale forma di prestito può ovviamente avvenire tramite bonifico: esso diventa necessario, invece, per tutte le somme superiori ai 3.000,00 euro. In ogni modo, come abbiamo visto pocanzi, è sempre indispensabile che il passaggio di denaro venga disciplinato da una scrittura privata, da un contratto vidimato da un notaio o dalla richiesta di un prestito cambializzato (con cambiali firmate dal debitore) alle quali deve seguire il versamento del denaro mediante assegno circolare non trasferibile o bonifico, onde evitare problemi di solvenza e consentire la garanzia del credito. Come abbiamo visto, il prestito può avvenire anche in contanti ma per maggior prudenza è sempre meglio che il trasferimento di denaro sia tracciabile e documentato.

Il fatto che il denaro venga prestato da amici e parenti non significa che le condizioni non debbano essere dichiarate mediante atto scritto: anche in questi casi un contratto deve essere rogato a tutela delle parti e per evitare l’azione di eventuale contestazione che potrebbe applicare l’Agenzia delle Entrate, a maggior ragione se il trasferimento di denaro avviene mediante movimenti sul conto corrente ed è quindi tracciabile. Inoltre, se il prestito è fruttifero (cioè prevede l’applicazione di interessi sul denaro prestato), esso deve essere regolarmente denunciato nella dichiarazione dei redditi.

Prestiti in contanti sulle piattaforme di social lending

Una delle formule più efficaci e sicure per accedere ad un prestito tra privati in contanti è costituito sicuramente dal social lending, ovvero un sistema di gestione dei prestiti tra privati online, che garantisce sicurezza e trasparenza. Le società che offrono questo tipo di servizi sono autorizzate a lavorare in Italia e attraverso apposite piattaforme mettono in collegamento creditori e mutuatari, che si registrano sui siti appositi e creano un account personale. Le società presenti in Italia che offrono questo tipo di servizio sono Smartika.it e Prestiamoci.it: esse si premurano di verificare l’affidabilità e le credenziali di entrambe le parti onde effettuare controlli creditizi mediante i quali stilare una classifica dei livelli di affidabilità dei creditori ma anche dei richiedenti, che a loro volta ricevono un punteggio di affidabilità in base al quale viene poi calcolato il tasso di interesse che i creditori potranno applicare al prestito (e che sarà minore quanto migliori saranno le credenziali del richiedente).

Le piattaforme di social lending coprono infine gran parte degli adempimenti legali e delle pratiche legate sia all’erogazione del prestito in contanti che della riscossione della rata mensile: il contratto che viene stilato è ovviamente vincolante e se il debitore si sottrae al regolare pagamento può essere in messo in atto il pignoramento dei beni o la riscossione presso terzi (garanti del prestito, ove presenti).

Interessi sul prestito in contanti: come tutelarsi

Inoltre, se si decide di accedere ad un prestito fruttifero in contanti sarà bene prestare attenzione al tasso di interesse applicato sul prestito, onde evitare di contrarre prestiti ad un tasso d’usura. Chiaramente, un prestito rimediato attraverso una piattaforma di social lending esclude a priori questa sgradevole eventualità, garantendo al massimo il debitore. Nel caso in cui invece ci si affidi ad un amico, parente o altro prestatore disposto a sostenere l’operazione è importante verificare che gli interessi rimangano al di sotto della soglia di usura: la percentuale di tale tasso varia su base trimestrale, per quanto riguarda i prestiti personali in contanti tra privati, ed è possibile consultare tale valore sul sito della Banca d’Italia (attualmente, nel trimestre gennaio-marzo 2019 la soglia del tasso d’usura su base annua per aperture di credito fino a 5.000 euro è del 17,47 % mentre scende al 14,58 % su somme superiori ai 5.000,00 euro, mentre sul credito personale è fissa al 16,51%).

In ogni caso, solitamente i tassi che vengono proposti dai creditori privati si collocano al di sotto del tasso “critico” e sono di norma più convenienti rispetto a quelli applicati da banche e società finanziarie.

Infine, in caso di insolvenza nella restituzione del prestito in contanti da parte del debitore, in presenza di un contratto regolarmente rogato tra le parti o di un’ammissione del debito da parte del mutuatario, il creditore può chiedere un decreto ingiuntivo che il giudice notifica al debitore che deve decidere, entro un limite massimo di 40 giorni, se impugnare il decreto o pagare il dovuto: in caso di mancata reazione, il creditore può ottenere l’attuazione del pignoramento. Questa istanza mostra chiaramente che il contratto è uno strumento di garanzia necessario per le parti coinvolte nel prestito: in assenza di atti scritti, infatti, in caso di insolvenza, si dovrebbe intraprendere una causa giudiziaria ordinaria, che necessiterebbe la presenza di testimoni e renderebbe più costoso e macchinoso il recupero del prestito.

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