Roma, i perchè di una crisi senza fine

Pubblicato il 26 Apr 2015 - 4:06pm di Andrea Mollas

Una sconfitta che non fa ancora vedere la luce in fondo al tunnel, ma che fa brancolare nel buio una Roma che non riesce più a ritrovarsi. Una crisi quella della squadra di Garcia interminabile, che può essere riassunta in 4 punti.

SQUADRA: Una differenza abissale quella tra la squadra del primo Garcia e la squadra di adesso. L’ anno scorso la Roma esprimeva il gioco più bello in Italia, fatto di tocchi di prima, verticalizzazioni continue e pressing asfissiante che non lasciava scampo all’ avversario di turno. Tutta un’altra musica rispetto alla Roma di adesso, incapace di imporre gioco, sempre in difficoltà nelle ripartenze avversarie, in una parola insicura. Un insicurezza palesatasi dopo il 7-1 di Champions con il Bayern Monaco che a tolto molte certezze ad una squadra che non riesce più a ritrovarsi.

ATTACCO: Paragonando sempre i due anni della gestione Garcia, si nota una differenza abissale per quanto riguarda i gol segnati. L’ anno scorso la Roma chiuse la stagione con 49 gol segnati complessivamente, con l’ attacco che andava regolarmente a segno quasi in ogni partita. Sbiaditi ricordi se si vede la Roma di adesso, con 11 miseri gol all’ attivo in questa seconda parte di stagione e quasi tutti segnati dai centrocampisti. Iturbe non è riuscito a trovare se stesso in una piazza esigente come Roma (complice l’infortunio che ne ha condizionato la preparazione estiva), Gervinho sembra tornato in condizioni fisiche precarie dalla Coppa d’ Africa, Doumbia non ha mai risposto presente quando è stato chiamato in causa, e così via anche i vari Ibarbo e Ljaijc. E non si può chiedere sempre di togliere le castagne dal fuoco a Totti…

ALLENATORE: Elogiato da tutti, il secondo anno di Garcia è stato tutto fuorchè soddisfacente. Sembra non riesca più a dare stimoli alla squadra, e se prima cercava di difendere la squadra in qualsiasi modo, adesso non la esenta da critiche anche pubbliche. Un rapporto incrinato anche con alcuni membri della squadra, a cui non va giù il fatto che faccia giocare sempre i soliti uomini anche se non in condizioni ottimali.

SOCIETA’: Una squadra formato scudetto, merito di un Sabatini visto come guru del calciomercato. Salvo poi smentirsi con alcune scelte scellerate sin da settembre; fascia sinistra sguarnita, con il club che sperava con Cole di ripetere il colpo Maicon, cosa che non è avvenuta, con Holebas che dopo l’ exploit dell’ andata culminato con il fantastico gol all’ Inter si è perso clamorosamente. Centrocampo mal rifornito dopo il grave infortunio di Strootman (anche se trovare qualcuno con le sue caratteristiche non è semplice), con De Rossi che non riesce a reggere questi ritmi e con i vari Ucan e Paredes a fare la muffa in panchina. E infine l’ attacco: ancora incomprensibile la scelta di vendere Destro per acquistare un giocatore fuori forma come Doumbia.

Info sull'Autore

Nato a Roma, 23 anni, laureando in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'università "La Sapienza" di Roma. Aspirante giornalista, grande passione verso lo sport e la scrittura, sempre alla ricerca di novità da raccontare. Collaboro con la testata giornalistica Corretta Informazione.it.

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