Rottamazione Quater 2023: calcolo, requisiti, cosa riguarda tra multe, IMU, bollo, avvisi bonari e cartelle rateizzate

Pubblicato il 11 Apr 2023 - 10:19am di Alessandra Corbo

Uno degli strumenti più attesi dagli italiani nel 2023, almeno sul fronte fiscale, è quello relativo alla liquidazione delle cartelle esattoriali detta anche definizione agevolata che, in questo specifico momento, prende il nome di rottamazione delle cartelle esattoriali.

La recentissima legge di bilancio per l’anno 2023 ha infatti introdotto questo strumento di pace fiscale volto a licenziare le cartelle esattoriali secondo un’articolazione ben precisa. Di seguito vediamo quali requisiti bisogna possedere per poter aderire, il calcolo dell’Agenzia delle Entrate e quali cartelle possono rientrare nell’attuale rottamazione.

Requisiti per accedere alla Rottamazione Quater 2023: chi riguarda?

La rottamazione quater (definizione agevolata) non è altro che l’aggiornamento di uno strumento fiscale già introdotto dal Governo negli anni passati e riproposto con alcuni cambiamenti nella legge di bilancio varata proprio per il 2023.

Lo strumento di rottamazione fiscale serve a consentire ai cittadini di poter cumulare tutti i debiti ancora pendenti e rateizzare il canone di rimborso secondo un piano flessibile e agevolato. Attuando una politica di flessibilità, il Governo riesce a rientrare di tutte quelle tasse insolute, mentre il debitore può ottenere uno sgravio non indifferente. Pertanto si tratta di un beneficio a vantaggio tanto del debitore quanto del creditore.

Prima di addentrarci nel dettaglio è opportuno specificare che l’Agenzia delle Entrate ha spiegato tutto dettagliatamente sul proprio sito, pertanto qualsiasi informazione può essere reperita e chiarita visitando il sito ufficiale dell’Agenzia governativa. Tuttavia, in questa sede, per maggior chiarezza, spiegheremo in dettaglio le informazioni principali.

La prima informazione che è importante conoscere è quella relativa ai requisiti da possedere e rispettare per poter aderire alla rottamazione quater delle cartelle esattoriali. Come abbiamo già anticipato infatti la definizione agevolata consente di versare in un’unica soluzione tutti i debiti ancora pendenti.

La prima importante regola è che potranno essere liquidate in forma agevolata solamente le cartelle relative al periodo che va dal 1 gennaio 2000 al 30 giugno 2022, ne consegue, quindi, che non possono essere liquidate le cartelle emesse anteriormente o posteriormente al periodo interessato (2000/2022). A tal proposito nella manovra fiscale possono essere inclusi anche i debiti già rientrati in precedenti rottamazioni e che devono essere ancora liquidati.

Naturalmente non tutti i debiti sono uguali, nel senso che non tutti i cittadini che hanno contratto debiti verso il fisco possono presentare domanda per aderire all’agevolazione.  Tra i debiti che possono rientrare nell’agevolazione troviamo quelli:

  • ancora da notificare;
  • già coinvolti in precedenti manovre di agevolazione;
  • rateizzati o sospesi precedentemente;
  • notificati da enti di credito privati (e affidati ad agenti di riscossione).

Tra questi debiti sono inclusi anche quelli notificati da enti di credito privato che al momento dell’uscita della manovra governativa hanno deliberato che i propri debiti emessi siano inclusi nella rottamazione fiscale. 

Pertanto ne consegue che tutti gli altri carichi di debito che non rientrano nelle fattispecie illustrate sopra non siano ricomprese nella definizione agevolata e, pertanto, non possono essere liquidate secondo questa modalità.

Per chi possiede tali requisiti può effettuare domanda di rottamazione direttamente online, attraverso il sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate. La domanda può essere inoltrata attraverso l’area riservata accreditandosi mediante SPID o CIE oppure, per chi non fosse ancora registrato può presentare la domanda di accesso direttamente in Area Pubblica, sempre sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Per poter avere accesso all’agevolazione è necessario presentare domanda di riconoscimento entro e non oltre il 30 aprile 2023, ed è necessario che insieme alla domanda di adesione venga anche presentata tutta la documentazione necessaria.  

Calcolo Rottamazione Quater Agenzia delle Entrate 2023

Una delle agevolazioni più evidenti della rottamazione quater, oltre all’arco temporale di riferimento dei debiti considerati, è rappresentata anche dai vantaggi riservati a chi aderisce al beneficio fiscale. Risale a pochi giorni fa l’importante aggiornamento dell’Agenzia delle Entrate in merito al prospetto informativo che il contribuente può ottenere nel momento stesso in cui effettua la domanda di accesso all’agevolazione. Il prospetto è dettagliato e mette al corrente degli esborsi rateali che andranno versati ne corso del tempo. A tal proposito, però, occorre sapere che l’agevolazione prevedere un piano personalizzabile in termini di importi rateali ma non in termini temporali: infatti, qualunque sarà l’entità del canone di rimborso, il piano è composto da 18 rate da versare entro e non oltre 5 anni, per un massimo di 4 rate annuali In alternativa si potrà procedere con il saldo del debito in un’unica soluzione.

Arrivati a questo punto è chiaro che la rottamazione fiscale sia uno strumento utile soprattutto a chi ha debiti di piccola entità, mentre invece, chi ha debiti ben maggiori potrebbe correre il rischio concreto di dover pagare l’intero ammontare delle rate poiché non riuscirebbe a estinguere il debito nei tempi richiesti. Inoltre, clausola non secondaria, basta un piccolo ritardo nei pagamenti (superiore ai 5 giorni di tolleranza) per annullare definitivamente il beneficio conseguito. Nel caso in cui si verificasse un’ipotesi di questo tipo, il capitale già versato viene considerato come titolo d’acconto, mentre per il restante debito ancora da saldare, l’Autorità di riscossione procederà con la consueta attività di recupero dei crediti.

Pertanto, se da un lato la rottamazione fiscale appare un ottimo strumento fiscale, dall’altro, potrebbe creare molti più vincoli e impedimenti. Per scongiurare un’evenienza come quella appena descritta, forse è il caso di fare alcune considerazioni preliminari, prima di procedere con la richiesta dell’agevolazione fiscale. Le considerazioni preliminari si basano fondamentalmente sulla convenienza o meno della rottamazione che può essere valutata effettuando un calcolo che tiene conto del risparmio eventuale sulla rottamazione stessa.

Il calcolo, naturalmente, non può essere fatto sul totale ma su ogni singola cartella.

A tal fine occorre pertanto munirsi del prospetto di valutazione di cui parlavamo sopra e che deve essere richiesto direttamente online sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Il prospetto viene fornito nell’arco di 24, massimo 48 ore e viene recapitato all’indirizzo email fornito al momento della richiesta di accesso all’agevolazione.

Ad ogni modo per calcolare la rata verranno considerati:

  • le somme a titolo di capitale;
  • i diritti di notifica;
  • le spese sostenute per le procedure esecutive.

Chi sceglie di usufruire del pagamento rateale potrà già evadere le prime due rate il 31 luglio e il 30 novembre 2023 che saranno pari al 10% dell’importo dovuto. Le restanti rate, invece saranno costituite dallo stesso importo.

Multe, IMU, bollo auto, avvisi bonari e cartelle rateizzate: cosa rientra nella Rottamazione Quater 2023?

Come abbiamo già anticipato, non tutte le cartelle esattoriali saranno ugualmente interessate dal beneficio della rottamazione quater.

Tra le cartelle esattoriali più comuni che potrebbero essere coinvolte dalla misura di pace fiscale, troviamo:

  • Bollo automobile;
  • IMU;
  • Multe;
  • Avvisi bonari;
  • Cartelle rateizzate.

Queste sono le cartelle esattoriali più comuni e anche quelle con le quali i contribuenti si trovano più spesso ad avere a che fare e, malgrado possa sembrare strano, non sempre la giurisdizione tratta questi debiti nella stessa maniera. In alcuni casi, infatti, è possibile beneficiare della rottamazione, mentre invece, in altri casi, non è possibile. Vediamo di seguito le relative specifiche, caso per caso.

Per quanto riguarda il bollo dell’auto. In questo caso, a differenza delle multe e delle sanzioni a seguito della violazione del codice della strada, è possibile usufruire della rottamazione poiché il bollo, come stabilito dalla normativa vigente, è un contributo di tipo erariale e, come tale, rientra di diritto in qualsiasi tipo di sanatoria nazionale anche il bollo è di pertinenza delle singole Regioni. Ad ogni modo coloro che aderiranno alla sanatoria otterranno lo stralcio di interessi di mora ed eventuali sanzioni annesse. 

Stesso identico discorso per l’IMU, l’imposta municipale unica: anche in questo caso infatti sarà possibile beneficiare della sanatoria, tuttavia, analogamente al bollo auto occorrerà aspettare la delibera comunale per i dettagli e la certezza della prassi in quanto anche l’IMU, come il Bollo è materia di giurisdizione regionale.

Altra storia invece per quanto concerne le multe e altre sanzioni di tipo amministrativo non potranno essere pagate aderendo alla rottamazione fiscale poiché le multe non sono tasse ma sanzioni e quindi il debito configurato è di diversa natura. In caso di una multa, infatti, il contribuente (sia persona fisica che giuridica) dovrà versare le somme pertinenti al capitale e quindi non gli interessi di mora come nel caso degli altri esempi.

Sempre rimanendo nell’ambito delle sanzioni, troviamo poi gli avvisi bonari. In questo caso possono essere sanati mediante rottamazione ma occorre prestare attenzione se siano stati notificati prima o dopo l’1 gennaio 2023, poiché cambia il termine di pagamento della prima rata. 

Per gli avvisi bonari, proprio a causa dell’agevolazione fiscale, viene ricalcolato un 3% delle imposte (sul consueto 10%), comprensivo di interessi.

Infine, nel caso di rateizzazioni preesistenti la richiesta di rottamazione blocca immediatamente il piano di ammortamento esistente, poiché non è possibile usufruire di una doppia rateizzazione contemporaneamente. A quel punto, nel caso in cui la richiesta di agevolazione venga accettata decade definitivamente il piano di ammortamento preesistente, diversamente, nel caso in cui il piano di ammortamento venga respinto, il contribuente potrà continuare a pagare il debito residuo mediante il piano di rateizzazione già aperto precedentemente.

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