Sanità: no dei sindacati al ddl sugli esami “inutili”, cure dentarie e asma allergico a rischio

Pubblicato il 23 Set 2015 - 5:55pm di Andrea Mollas

La sanità rischia di essere risucchiata da un vortice di polemiche a causa di un decreto, ancora in fase di preparazione, presentato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin nel quale si evince la messa al bando di circa 208 prestazioni sanitarie considerate “inutili”. Immediata la reazione dei camici bianchi e dei sindacati, contrari ad un eventuale approvazione di tale decreto che porterebbe, a detta di quest’ultimi, ad una frattura nel rapporto paziente-medico.

Sanità, niente cure dentarie o test senza permesso

Odontoiatria e esami di laboratorio i campi più colpiti nella sanità in caso di passaggio del decreto. Sopratutto a causa, secondo la Lorenzin, degli enormi sprechi in merito alla richiesta, da parte dei pazienti, di esami su esami anche quando in verità non ce ne sarebbe bisogno (secondo un recente studio l’Italia è il paese con maggior numero di richiesta di accertamenti), con le casse pubbliche spremute fino all’osso.

Pertanto con questo decreto il servizio sanitario può intervenire soltanto in caso di sussistenza reale del problema (estrazioni di un dente o applicazione di un ponte). In caso di richiesta di tac o risonanze bisogna invece presentare tutti gli accertamenti fatti precedentemente che testimonino che valga la pena eseguire quel determinato test, senza incappare in un dispendio di denaro inutilmente.

Stessa cosa riguardo agli esami di laboratorio. Per chi desiderasse richiedere un test per analizzare il livello del colesterolo (nei soggetti dai 40 anni in su), bisogna presentare una documentazione che possa dar via libera all’analisi. Nel caso in cui invece il soggetto risulti completamente sano, senza nessun problema riscontrato in precedenza e senza nessun cambiamento nel suo stile di vita, allora l’esame potrà essere effettuato solo dopo 5 anni.

Nel caso in cui il medico venga colto a svolgere uno dei test cosiddetti “inutili”, scatterebbe per quest’ultimo il pagamento di una penale, con il costo della prestazione sanitaria a carico del paziente

I sindacati non ci stanno: “Sminuito il ruolo di medico”

In tutto ciò i sindacati hanno preso subito le distanze da tale decreto a cominciare dall’Anaao, con il segretario Costantino Troise che ha annunciato prese di posizione decise: ” Lo Stato si vuole sostituire al medico professionista, tutto ciò per poche centinaia di milioni di euro. E’già in atto una mobilitazione che potrebbe portare ad uno sciopero generale della sanità italiana”.

Dello stesso avviso anche Massimo Cozza, della CGIL medici: “Questo provvedimento è un rischio, porterebbe alla distruzione del rapporto paziente-medico, in quanto proprio i pazienti dovrebbero pagare di tasca propria le prestazioni. Il medico non può essere un funzionario”.

Sono scesi in campo anche i medici di famiglia: “Siamo assolutamente contrari alla decisione del ministro Lorenzin di applicare sanzioni ai medici sorpresi a effettuare test vietati dal decreto in preparazione”, il commento di Silvestro Scotti della FIMMG in rappresentanza dei camici bianchi: “In questo modo il ruolo di medico viene ridotto drasticamente, ma ci faremo sentire senza alcun ombra di dubbio”.

Info sull'Autore

Nato a Roma, 23 anni, laureando in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'università "La Sapienza" di Roma. Aspirante giornalista, grande passione verso lo sport e la scrittura, sempre alla ricerca di novità da raccontare. Collaboro con la testata giornalistica Corretta Informazione.it.

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