The Pills in Sempre meglio che lavorare, film d’esordio: trama, recensione e data uscita al cinema

Pubblicato il 19 Gen 2016 - 12:40pm di Francesco Salvetti

Sempre meglio che lavorare è l’ultimo dei tanti step dei The Pills, che partono dal web passando per la tv e arrivando così al cinema: ecco il film d’esordio di Luca Vecchi, Luigi Di Capua e Matteo Corradini, che vi raccontiamo con trama e recensione.

Trama e video trailer del nuovo film dei The Pills

In “Sempre meglio che lavorare” troviamo Luca, Marco e Matteo, tre amici che si sono promessi, sin da piccoli, di non lavorare mai. Come tutti i giuramenti però, arriva un giorno dove una scheggia impazzita li fa saltare. Così Giulia, interpretata da Margherita Vicario, entrerà nella vita di Luca cambiandogli il corso degli eventi e così insieme ai suoi due compari si troverà di fronte a una svolta. Oppure no?

Il 21 gennaio arriverà nelle sale il primo film dei The Pills, prodotto da Taodue e distribuito da Medusa in 350 copie. È proprio grazie al sapiente fiuto di Pietro Valsecchi e la collaborazione di Matteo Rovere, che i tre ragazzi di Giardinetti (noto quartiere di Roma) approderanno per la loro prima volta nelle sale cinematografiche, dopo aver spopolato sul web.

Recensione di “Sempre meglio che lavorare”, al cinema dal 21 gennaio

Valsecchi è solito regalare queste sorprese, dopo aver spesso stupito il pubblico lanciando sullo schermo personaggi nati e cresciuti nell’etere televisivo: dai Soliti Idioti a Checco Zalone, uomo dei record. Sull’onda del grandissimo successo di “Quo Vado?” (prossimo al raggiungimento dei 60 milioni di euro al box office e i 9 milioni di biglietti) e degli altri suoi tre film precedenti, Taodue ha potuto reinvestire il denaro guadagnato scommettendo su una nuova ondata di cineasti.

The Pills – sempre meglio che lavorare” è una fotografia tristemente reale e malinconicamente ironica di tutti coloro che si trovano nel limbo tra la fine dell’università e l’inizio di una vita lavorativa. Racconta il difficile abbandono di quel cordone ombelicale che ti legava all’istruzione, per un futuro troppo incerto e ancora appeso a troppi “forse”.

Come abbiamo chiesto in conferenza stampa, lo sviluppo della trama (scritta dai tre ragazzi con lo storico supporto di Luca Ravenna) è partito dalla loro esperienza personale: giovani neolaureati che vivono uno stallo dettato da problematiche sociali che gli impedivano di realizzarsi con i loro studi.
Proprio a causa di questo blocco che hanno cominciato a girare video e spesso li troviamo seduti attorno a un tavolo, a rappresentare una generazione ferma e gentilmente posizionata tra chi davanti non ti fa spazio e chi dietro spinge sempre di più per arrivare.

Al centro di questa scala sociale ci sono i The Pills, dei semi trentenni, creatori di una storia che tocca tutta l’Italia, in cui però tantissimi romani troveranno facilità nel riconoscersi grazie ai tanti elementi caratterizzanti la capitale (luoghi e comportamenti tipici della gioventù capitolina) presenti all’interno del film.

Dal web al cinema: brand o vero talento?

Ne abbiamo visti tanti, forse troppi, e sicuramente alla sola visione delle locandine per le strade molti avranno già lasciato spazio ai più classici pregiudizi.

Recentemente “Game Therapy” di Ryan Travis ne è stato l’emblema: Favij, De Carli e Clapis dalle milioni di visualizzazioni su YouTube al cinema.

I “The Pills” sarebbero così diversi da questo meccanismo? La nostra risposta è sì. E vi spieghiamo perché.

Luca Vecchi, Luigi Di Capua e Matteo Corradini dal 2011 hanno iniziato a girare video con l’unico scopo di divertirsi con naturalezza e sincerità. Queste ultime due caratteristiche le troviamo sotto tanti aspetti che hanno caratterizzato il loro modo di affacciarsi al web e confrontarsi col pubblico. La “sincerità” nel presentarsi, seguendo l’esempio dei comici milanesi Aldo, Giovanni e Giacomo, che nei loro film hanno spesso utilizzato i loro nomi reali. Anche non usano appellativi o nomi finti ma sempre Matteo, Luca e Luigi. E inoltre non si sono mai nascosti dietro la loro città, ma hanno giocato con la romanità, toccando nonostante ciò un pubblico che va oltre i confini del Grande Raccordo Anulare.

La “naturalezza” nella recitazione, nessuna scuola, che va significare come i The Pills possiamo essere tutti: anche tu che guardi i loro contenuti. Nelle sceneggiature dei video, come nel film, lo spettatore non immaginerebbe mai il grande lavoro che i quattro ragazzi realizzano in fase di scrittura realistica, ma è proprio grazie a ciò che fondano le radici del successo.

La regia, come sempre affidata a Luca Vecchi (laureato al DAMS e abile conoscitore dei segreti della macchina da presa), per le parti principali, come anche in fase di copione, lo affianca Luigi Di Capua e Matteo Corradini e in parti secondarie troviamo Betani, Mapunzo e tanti altri loro amici.

Dietro quest’aria molto “soft” c’è tanta competenza: se Luca dalla regia cita spesso il grande cinema, come a ringraziarlo per averlo accolto, viene spontaneo chiedersi: “riusciranno i nostri eroi” a vedersi riconosciute le loro capacità anche in ambito cinematografico? Dopo aver visto il film, lo speriamo davvero.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

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