Cipro: le banche sull’orlo del baratro

Pubblicato il 23 Mar 2013 - 6:59am di Redazione

La BCE potrebbe tagliare fondi di emergenza a Cipro

Dopo aver respinto l’operazione di salvataggio per l’eurozona, martedì notte, Cipro è ora alla disperata ricerca di finanziamenti. In caso gli aiuti non siano individuati quanto prima, le banche del Paese potrebbero rimanere chiuse fino alla prossima settimana. Nel frattempo, la critica del ruolo della Germania sta crescendo a Nicosia e a Berlino. Dopo il rifiuto nella sera di martedì da parte del parlamento cipriota del pacchetto di salvataggio, sia a Nicosia che a Berlino molti hanno attribuito al cancelliere Angela Merkel gran parte della colpa.

Più importante, tuttavia, è capire cosa fare dopo. E come Cipro si è rivolta alla Russia mercoledì, nella speranza di trovare miliardi in fondi di emergenza, così alcuni leader europei hanno cominciato ad aumentare la pressione su Nicosia,  delineando le potenziali conseguenze del comportamento del paese. Il Ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, nella notte di Martedì, ha dichiarato all’emittente pubblica tedesca ZDF che Berlino “si rammarica che il parlamento cipriota abbia respinto il programma di negoziato da parte dell’ Eurogruppo e dell governo cipriota“, lasciando poi intendere che l’area della moneta comune detiene ancora tutte le leve. “Due delle più grandi banche del paese“, ha detto, “sono sostenute dalla liquidità d’emergenza dalla Banca centrale europea. Qualcuno deve spiegarlo ai ciprioti“, ha detto, minacciosamente.

CiproLa Merkel ha affermato che “naturalmente la Germania vuole una soluzione“, ma ha aggiunto che “il settore bancario attuale non è sostenibile“. Per tutti coloro che in un qualche modo non avessero recepito il messaggio, il membro del consiglio esecutivo della BCE Jörg Asmussen, Mercoledì in un’intervista con l’influente settimanale tedesco Die Zeit, ha precisato che la BCE “può fornire liquidità di emergenza solo alle banche solventi“. Chiarendo, poi, che non ha dubbi sul fatto che le banche cipriote siano tali.

Un pozzo senza fondo

Il ministro delle Finanze austriaco Maria Fekter ha altresì minacciato di interrompere il finanziamento della BCE. Se Cipro non risale in fretta con un nuovo piano, ha affermato, allora “le banche non apriranno il Venerdì, perché la BCE non fornirà più liquidità Questo è uno scenario più orribile di quello che possiamo vedere ora. Noi aiuteremo certamente i ciprioti, ma solo a determinate condizioni. Certamente né il Meccanismo europeo di stabilità né la BCE possono essere considerati come un pozzo senza fondo“. I media sembrano sostenere la valutazione di Fekter. Citando fonti all’interno del governo cipriota, l’agenzia di stampa tedesca DPA ha riferito mercoledì mattina che le banche dell’isola del Mediterraneo potrebbero rimanere chiuse fino alla fine di questa settimana.

Eppure, l’avviso del”pozzo senza fondo” di Fekter, sembra essere un po’ esagerato. I numeri in questione non sono enormi. Un ulteriore cifra di 5,8 miliardi di euro doveva venire da un prelievo di una sola volta da coloro che detengono conti presso banche cipriote. Le modeste dimensioni del piano di salvataggio sono probabilmente la ragione per l’apparente mancanza di preoccupazione con cui i mercati finanziari hanno preso atto del rifiuto cipriota. La vendita del debito portoghese ha proceduto anche senza intoppi.

La rabbia verso la Germania, però, rimane forte. In effetti, le immagini della Merkel che indossa un paio di baffi alla Hitler – simile a poster usati a Madrid e ad Atene – hanno cominciato ad apparire nella proteste a Nicosia. La Merkel, ovviamente, è abituata agli insulti provenienti dall’estero. Ma ora, a seguito di un chiaro rifiuto del parlamento cipriota, Martedì sera, di un pacchetto di salvataggio progettato per sostenere le banche in difficoltà, gli attacchi arrivano da molto più vicino a casa. L’opposizione dei socialdemocratici tedeschi, che hanno malvolentieri a lungo sostenuto la tendenza della Merkel sull’euro-crisi, hanno criticato il cancelliere per il confusionario piano di salvataggio di Cipro.

La difficoltà di ripristinare la fiducia

Anche se la Merkel preferisce ignorarlo il disastro di Cipro porta la sua firma”, ha dichiarato la guida del SPD Sigmar Gabriel allo SPIEGEL ONLINE, martedì sera. “Angela Merkel ha reso possibile che un paese con meno abitanti rispetto al Saarland abbia gettato l’intera zona dell’euro nel caos. Merkel è in parte responsabile del fatto che a Cipro, i piccoli risparmiatori devono pagare il conto, mentre i proprietari delle banche sono intoccabili. Ripristinare la fiducia nell’Europa, sarà difficile“.

Il deputato e capogruppo al Parlamento del SPD Frank-Walter Steinmeier mercoledì mattina si è associato alle critiche, anche se ha evitato attacchi frontali contro la Merkel. “Ieri sera, la crisi dell’euro è tornata“, ha detto alla stazione televisiva pubblica ARD. “Il caos è completo“.

I commenti, senza dubbio, sono stati fatti con un occhio verso le elezioni generali di questo autunno. L’SPD ha ripetutamente segnalato che non avrebbe più semplicemente approvato i piani di salvataggio della Merkel e aveva minacciato di porre il veto sugli aiuti a Cipro se alcune condizioni non fossero state soddisfatte. Considerato il numero elevato di ribelli all’eurocrisi nelle stesse fila della Merkel – e la frustrazione crescente tra la popolazione tedesca – la minaccia è stata presa sul serio dalla Cancelleria. Ma le prime reazioni riflettono anche la preoccupazione che il no di Nicosia ha innescato. Dare la colpa è la parte più facile, arrivare a una soluzione è un altro discorso. Le speranze iniziali che la Russia potesse accorrere in aiuto non possono risultare realistiche.

Steinmeier, ex ministro degli Esteri tedesco, ha detto che “stiamo un po’ andando contro noi stessi, quando pensiamo che Cipro possa diventare un alleato particolare della Russia“. In caso di un rifiuto di Mosca, la Chiesa di Cipro ha affermato che sarebbe disposta a fare un salto nel vuoto. L’Arcivescovo Cipriota Chrysostomos II sostiene che avrebbe messo tutti i beni della chiesa a disposizione del Paese per tirarlo fuori dalla crisi.

Fonte: Der Spiegel

Traduzione: Emanuela Mercuri

 

 

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