Sovraffollamento carceri, le denunce di polizia penitenziaria e associazioni: novità su amnistia e indulto 2016

Pubblicato il 14 Mag 2016 - 11:09am di Ubaldo Cricchi

La situazione delle carceri in Italia continua a destare preoccupazione: il sovraffollamento è ancora un problema reale ed è testimoniato anche dalle continue denunce di varie associazioni e dagli stessi sindacati di polizia penitenziaria. Troppi detenuti, poco personale, strutture inadeguate: sono tutti fattori che rendono la vita di detenuti e lavoratori davvero difficile; nel mentre si attendono novità sul fronte di amnistia e indulto, ma le cose non sembrano sbloccarsi.

Sovraffollamento ed episodi di violenza nelle carceri italiane

In altri articoli abbiamo più volte riconosciuto che gli interventi come lo svuotacarceri e le pene alternative hanno avuto il loro effetto, riducendo il numero dei detenuti, però anche il report Annual Penal Statistic del Consiglio d’Europa mostra che il problema del sovraffollamento non è stato risolto: In Italia i carcerati sono più di 54.000, mentre la capienza massima sarebbe di 45.000. Dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria arrivano statistiche diverse: al 31 marzo i detenuti nelle carceri italiane sono 53.495, mentre la capienza è di 49.545 posti.

Anche negli ultimi giorni si sono verificati degli episodi di violenza che testimoniano la difficile situazione: giusto per citare alcuni casi accaduti di recente, ad Ivrea un assistente di polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto, all’interno del carcere romano di Rebibbia un detenuto dopo essere stato sedato con dei farmaci tranquillanti è stato stuprato dai suoi compagni di cella, a Piacenza un detenuto si è conficcato un chiudo in testa, ad Asti la polizia penitenziaria è riuscita a sventare un tentativo di suicidio. Si potrebbero citare altri episodi senza dover andare tanto indietro nel tempo, ma bastano questi esempi per far capire l’attuale scenario. L’inadeguatezza delle strutture è stata dimostrata anche dall’associazione Nessuno tocchi Caino: a Padova, ad esempio, i detenuti sono quasi il doppio dei posti disponibili e questo fatto dà origine ad una serie di problematiche, tra cui la diffusione di malattie e disturbi psichici. Rimanendo in Veneto, la stessa associazione ha fatto sapere che solo il 14,65% dei detenuti (305 su 2081) lavora alle dipendenze di imprese o cooperative.

I sindacati di polizia penitenziaria denunciano da tempo una evidente carenza di organico: gli agenti si ritrovano a pagare in prima persona (rischiando anche la propria incolumità) gli effetti della disorganizzazione e dei disservizi che caratterizzano l’organizzazione delle carceri italiane; in seguito all’aggressione subita da un agente ad Ivrea, Leo Beneduci, segretario generale dell’Ospapp, ha detto che i detenuti, anche quelli molto pericolosi, godono della massima libertà di movimento all’interno delle sezioni detentive e neanche in via disciplinare si procede per prevenire o quantomeno reprimere la crescente ondata di violenza che colpisce gli uomini e le donne della polizia penitenziaria.

Amnistia e indulto, ancora nessuna novità dalla Commissione Giustizia

Nonostante i vari appelli, tra cui ricordiamo quelli di Papa Francesco, i quattro disegni di legge su amnistia e indulto che da tantissimo tempo stazionano in Commissione Giustizia al Senato continuano ad essere superati da questioni ritenute più urgenti come il ddl sul reato di depistaggio o quello sulla riforma della prescrizione dei reati. L’esame dei provvedimenti su amnistia e indulto slitta di settimana in settimana ormai da parecchio tempo e questo dimostra che il Governo non ha ancora cambiato idea sui provvedimenti di clemenza: ricordiamo che il ministro Orlando non molto tempo fa disse che non erano necessari perché il sovraffollamento è ormai quasi superato grazie a provvedimenti come svuotacarceri, la legge sulle pene alternative e la depenalizzazione di alcuni reati.

Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

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