Tassa sui bancomat addio: chi rischia i controlli sui conti correnti in caso di prelievi non giustificati

Pubblicato il 10 Set 2015 - 6:57pm di Ubaldo Cricchi

Poco prima dell’estate sembrava ormai certa l’applicazione della cosiddetta tassa sui bancomat, ma per fortuna il Consiglio dei Ministri del 4 settembre scorso ha fatto una piccola marcia indietro: anche se viene scongiurato il pericolo di sanzioni sui prelevamenti allo sportello e al bancomat, possono scattare le contestazioni e controlli sui conti correnti, anche se non per tutte le categorie di lavoratori.

Cancellata la tassa sui bancomat, rimane il rischio di contestazione

Viene quindi cancellata la tassa sui bancomat, ovvero quella sanzione pari al 10/50% del prelievo che sarebbe dovuta scattare in caso di mancata o inesatta indicazione del beneficiario, ma in assenza di giustificazione viene confermata la presunzione che i prelevamenti non contabilizzati o di cui non si conosce il beneficiario siano maggiori compensi o maggiori ricavi non dichiarati.

Seguendo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, il Governo ha corretto il suo decreto eliminando l’equiparazione dei lavoratori autonomi agli imprenditori: solo questi ultimi dovranno fornire delle prove contrarie non generiche che possano giustificare l’origine del prelievo “sospetto”.

Prelievi non giustificati, lavoratori autonomi al riparo dalle contestazioni fiscali

In realtà il provvedimento non riguarderà esclusivamente gli imprenditori, ma anche quelle figure che sembrano più simili alle caratteristiche del lavoratore autonomo, ma che producono reddito d’impresa (in quanto retribuiti con provvigioni sugli affari portati a termine): appartengono a questa categoria i mediatori immobiliari, gli agenti di commercio, i promotori finanziari e i procacciatori d’affari.

Come si può difendere il contribuente che genera reddito d’impresa e che viene sottoposto a contestazione fiscale? Secondo quanto stabilito da una circolare dell’Agenzia delle Entrate, i verificatori non devono essere troppo rigidi nelle loro valutazioni, e devono tenere in considerazione anche le dimostrazioni di natura presuntiva che attestano che si tratta di spese non rilevanti dal punto di vista fiscale per via del loro carattere occasionale o della loro esiguità, o che sono coerenti con un tenore di vita in linea con il volume d’affari dichiarato.

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Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

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