Quanto tempo rimane il THC nelle urine: durata da rispettare prima delle analisi e come smaltirlo

Pubblicato il 23 Lug 2021 - 12:35am di Carlotta Santigli

Può capitare che, perché lo richiedono a lavoro, per riottenere la patente di guida sequestrata o per altri motivi bisogni sottoporsi all’esame delle urine per vedere i livelli di THC. Si tratta, dunque, dei cosiddetti “drug test” e non di esami di routine che si fanno per controllare unicamente il proprio stato di salute. Sono esami mirati per vedere la percentuale di THC nel nostro organismo.

Per chi non lo sapesse, il THC (o delta-9-tetraidrocannabinolo) è uno dei principali principi attivi della cannabis e, rispetto alle molecole di sostanze come alcol o ancora più tossiche come droghe pesanti, resta nel sangue molto più a lungo.

In media, il THC può essere presente nell’organismo dai 3 ai 30 giorni, e in alcuni casi anche di più. Ma quali sono i fattori che influenzano la durata della presenza di THC nel nostro corpo?

Anzitutto, dipende dalla sensibilità e dalla precisione dell’esame in questione. Un’altra variabile che influisce molto sull’esito dell’esame delle urine è sicuramente la cadenza con cui si è assunto il THC e per quanto tempo. Se quindi lo si è fatto spesso e per un tempo prolungato, l’eliminazione del principio attivo richiederà più tempo rispetto a chi lo ha fatto più sporadicamente o solo una volta. Molto importanti sono, inoltre, le dosi: anche qui, più abbondante è il dosaggio, più tempo richiederà lo smaltimento del THC da parte del nostro organismo.

Ultimo ma non meno importante (e preso troppo poco in considerazione): il nostro metabolismo! Non tutti fanno lo stesso uso di THC, è vero, ma soprattutto nessuno è uguale all’altro! Ogni corpo d ogni struttura, infatti, è diversa dalle altre e tende a smaltire le sostanze in tempi più o meno lunghi, a seconda dell’attività metabolica. Può capitare infatti che, a parità di dosaggio e frequenza, Una persona risulti positiva ed una negativa all’esame delle urine per una questione di metabolismo più o meno veloce. Sempre legato a quest’ultimo punto, inoltre, c’è da dire che il THC è una sostanza liposolubile, e che quindi si lega al nostro grasso corporeo. Questo vuol dire che maggiore è la nostra percentuale di massa grassa, maggiore sarà la durata della presenza del principio attivo nel nostro corpo.

Il THC è presente in molti farmaci con ricetta e per questo motivo sono molte le persone che, pur non fumando cannabis, risulterebbero positive ad un drug test se ne facessero uno. Tuttavia, la maggior parte di coloro che devono sottoporsi a questo tipo di esame è perché assumono THC fumando la cannabis.

Una cosa che non tutti sanno è che il THC, sebbene in piccole dosi, è presente anche nel CBD, un tipo di cannabis non psicoattiva reperibile negli appositi punti vendita ormai presenti in ogni città.

THC e analisi urine: quanto aspettare prima di farle?

Come dicevamo prima, la presenza di THC nell’organismo dura in media dai 3 ai 30 giorni. Ma vediamo nello specifico quanti giorni corrispondono ad ogni assunzione per chi la fuma.

La presenza di THC nelle urine può durare fino a tre giorni se si è fumata la cannabis per la prima volta; se invece la si fuma più di una volta alla settimana, ma non ogni giorno e massimo una al giorno, si può risultare positivi al THC per circa una settimana; Chi fuma tutti i giorni, ma non più di una al giorno dovrebbe evitare di fumare per almeno dieci-quindici giorni prima del test delle urine; chi fuma abitualmente, e quindi più volte al giorno e tutti i giorni o quasi, deve sapere che la presenza di THC nel corpo dura almeno 30 giorni, se non di più.

Sono queste quindi, più o meno, le tempistiche necessarie per lo smaltimento del THC da parte del nostro organismo, a seconda di che tipo di fumatori si è. Questi dati possono essere utili per regolarsi su quando e quanto fumare in vista di un esame delle urine. Tuttavia, se possibile, è sempre meglio tenersi “larghi” ed evitare di fumare nei giorni o addirittura nel mese nel mese che precedono le analisi.

THC nelle urine: come smaltirlo?

Sarà banale da dire, ma obiettivamente funziona per qualsiasi operazione di smaltimento: bisogna bere tanta acqua. E per tanta, si intende almeno tre litri e mezzo al giorno, ad intervalli più o meno regolari e preferibilmente liscia. Trattandosi del test delle urine, infatti, idratarsi è ottimo perché si tende ad espellere tantissima acqua.
Un modo che non tutti conoscono per eliminare il THC dal proprio organismo è integrare lo zinco, un minerale presente in numerosi alimenti, ma che è anche facilmente reperibile in farmacia o in erboristeria sottoforma di integratore. Più che eliminare il THC, però, lo zinco lo “maschera”. È dunque più un escamotage per risultare negativi al test, piuttosto che smaltirlo effettivamente. Questo è possibile grazie al fatto che le molecole di zinco sono in grado di “nascondere” i metaboliti del THC per più o meno mezza giornata.

Per rimanere in tema “trucchetti”, un modo semplice per evitare di rendere troppo evidente la presenza di THC nelle urine, è quello di consegnare, al momento delle analisi, le prime della giornata, ma almeno quelle della quarta o quinta volta. Se ci si fa caso, infatti, le prime urine del mattino sono molto più torbide rispetto alle successive. Questo sia perché non si va in bagno da tutta la notte, sia perché sono ricche di metaboliti, che contribuiscono a rendere maggiore la concentrazione di THC.

Un altro metodo efficace per eliminare il THC ed altre sostanze tossiche dal nostro organismo è mangiare tanta frutta, verdura, semi e cereali integrali. Questi alimenti, infatti, hanno un alto contenuto di fibre, che accelerano il tempo di smaltimento e ripuliscono tutto l’apparato digerente.

Qual è un altro modo per eliminare liquidi, oltre che tramite le urine? Sudare! E per farlo, è necessario praticare più attività fisica possibile. È provato, infatti, che chi fa sport quotidianamente tende ad eliminare in meno tempo le sostanze tossiche attraverso il sudore, ma anche accelerando il proprio metabolismo, grazie all’aumento della massa magra e all’attivazione della circolazione sanguigna.

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