The Birth of a Nation, giudizio con trama e cast: il film racconta la vera storia dello schiavo Nathan Turner

Pubblicato il 15 Dic 2016 - 6:30pm di Patrizia Monaco

Trama con recensione, giudizio e cast di The Birth of a Nation, film al cinema che racconta la vera storia dello schiavo Nathan Turner.

Arriva al cinema The Birth of a Nation, film vincitore del Sundance Film Festival 2016

Dopo aver conquistato tutti al Sundance Film Festival 2016, aggiudicandosi il premio del pubblico ed il gran premio della giuria, giunge finalmente nelle sale italiane The Birth of a Nation. In realtà, come gli addetti ai lavori e gli appassionati di cinema ben sapranno, il film in questione ha già avuto modo di esordire nel Bel Paese, in occasione cioè della Festa del Cinema di Roma, tenutasi nel mese di ottobre all’Auditorium Parco della musica. In quel caso però, la pellicola non è riuscita del tutto a replicare l’entusiasmo che invece si era venuto a creare nel corso del festival statunitense. Soprattutto i critici cinematografici e la stampa si sono spaccati a metà quando si è trattato di giudicare il film. E questo non perché non sia piaciuto affatto quanto visto sul grande schermo, ma probabilmente perché le aspettative con cui se ne attendeva la visione erano fin troppo alte.

The Birth of a Nation tratta il tema della schiavitù e, sin dalle prime scene di pellicola, risulta inevitabilmente il paragone con 12 anni schiavo, film in grado di conquistare ben tre statuette agli Academy Awards 2014. La ridotta distanza tra l’uscita delle due opere, potrebbe senza dubbio aver penalizzato il film diretto da Nate Parker, portando pubblico e critica a giudicarlo come qualcosa di già visto.

Tutte premesse giuste e palesi, ci mancherebbe altro, ma c’è senza dubbio da sottolineare come The Birth of a Nation sia in definitiva un gran bel film. Nel corso delle due ore di pellicola, ci si ritrova con lo stomaco attorcigliato intorno a quel senso di impotenza rispetto alle scene che scorrono davanti ai nostri occhi. Si prova rabbia, ci si commuove, si coltiva in cuor proprio la fede o magari, al contrario, si tende a perderla, considerando il modo in cui ci sviluppa la storia. Sì perché, come molti già sapranno, The Birth of a Nation racconta qualcosa accaduto realmente Contea di Southampton. Il tema della schiavitù non è certo sconosciuto, ma in questo caso il regista vuole ricordarci fino in fondo di cosa siano capaci gli uomini. E tu lo comprendi bene, sin da subito, sin dalle prime scene, quando impariamo a conoscere il piccolo Nathan Turner. Ad interpretarlo è l’attore statunitense Nate Parker, a cui si affiancano Armie Hammer (Samuel Turner), Mark Boone Junior (reverendo Walthall), Aja Naomi King (Cherry Turner), Colman Domingo (Hank Turner), Roger Guenveur Smith (Isaiah), Gabrielle Union (Esther), Penelope Ann Miller (Elizabeth Turner) e Jackie Earle Haley (Raymond Cobb).

Trama con cast e giudizio della pellicola, Nate Parker racconta la vera storia dello schiavo Nathan Turner

Il film rappresenta l’esordio alla regia per Nate Parker, il quale in questo caso riveste anche il ruolo di sceneggiatore e attore protagonista. Classe ’79, Parker non trascurerà sentimenti come l’amore e la rabbia, il senso di frustrazione ma soprattutto la dignità che mantiene alta la testa di tanti uomini sino all’attimo in cui la loro esistenza viene meno, donandogli però un profondo spiraglio di eternità. Alcuni protagonisti di The Birth of a Nation perderanno la propria fede, mentre altri la ritroveranno e ne faranno motivo di rinascita. La fede in Dio per ciò che verrà ma anche la fede per ciò che deve essere qui ed ora, grazie alle parole di un uomo, l’unico in fondo capace di comprendere quanta disperazione giace nel loro cuore.

Come avrete quindi capito, protagonista di The Birth of a Nation è Nathan Parker. Nella prima parte del film, Nat è ancora bambino, vive con sua madre e sua nonna in una piantagione di cotone in Virginia ed è destinato ad una vita da schiavo, come tutte le persone di colore negli Stati Uniti. La signora per cui sua madre lavora, si accorgerà però sin da subito della profonda intelligenza del bambino e sceglierà di tentare un percorso di istruzione con lui, attraverso lo studio della lettura e della Bibbia. Nonostante la donna sia costretta ad interrompere ben presto le sue lezioni, il piccolo Nat continuerà autonomamente a studiare la Bibbia, divenendo nel tempo predicatore per l’intera comunità di schiavi.

La sua capacità di infondere speranza a tutti gli schiavi della Contea, nonostante i soprusi che questi sono costretti quotidianamente a sopportare, fa intuire al suo padrone quanto in fondo Nat rappresenti una sorta di macchina da soldi. Tanti sono infatti gli uomini bianchi disposti a pagare per avere Nathan nella propria terra, affinché questo convinca gli altri schiavi a non ribellarsi o protestare per gli abusi e le violenze subite. Nathan è costretto ad accettare, ma ciò che gli si presenterà davanti agli occhi, incontro dopo incontro, farà nascere in lui una forte rabbia ed uno spirito di vendetta talmente profondo da convincersi ben presto ad organizzare una vera e propria rivolta, perché se è vero che probabilmente lui e molti altri schiavi rimarranno uccisi, conosceranno anche solo per un attimo il sapore della libertà e soprattutto andranno incontro alla morte a testa alta e con la dignità appena ritrovata.

Info sull'Autore

Nata nella provincia di Roma, è trascorrendo l'adolescenza nella capitale che inizia a coltivare la propria passione per il giornalismo. Amante della bella musica, della buona politica e dell'impegno sociale, continua giorno dopo giorno a coltivare la sua innata curiosità muovendosi tra i più svariati ambiti della comunicazione.

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