Tutto quello che vuoi: recensione del film di Francesco Bruni con Giuliano Montaldo

Pubblicato il 12 Mag 2017 - 9:48am di Francesco Salvetti

Arriva nelle sale il nuovo film di Francesco Bruni con Giuliano Montaldo, Andrea Carpenzano e Emanuele Propizio Tutto quello che vuoi, vi forniremo la recensione.

Alessandro, Riccardo, Tommi e Leo, sono quatto giovani ventenni trasteverini che abitualmente si ritrovano a un bar del quartiere. Quotidianamente parlano di argomenti frivoli, giocano a poker come alla playstation e ogni tanto rivendicano il loro stato sociale verso i loro coetanei, con modi poco civili. Giorgio Gherarducci è un noto poeta malato di Alzheimer, anche lui come Alessandro vive a Trastevere però in via Dandolo. Sarà Stefano, padre di Alessandro, ad indirizzare il figlio verso un piccolo lavoro: fare l’accompagnatore dell’anziano poeta Giorgio Gherarducci. L’incontro tra i due porterà Alessandro a dare uno slancio alla sua vita e a scoprire quella sensibilità che per troppo tempo ha tenuto soppressa.

Recensione del film “Tutto quello che vuoi”

Il cinema e le emozioni. Sono due parole fortemente connesse l’una con l’altra. Al cinema ridiamo, piangiamo, siamo in ansia, ci spaventiamo, un po’ come nella vita, in cui proviamo tutte queste sensazioni. Ma dov’è il vero genio nella visione di un film? Quando un regista e il suo staff riescono a farcele provare sul serio, toccando lo spettatore sino al suo intimo.

Questo e molto altro è ciò che succede nel terzo film, scritto e diretto da Francesco Bruni, “Tutto quello che vuoi”, con Giuliano Montaldo protagonista assieme a: Andrea Carpenzano, gli esperti Emanuele Propizio, Antonio Gerardi (noto per aver interpretato Antonio Di Pietro in “1992 la serie” e che rivedremo nella seconda stagione dal 16 Maggio) e Donatella Finocchiaro, prodotto da Beppe Caschetto assieme a Rai Cinema.

Di Bruni ne abbiamo già dibattuto come co-sceneggiatore nel film “Lasciati Andare”, qui lo ritroviamo come musicista e direttore d’orchestra pronto per mostrarci dall’11 maggio la sua terza indimenticabile sinfonia.

Dopo il suo casuale esordio alla regia in “Scialla!” (più volte ha dichiarato che quel film non lo voleva dirigere nessuno) dove ha avuto un riscontro positivo sia di pubblico che di critica, nel 2014 ha provato a bissare il successo del primo ma dal pubblico non ha ricevuto il giusto consenso nonostante ciò, non ha frenato la sua vena creativa. Come ha raccontato il produttore Beppe Caschetto in conferenza stampa: “Durante una delle presentazioni di “Noi 4” Francesco già mi accennava di un film su suo padre, gli ho detto che ne avremo parlato. Francesco è un regista molto preparato, il ruolo del produttore è quello di invogliare l’artista a creare, con Bruni non è così, lui sa già quello che vuole”.
Proprio da questa consapevolezza che è partito il viaggio di “Tutto quello che vuoi”.

Tratto dal romanzo edito da di Cosimo Calamini “Poco più di niente” edito da Garzanti, per il regista è stata subito una folgorazione avendogli ricordato la recente malattia di suo padre.
Il film è liberamente tratto dal libro, successivamente in fase di sceneggiatura, oltre che per esigenze cinematografiche, Bruni si è permessi di attuare qualche modifica. A partire dall’ambientazione che da Firenze viene catapultata a Trastevere, uno dei più famosi quartieri della capitale. La scelta non è stata minimamente causale ma bensì voluta, studiata e curata nel minimo dettaglio. A partire dal fatto che è la casa del regista come di tanti suoi colleghi tra cuiCarlo Verdone, che verrà omaggiato in gran segreto. Passando per la partecipazione dei ragazzi del Cinema America che sono un immagine di come i ventenni di oggi non sono sempre attaccati ai propri smartphone; sino ad arrivare a un tratto importante nella scelta del cast e nelle storie del regista.

I testi di Bruni sono caratterizzati da un evidente segno di credibilità, resa possibile dal fatto che Francesco è un abile ascoltatore del quotidiano, stando a contatto con i ragazzi del cinema America e con la Dark Polo Gang (Arturo Bruni, suo figlio, è uno dei membri del gruppo rap romano). Per questo film, grazie anche all’aiuto della casting director Chiara Natalucci, nella scelta dei quattro protagonisti ha contattato 3 attori su 4 quasi esordienti e uno con dieci anni di esperienza: Emanuele Propizio.

Se in questo film ha un ruolo marginale, è perché a dieci anni di carriera ha scelto di mettersi a disposizione del gruppo, proprio come ha dichiarato in conferenza stampa: “Durante le riprese succedeva che ci mettevamo in camerino a ripassare la parte”. Emanuele ha cominciato nel 2007 interpretando un giovane Elio Germano in “Mio fratello è figlio unico” restituendogli naturalezza, proprio come la principale caratteristica che lo ha contraddistinto in tutti i suoi film. L’esperienza di Emanuele giova il protagonista Andrea Carpenzano che, per il ruolo di Alessandro, si è confrontato con il maestro Montaldo, chiamato da Bruni ad interpretare il poeta Giorgio Gherarducci.

Andrea, nonostante non avesse svolto alcun esperienza nelle scuole teatrali, si è guadagnato il ruolo da protagonista superando svariati provini. Nonostante ciò nel film, riesce a equilibrare dei buoni cambi espressivi e ad eseguire le richieste del regista il quale, in alcune parti, ha cambiato l’inquadratura in modo tale da agevolarne la resa recitativa. Accanto a lui Giuliano Montaldo che ha riempito il set di nozioni e consigli utili, dimostrandosi un maestro umile, caratteristica che si è trascinato in tutta la sua carriera.

Il film emoziona, fa piangere, ridere, e sono 106 minuti di un racconto intitolato “Tutto quello che vuoi”, ma che potremo rinominare: “Vita”.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

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