Voto di Laurea con Media del 24: calcolo punteggio minimo e massimo su 110

Pubblicato il 27 Lug 2019 - 2:27pm di Beatrice Tominic

Quale sarà il voto di laurea di uno studente con la media del 24? Oggi scopriremo più nel particolare come calcolare il punteggio minimo e quello massimo a fronte dei 110 che rappresentano il massimo voto a cui possa aspirare ogni laureando se si ha la media del 24.

Come capire se si ha la media del 24?

Prima di portare avanti ogni analisi è bene ricordare che la media da prendere in considerazione è quella ponderata. Per scoprire a quanto ammonta tale media ponderata la quale nel nostro caso sarà pari a 24, occorrerà moltiplicare il voto ottenuto a seguito del sostenimento di un esame per il numero di cfu associati allo stesso esame. Una volta svolta questa operazione per tutti gli esami (ovviamente se mancano ancora alcuni esami, ma si è intenzionati a lanciare dei pronostici sul nostro voto di laurea, dovremmo portare avanti i nostri calcoli avanzando alcune ipotesi di voto sugli esiti mancanti), sarà necessario sommare tutti i prodotti ottenuti dalle moltiplicazioni svolte e, proprio come si fa con la media da cui eravamo partiti, dividere tale somma per il numero totale dei crediti degli esami svolti (se stiamo calcolando il voto di laurea sarà opportuno prendere in considerazione tutti gli esami previsti dal proprio corso). Se il risultato finale di tutto questo procedimento sarà effettivamente 24, questo articolo per scoprire il punteggio massimo e il minimo dal quale deriverà il voto di laurea su 110 fa realmente al caso vostro.

Come scoprire il vero punteggio minimo da cui deriverà il voto di laurea su 110 avendo una media del 24?

Scoprire il punteggio di laurea se si ha la media del 24 è davvero molto semplice. I modi sono davvero molti e alcuni di essi riescono a risultare estremamente veritieri. È importante specificare, però, che ciò che avremo come risultato finale tiene conto “soltanto” di tutti gli esami e del percorso di studi portato avanti fino al giorno della laurea a cui andrà, però, aggiunto il punteggio della prova finale, la discussione della tesi in sede di laurea. Perché siamo soliti parlare di punteggio “minimo” e punteggio “massimo”? La risposta dipende proprio da questa ragione ed è davvero molto semplice: al punteggio minimo da cui deriva il voto della laurea andrà aggiunto il punteggio ottenuto durante la suddetta prova finale. Tale punteggio, però, sarà determinato in base ad innumerevoli fattori che analizzeremo in seguito.

È bene sapere, però, che il voto di partenza dipende soltanto dalla media ponderata.

Il primo modo che si ha per scoprire il punteggio minimo da cui deriverà il voto ottenuto dal laureando è, naturalmente, studiare i vari punteggi in proporzione: spostare dunque il punteggio di 24 in base 30, su una base di 110 e vedere quanto otteniamo. Per scoprire il voto d’uscita dal corso di studi universitari, partendo con una media ponderata di 24 su 30 occorre iniziare a costruire la nostra proporzione 30 : 24 = 110 : x. Per scoprire quale sia il punteggio di partenza che andrà a costituire il voto minimo di laurea dovremo moltiplicare il valore dei medi e dividere il prodotto per il primo dei due estremi ottenendo, così, al termine di tutto il processo e delle due operazioni, il vero valore numerico della x. Occorrerà, pertanto, effettuare la moltiplicazione fra i valori medi, rispettivamente 24 e 110, ed in seguito dividere il prodotto, il quale nel caso preso in analisi sarà pari a 2640, per 30. Il risultato ottenuto, che per chi ha la media del 24 sarà 88, rappresenterà il voto di laurea di partenza, prima di aggiungere il punteggio relativo alla discussione e, di fatto, sarà il punteggio minimo su 110 con cui il candidato potrà laurearsi.

Un altro metodo è dato da un procedimento altrettanto efficace che equivale ad una semplificazione del sistema di proporzione analizzato in precedenza. Per prima cosa occorrerà moltiplicare il valore della media ponderata, in questo caso 24, per 11 e il prodotto di questa operazione dovrà essere, infine, diviso per tre: il risultato ottenuto sarà effettivamente equivalente al punteggio di partenza della tesi e rappresenta, dunque, il minimo che il laureando in questione potrà ottenere. Il processo di operazioni nel caso in cui avessimo una media universitaria di 24 ci porterà a moltiplicare 24 per 11 ottenendo come risultato 264 il cui valore sarà subito dopo diviso per 3 ottenendo, come avevamo visto in precedenza, il punteggio minimo di laurea su 110 pari ad 88.

Conoscere il punteggio massimo della laurea su 110 quando si ha una media del 24 e scoprire da cosa esso dipende

Avendo ormai chiaro un punteggio di partenza pari ad 88, il laureando come potrà pronosticare il punteggio massimo con il quale avrà la possibilità di laurearsi? Esistono dei parametri uguali per ogni corso di studi, dipartimento o ateneo? Quanti ulteriori punti si andranno a sommare al punteggio di partenza che, nel caso di laureandi con la media del 24, equivale a 88?

Una prima caratteristica che è generalmente valida in molti degli atenei del nostro Paese è l’aggiunta di punti derivanti dalle lodi. Poiché il valore pari al 24 non rappresenta una costante nel percorso formativo dello studente, ma indica soltanto la media dei voti ottenuti a seguito dei vari esami, non è da escludere che lo stesso studente abbia sostenuto brillantemente alcuni dei suoi esami, riuscendone a ricavare, a fronte dell’esaustività della prova affrontata, anche una lode. In che misura tali lodi possono variare e alzare il voto di laurea? Se alcune università non attribuiscono alcun ruolo a questi “punti bonus”, altre ammettono di considerare in maniera positiva il numero degli esami conseguiti con la lode senza, però, regolamentare tale incremento ai fini del voto di laurea. Altre ancora, invece, hanno deciso di regolamentare la presenza delle lodi nel corso di studi dei propri studenti attribuendo ad ogni lode (o ad un numero ben preciso di lodi): in alcune delle università che hanno deciso di regolamentare tale pratica, ad esempio, ogni lode equivale ad un punteggio pari a 0,25, ma non vengono prese in considerazione più di quattro lodi raggiungendo così, al massimo, un punto in più.

La stessa confusione e disomogeneità fra gli atenei si ha anche per quanto riguarda i programmi di scambio internazionale: se alcune università non decidono di regolamentare l’influenza di un Erasmus, ad esempio, ai fini del punteggio di laurea su 110, altre non ne specificano il valore; se, ancora, alcuni atenei attribuiscono un punteggio pari a 0,1 per ogni mese trascorso in università internazionali, altre ancora incrementano il punteggio di laurea persino di tre punti. Ammettendo, perciò, nella più rosea delle ipotesi, che il nostro laureando abbia ottenuto quattro lodi e abbia compiuto un progetto di scambio internazionale in una delle università “più generose” del nostro Paese, dovremmo sommare agli 88 punti di partenza i 4 complessivi derivanti da queste esperienze, arrivando, dunque, ad un punteggio pari a 92. A questo punto occorrerà aggiungere il punteggio relativo alla tesi e alla discussione in aula di essa, ma anche in questo caso, occorrerà prendere in analisi una specifica situazione alla volta.

In numerosi atenei, infatti, il punteggio varia drasticamente a seconda della metodologia usata per redigere la tesi. La differenza sostanziale si ha, soprattutto, nel caso in cui si tratti di tesi compilativa o sperimentale: alla prima, considerata tradizionale, vengono attribuiti generalmente meno punti rispetto alla seconda. Sul fattore tesi, però occorre improntare un nuovo parametro in quanto non tutte le università prendono in considerazione tale elaborato nello stesso modo: se alcune non ne specificano neppure l’influenza nel voto di laurea, altre valutano tale punteggio in base alla media del laureando, mentre altre ancora attribuiscono punteggi alla tesi e alla discussione che possono variare dai 4 punti agli 11. Il punteggio massimo a cui il nostro laureando potrà aspirare, pertanto, può essere davvero molto elevato, sebbene ogni ateneo, ogni corso di studi e, in conclusione, ogni dipartimento, abbia cavilli e fattori specifici a sé stanti.

Il punteggio specifico che ogni ateneo attribuisce alla tesi è, infine, da ricercare in base al corso di studi e al dipartimento. Non è raro, infatti, che vi sia una netta differenza fra il voto di tesi che viene attribuito per una laurea triennale rispetto a quello da valutare in caso di una magistrale. Prendendo come esempio l’Università degli studi di Roma Tre, in particolare il dipartimento di Economia, si noterà che per la laurea triennale i punti assegnati alla tesi saranno 3 a cui dovremo aggiungerne uno se tale laurea si effettuerà in corso (ed eventuali aggiuntivi se si ha una media superiore al 27,5), mentre trovandoci sempre nello stesso ambito, stavolta per una laurea magistrale, i possibili punti da sommare saranno 4 in caso di tesi compilative senza correlatore e 7 in caso di sperimentale con correlatore. Allo stesso modo, volendo continuare a prendere in considerazione il medesimo ateneo, sarà possibile notare come i punti assegnati per la laurea triennale possano variare da dipartimento in dipartimento essendo, ad esempio, 5 nel caso di Lingue e Scienze della Comunicazione  o 3 ad Ingegneria.

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