Già durante la scorsa primavera era stata palesata l’intenzione di lanciarli sui mercati, ma ora i tecnici del Ministero dell’Economia ci stanno pensando sul serio: l’ipotesi dei BTP 50 anni si fa sempre più concreta e in questo articolo cercheremo di scoprirne le caratteristiche, da quando saranno disponibili, come acquistare ed investire e le previsioni sulla loro “convenienza”.
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BTP 50 anni: quando saranno disponibili e vantaggi per investitori, Tesoro e BCE
Non sarebbe una novità assoluta, visto che Spagna, Belgio e Francia hanno già lanciato con successo i loro titoli a lunghissima scadenza: il fatto che anche in Italia sembrano esserci investitori alla ricerca di prodotti di questo tipo e la sempre più probabile estensione del Quantitative Easing anche oltre il 2017 sono fattori che potrebbero convincere il Tesoro a prendere questa nuova strada. Dal Ministero fanno sapere che nulla è stato ancora deciso e che si sta attraversando solo una fase di valutazione e che si sta studiando quale potrebbe essere la domanda per un BTP a 50 anni emesso prima della conclusione del 2016. Questo non vuole necessariamente dire che entro questa data verrà provata la nuova scadenza, visto che la procedura di studio e approfondimento può essere molto lunga.
In uno scenario in cui i titoli obbligazionari societari e governativi con rendimento negativo sono sempre di più, gli investitori alla caccia del rendimento sono disposti a fare una richiesta di titoli a lunghissima scadenza; lo Stato dal canto suo sarebbe interessato ad immetterli sul mercato perché titoli come i BTP 50 anni potrebbero favorire l’allungamento della vita media del debito pubblico e consentirebbero al Tesoro di offrire un nuovo strumento target alla BCE per il suo programma di acquisti di titoli di Stato.
Nel corso degli ultimi mesi alcune banche centrali (quella d’Inghilterra e quella del Giappone) hanno intrapreso delle iniziative di stimolo e questo, insieme alla sensazione che anche in Europa potesse arrivare un nuovo allentamento monetario, ha portato ad uno schiacciamento dei tassi a livello planetario. Il BTP a 2 anni ha un rendimento intorno al -0,1 e per avere un rendimento minimo si deve puntare al BTP a 5 anni; ma la situazione vale anche per altri Paesi come Spagna e Germania.
Il periodo di tassi bassi sembra destinato a durare abbastanza a lungo, visto che l’inflazione in Europa è molto bassa e non sono da escludere nuovi provvedimenti specifici e misure di stimolo da parte della BCE. E proprio l’istituto centrale europeo potrebbe avere dei problemi per il suo Quantitative Easing: il programma esclude l’acquisto di titoli con rendimenti inferiori al -0,4, ma i titoli tedeschi (che per la regola del capital key sono i più acquistati) hanno rendimenti inferiori e non possono essere più presi; l’eventuale introduzione del BTP a 50 anni da parte dell’Italia potrebbe venire incontro alle esigenze degli investitori, del Tesoro e anche della BCE.
Come investire in BTP a lungo termine per cercare il rendimento
Gli strumenti a lungo temine sono favoriti dalla caccia al rendimento: i Bond a 50 anni potrebbero offrire agli investitori un rendimento addirittura superiore al 3% e anche se l’allungamento della scadenza rappresenta un aumento del rischio, gli operatori ne subirebbero il fascino. In contemporanea il Tesoro avrebbe un’importante arma in più per allungare la vita media del debito italiano (che dal 2012 a oggi è passata da tre a sei anni).
In Spagna sono già stati emessi titoli di Stato con scadenza nel 2064 e con un rendimento del 3,5%; iniziative di questo tipo, se proposte anche da altri Paesi (Francia e Austria hanno già lanciato i loro maxibond), farebbero crescere le opportunità di rendimento sul panorama obbligazionario europeo e aiuterebbe la BCE a portare avanti il suo programma di QE, superando il problema della poca disponibilità di titoli acquistabili (considerando anche che la quota destinabile ad ogni singola emissione è stata portata dal 33 al 50%).
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Previsioni e consigli: conviene acquistare il Bond 50 anni?
Insomma il BTP a 50 anni porterebbe solo benefici per tutti? Non esattamente, ci sarebbero dei punti deboli da valutare: la parte iniziale della fase di rialzo dei tassi (cosa resa possibile nei prossimi anni dalla fine del QE e da una ripresa dell’inflazione) potrebbe avere degli effetti negativi come il calo dei prezzi, anche se questo inconveniente è una cosa comune per gli strumenti obbligazionari a lunghissima scadenza. E poi va aggiunto il rischio di bassa liquidità.
Stando alle indiscrezioni che circolano fin dalla primavera, se il Tesoro decidesse di portare avanti questa operazione l’importo non sarebbe elevatissimo: si parla di 2 o 3 miliardi, molti dei quali andrebbero a finire in pancia agli istituzionali. Il rendimento cedolare si assesterebbe tra il 3,15 e il 3,40%: numeri molto interessanti anche per il piccolo investitore, ma è giusto dare tutta questa attenzione al BTP 50 anni? Il Bono spagnolo sta registrando scambi irrilevanti e anche il bond italiano, soprattutto se emesso con importi poco rilevanti, potrebbe rivelarsi un titolo a scarsa liquidità. Bisogna anche valutare il rischio legato alla sensibilità al rialzo dei tassi: sempre il Bono spagnolo ci ha fatto vedere che anche la minima tensione sul costo del denaro può causare crolli fino a 10/15 punti percentuali nel giro di poche sedute.
Per decidere come comportarsi l’investitore dovrebbe valutare attentamente anche questi aspetti. C’è chi consiglia di non prendere in considerazione il BTP 50 anni se il Tesoro non si impegna per importi davvero rilevanti; oppure il suo acquisto potrebbe essere valutato più in là, quando i tassi in Europa avranno raggiunto una dinamica ragionevole, ma si parla di almeno cinque o dieci anni.